Primo film da regista (del 2015, ma solo ora sui nostri schermi) per l’attore lanciato da “Dreamers”, che qui ha il ruolo di Abel, un aspirante, egocentrico scrittore: nell’amore che scoppia tra l’amico Clément (Vincent Macaigne) e la bellissima, misteriosa Mona (Golshifteh Farahani), finisce per occupare lo scomodo ruolo del terzo incomodo. Un film di sentimenti ma anche di riflessioni
Louis Garrel, attore francese che ricordiamo per il suo passaggio dal teatro al cinema grazie all’interpretazione in The Dreamers, film del 2003 di Bernardo Bertolucci, al fianco di Michael Pitt e Eva Green, ha sperimentato con Due amici del 2015 il debutto nel mondo della regia, transitando peraltro al Festival di Cannes. Il film esce però solo ora nelle sale italiane. Dopo un primo mediometraggio del 2011, La règle de trois, che si guadagnò l’anno successivo il premio Jean-Vigo, Garrel affronta qui ancora una volta il tema di una relazione in cui sono coinvolte tre persone.
Clément (Vincent Macaigne) è un uomo eccessivamente romantico, un sognatore, che per amore sarebbe disposto a morire. Attore di serie b, lavora come comparsa senza essere mai stato notato, preso in considerazione, ed è il migliore amico di Abel (Louis Garrel), il classico belloccio egocentrico e apparentemente sicuro di sé e che non ha problemi con l’universo femminile. Abel lavora come benzinaio ma è convinto di essere un grande scrittore, anche se in realtà i suoi tentativi letterari sono solo schizzi della mente che restano sterili sui mille foglietti, che spesso legge anche agli sconosciuti per aumentare il proprio ego.
Clément è innamorato follemente di Mona (Golshifteh Farahani), una cameriera della Gare du Nord che rifiuta ogni tentativo di approccio da parte dell’uomo. Mona, oltre al fatto di essere bellissima, diventa ancora più affascinante perché è avvolta dal mistero: ogni sera sparisce perché deve assolutamente prendere un treno, in realtà per rientrare a dormire in carcere. I due amici, ignari della situazione della ragazza, una sera le fanno perdere di proposito il suo mezzo quotidiano e assistendo alla sua reazione apparentemente esagerata iniziano a chiedersi cosa nasconda.
Inizia così l’avventura dei tre, obbligati a trascorrere pochi giorni insieme, ma sempre più legati da un filo indissolubile: sono certamente degli emarginati, incapaci di avere relazioni al di fuori del loro confuso rapporto e ognuno pare sopravvivere solo grazie agli altri. In questo triangolo davvero singolare Garrel utilizza la vicenda raccontata per parlare di ciò di cui il cinema francese è impregnato: i sentimenti. Il film è un inno alle persone e alle loro emozioni, a quello che rende la vita così piena di significato.
Per esempio all’amicizia: Garrel (attore di recente in Il mio Godard, Les Amants réguliers, Un castello in Italia e regista lo scorso anno di L’uomo fedele), attraverso il rapporto alquanto malsano tra Clément, fragile e insicuro omuncolo in balia degli altri, e Abel, spavaldo provocatore che crede di avere la verità in bocca, vuol farci riflettere su quei confini che nei rapporti non vanno superati: perché una volta fatto ciò, le ripercussioni possono portare alla fine di quegli stessi rapporti. Ispirandosi liberamente al dramma I capricci di Marianna di Alfred de Musset, il regista ci mostra la coppia di amici come due amanti: il dramma, la rottura, la riconciliazione, l’addio. Tutto richiama un rapporto più profondo, di affetto ma anche di dipendenza, per riflettere sull’amicizia e su come mantenerla, in modo sincero e con rispetto dell’altro.
La pellicola non può che riportare alla mente Jules e Jim di François Truffaut, per il rapporto d’amicizia che lega i due uomini e per le dinamiche interne al triangolo: anche Abel infatti, come Jim, rimane folgorato dalla bellezza e dalla personalità della ragazza, bypassando quelle che sono le regole non scritte del cameratismo. In questi scorci di una Parigi insidiosa e oscura, Mona cercherà di assaporare la vita in compagnia dei due amici per quello che può, scegliendo volontariamente di non costituirsi e allungando inevitabilmente così la propria condanna.
Due amici, di e con Lois Garrel, e con Vincent Macaigne, Golshifteh Farahani, Mahaut Adam, Pierre Maillet, Christelle Deloze