È solo un cane (dicono): con Blasco e Marina risate & lacrime

In Interviste, Letteratura, Weekend

Dove si racconta di un cane (molto famoso su Fb e ammalato), della sua padrona/ infermiera, della vicenda della sua famiglia perseguitata perché ebrea, di un paese in Toscana, dell’essere brave persone e degli incroci misteriosi della vita. Un piccolo libro da non perdere

Laughters From Tears (Risate Dalle Lacrime). Così si sarebbe dovuto intitolare un Festival che avevo ideato con Annamaria Percavassi e Cristina Sain, anni fa a Trieste: una serie di film e concerti, incontri e un convegno internazionale dedicati alla grande tradizione letteraria, teatrale, cinematografica e musicale del mondo Yiddish. Non se ne fece nulla, come troppo spesso capita a Trieste. Ma quel titolo mi è tornato di colpo in mente mentre chiudevo la copertina di È solo un cane (dicono), il libro scritto da Marina Morpurgo in libreria per le Edizioni Astoria.

Proprio così: sorrisi e smorfie, risatone e lacrime emanano da questa storia vera che sembra una favola, dove la vita e la morte si prendono a schiaffi e carezze.

Tutto comincia quando Blasco si ammala gravemente. È un cane, certo – scrive Morpurgo – ; è solo un cane – le dicono tutti e cerca di convincersi pure lei. Ma è il mio cane, sbotta infine, il mio bellissimo compagno di vita, il mio eroe! E cerca di spiegare con parole comuni la speciale relazione che chiunque di noi abbia avuto la benedizione della compagnia di un animale conosce molto bene. E così, per raccontare la storia della malattia, Marina Morpurgo – giornalista, traduttrice (sue, fra le altre, le versioni italiane di Israel J. Singer e di sua sorella Esther Kreitman Singer, oltre che della serie di Agatha Raisin), e autrice di libri che spaziano dalla letteratura per ragazzi ai testi di impegno civile – decide di raccontare la storia di Blasco, nato a Gambassi Terme, in provincia di Firenze, l’11 marzo 2008. Proprio nello stesso luogo dove, nel 1943, rischiò di morire – ma riuscì a sfuggire ai nazifascisti – la famiglia dei suoi nonni; e con la loro figlia maggiore, Cecilia, che sposerà più avanti un Morpurgo, ed è la mamma di Marina.

È questa connessione misteriosa ma fattuale che porta allora il libro ad intrecciare la storia di famiglia alla Storia d’Italia, alla storia degli ebrei e a quella di Blasco. La vita dei Bassani è difficile, ci sono pericoli e minacce ma anche brava e buona gente, veri Giusti – che siano o no adeguatamente ricordati, come Morpurgo invece sa fare con gratitudine ma senza sdolcinature.
Ma è Blasco il can-rouge, il padrone di È solo un cane (dicono): le sue disavventure – fra farmaciste troppo deboli di cuore e occhiuti passanti, infermiere innamorate e oncologi da telefilm americano – sono appassionanti e vitali, vere lezioni di buon comportamento per noi umani che quando ci ammaliamo…

Perché Blasco è un cane senziente, ovvio: ascolta, parla, scrive. Al racconto della sua malattia narrata dalla sua padrona (lui però la chiama alternativamente ‘Pupa’ o ‘la mia infermiera’) è lui stesso che fa il controcanto, raccontando da par suo la sua vicenda, e soprattutto le ansie della povera mortale consapevole di esserlo che è la sua Marina.

Leggere questo libro è curativo, istruttivo: dispensa allegria, fornisce informazioni storiche e fa ragionare.

Solo un cane? Non scherziamo, ma scherziamoci sopra! (tratto da Moked.it)

                       

L’intervista al protagonista, Blasco

Blasco, chi ammira di più fra i suoi colleghi?
Spero che lei non pensi a cani subalterni e fisici come Lassie e Rin Tin Tin o peggio ancora Rex. Io sono un cane di concetto, un cane spirituale, e soprattutto di grande dignità. La donna che si prende cura di me, quella che per motivi imperscrutabili continua a credere di essere la mia proprietaria, nel libro cita Argo come uno dei suoi cani preferiti. Ma per carità! Quel cane così dipendente ed emotivo, quasi isterico. Il mio vero modello, glielo dico, è Zanna Bianca.

Le è piaciuto il suo libro?
Mi è piaciuto abbastanza, in certi punti ho quasi rischiato di commuovermi, quando parlava di me. Però non lo scriva, altrimenti quella donna si fa prendere da velleità letterarie e io mi ritrovo a mangiare crocchette come ho fatto per anni. Lasciamo che si occupi della cucina e di fare le commissioni di cui ho bisogno, tipo andare a comperare i francobolli per rispondere alle mie ammiratrici. Ah, sono leggermente scocciato per la devozione che mostra nei confronti dell’oncologo. Questo lo scriva pure, così quella impara.

Le piace avere tante ammiratrici ?
Mi piace moltissimo quando mi riconoscete per strada e salutate prima me e poi quella brava donna, che così capisce come sono le gerarchie. Mi piace ancora di più quando mi portate le Galatine, i biscottini fatti con le vostre mani, i bocconcini. Essere un cane dotato di un appeal irresistibile è faticoso ma ha i suoi vantaggi. (V.F.)

 

  • Il libro, che è corredato da foto inedite e belle della famiglia – e di Blasco -, sarà presentato dai suoi autori con la complicità di Fiona Diwan e Alberto Rollo martedì 18 ottobre, ore 18.30, alla Libreria Cento Fiori di Piazzale Dateo, a Milano
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