7 ottobre 2015: il Teatro Out Off sceglie la data del nono anniversario della morte di Anna Politkovskaja per l’apertura della sua stagione e per il debutto di Donna non rieducabile
7 ottobre 2015: il Teatro Out Off sceglie la data del nono anniversario della morte di Anna Politkovskaja per l’apertura della sua stagione e per il debutto di Donna non rieducabile, spettacolo che l’autore Stefano Massini definisce un memorandum teatrale ispirato ai reportage della giornalista russa sulla guerra e i crimini commessi in Cecenia.
Ad introdurre lo spettacolo è un intervento di Pamela Foti dell’Associazione AnnaViva, che delinea un rapido ritratto della Politkovskaja: amante della verità e della giustizia, giornalista instancabile e dedita interamente al suo lavoro. Poco dopo, con pesanti sacchetti della spesa, entra in scena Elena Arvigo nei panni della protagonista: posate le borse a terra, sarà un susseguirsi di racconti, episodi, frammenti di vita e di guerra narrati da Massini con la rapidità di tanti fotogrammi in successione. A scandirli, geometrici movimenti di scena e l’attraversamento continuo di una porta, unico oggetto sul palco oltre ad una sedia, con cui la protagonista interagisce senza sosta: la solleva, la sposta, la stende a terra, la trascina. Il telaio di legno diventa fardello sempre più pesante sulle spalle di Anna, episodio dopo episodio, man mano che la violenza si perpetra davanti ai suoi occhi. Ma se l’idea di far prendere vita alla soglia di una porta pare ben avviata quando essa diventa ghigliottina, tavolo, bara, resta solo abbozzata in molte altre situazioni.
Con una scenografia essenziale, e nel complesso con la forma spesso sacrificata al contenuto, quest’ultimo diventa padrone della scena convogliando efficacemente verso lo spettatore le denunce di Anna Politkovskaja. A supportare il messaggio è l’incisiva interpretazione di Elena Arvigo, che si cimenta qui con un’altra figura femminile, inserendo questo spettacolo nel suo progetto “Le imperdonabili – le donne e la guerra”. Il testo scivola rapido e agile nelle parole della Arvigo, che sceglie un’interpretazione narrativa e distaccata, confacente ad uno stile giornalistico e ammirabile per la naturalezza con cui ci racconta della donna e della professionista. Ad interrompere la coerenza stilistica intervengono il patetismo dei momenti più tragici, in cui l’Anna che racconta si trasforma nell’Anna che vive gli episodi per la prima volta in tutta la loro drammaticità, e alcune scelte musicali, quali gli intermezzi metal o epici, in uno spettacolo i cui pregi maggiori restano comunque la semplicità e la sincerità con cui è presentato il testo.
Alla fine, la protagonista abbandona la scena come era entrata, con le borse della spesa, stavolta cadute a terra e svuotate dopo l’attentato che ha causato la sua morte, riportando la giornalista ad una dimensione umana e quotidiana, e l’intero spettacolo ad una circolarità che indica la replicabilità degli episodi narrati, della violenza e delle ingiustizie, a cui Anna ha cercato strenuamente di porre fine con i suoi scritti.
Numerose altre iniziative, tra cui letture sceniche, incontri e proiezioni, sono organizzate nei prossimi giorni dal teatro Out Off e dall’Associazione AnnaViva, in memoria della giornalista russa. Il programma completo è disponibile sul sito del teatro.
Immagine di copertina © Teatro OutOff