In “Il piacere è tutto mio” dell’australiana Sophie Hyde la sempre brava e spiritosa Emma Thompson è un’insegnante in pensione dedita alla riservatezza e alla fedeltà. Finalmente scopre l’erotismo fra le braccia di un giovane gigolò: ma la sceneggiatura del film, finora spavalda e nuova, forse per timore di troppa provocazione, alla fine incanala la vicenda nei binari di una relazione madre-figlio, quasi melò
Nancy. la protagonista di Il piacere è tutto mio, è un’insegnante in pensione, rimasta vedova dopo una vita intera condotta all’insegna della serietà e della più sobria riservatezza, di un’indefessa fedeltà e della noia più assoluta. Suo marito non c’è più e lei ha deciso finalmente di scoprire le gioie della vita, e soprattutto del sesso, avvalendosi per qualche ora dei servigi di un bellissimo gigolò, che di nome fa Leo Grande e promette di svelarle i più reconditi misteri dell’erotismo e del piacere.
Il quarto film della da noi poco nota regista australiana Sophie Hyde è una commedia gradevole, che lascia però in bocca un vago sapore di occasione mancata. Si inizia bene, con un passo spavaldo e provocatorio, ben sorretto dai due protagonisti: una sempre incantevole Emma Thompson e un efficace e fascinoso Daryl McCormack. Insieme, dandosi manforte con simpatia e intelligenza, e giocando sui cliché senza eccedere, si mostrano capaci di intrecciare con disinvoltura dialoghi brillanti e gustose gag comiche, fra un malinteso e un’acrobatica inedita esperienza, rendendo la camera d’albergo che costituisce la location praticamente esclusiva dell’intero film un campo di battaglia e di confronto a tratti spassoso.
Tutto questo fino a metà film, quando all’improvviso sceneggiatrice (la comica e autrice televisiva Katy Brand) e regista sembrano bloccarsi, come se di colpo fossero timorose delle conseguenze delle proprie azioni. O forse dei propri desideri. Un film molto meno coraggioso di quello che avrebbe potuto essere, perché la relazione fra la matura Nancy e il giovane Leo finisce col scivolare in una sorta di relazione madre-figlio che toglie brio allo script e spinge inutilmente sul pedale del melodramma.
Il piacere è tutto mio resta comunque un film che fino a pochissimi anni fa sarebbe stato semplicemente impensabile. Quindi è una buona notizia che sia stato realizzato, e che arrivi in questi giorni sugli schermi. È un’ottima notizia poi che un’attrice meravigliosa come Emma Thompson abbia accettato questo ruolo, mettendosi letteralmente a nudo davanti alla cinepresa e agli occhi non necessariamente benevoli dello spettatore. Perché si parla di sesso, evidentemente, ma soprattutto del corpo delle donne, prendendo atto delle imperfezioni, e senza timore di accettare il passare degli anni, con una leggerezza e un’audacia che meritano rispetto, a prescindere.
Il piacere è tutto mio di Sophie Hyde, con Emma Thompson, Daryl McCormack, Les Mabaleka, Lennie Beare, Carina Lopes