Due juke-boxes per giocare alla musica

In Teatro

Jukebox mania: due spettacoli musicali “contagiano” Milano. Uno è un successo di Broadway, l’altro un esperimento… sui generis. Leggere per credere…

Il jukebox non è solo una parola vintage, esotismo da primi anni 60, optional e dècor. E’ un genere di musical che ha fatto la sua storia ed ora è protagonista di due spettacoli in scena a Milano: Jersey Boys (al Nuovo fino al 15 maggio, regìa neutra di Claudio Insegno) storia del complesso dei Four season anni 50-60, già film flop di Clint Eastwood, con quattro bravissimi giovani italiani e un gorgheggiante protagonista che ha un poco la voce in falsetto di Paul Anka (chi ricorda Diana e You are my destiny?). E al Leonardo (solo fino al 1 maggio, poi andranno al Sistina a Roma) c’è uno show divertente davvero degli Oblivion che si intitola Human juke box ed è letterale il senso: gli spettatori, con crescente entusiasmo e spietata cupidigia, chiedono con bigliettini da estrazione del lotto ai cinque formidabili ragazzi del complesso di imitare un cantante. Loro stanno al gioco, un po’ lo organizzano, un po’ lo fingono improvvisato, l’ordine dei fattori davvero cambia secondo gli umori, ma insomma quel che conta è la vitalità e lo spirito con cui gli Oblivion, come un vero jukebox vivente, rifanno un infinito repertorio ed infiniti personaggi con uno spirito di osservazione che denota un humour particolare. E se il musical al Nuovo, un successo di Broadway ovvio, ci porta nel filone nostalgia canora, con annotazioni di contesto che sembrano prese da un film di Scorsese, e il pubblico va in visibilio quando cantano “I love you baby….”, che fu un successo di Mina, al Leonardo i ragazzi di Oblivion (attenzione, l’età è giovane per tutti questi protagonisti) si attengono a un modello di tipo satira da tv per un pubblico che pasteggia con la tv e quindi conosce e riconosce beniamini anche di vecchia data come Al Bano e Romina, imitati nel secondo tempo della carriera made in Russia.

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Sono spettacoli “poveri” ma belli, senza coreografie né costumi né balletti, ma con un’intelligenza drammaturgica che permette di coinvolgere un pubblico diversificato, come del resto sta facendo al Nazionale anche una nuova, ottima edizione del famoso Fame diretta da Federico Bellone sulla falsariga del saranno famosi e con un gruppo di giovani in gamba.

Jersey Boys, al Teatro Nuovo fino al 15 maggio 

Human jukebox, al Teatro Leonardo fino al 1 maggio 

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