Luglio, agosto, e perché no anche settembre, all’insegna del’opera. Dall’Arena di Verona, allo Sferisterio di Macerata, dalle Terme di Caracalla a Salisburgo tutti gli appuntamenti per gli appassionati del genere
Pur nel pieno del mese di luglio, non è mai troppo tardi per cominciare a pensare ai festival estivi d’opera, qualcuno già avviato (Caracalla a Roma e l’Arena a Verona), uno purtroppo già terminato (il Festival dei Due Mondi di Spoleto, ormai il più chic del Paese, che ha chiuso con ventiseimila biglietti staccati e quasi settecentomila euro di incasso), ma la maggior parte è ancora in preparazione e si inizierà nei prossimi giorni.
Cent’anni di Arena
Fino al 9 settembre
Partiamo da Verona, dove il festival areniano compie un secolo di attività, festeggiato lo scorso 16 giugno con una nuova Aida in diretta su Rai 1 con tappeto rosso, Presidente della Repubblica rimpiazzato da Sophia Loren e il Ministro Sangiuliano che si era evidentemente preso una pausa dalla lettura dei libri dello Strega. Attesissimo il ritorno di Anna Netrebko e consorte, Yusif Eyvazov, come protagonisti (i cast cambiano spesso, ma la royal couple dell’opera si potrà risentire 16 e 30 luglio, e 2 agosto). Firma lo spettacolo Stefano Poda, diventato non senza perplessità il regista più conteso di quest’estate. Ma non di sole Aide vive Verona, dove si alternano un nuovo Rigoletto di Antonio Albanese, un vecchio Nabucco di De Bosio, il Barbiere di De Ana e ben tre “zeffirellate”: Carmen, Traviata e Butterfly.
Terme di Caracalla
Fino al 10 agosto
Ricchissima la programmazione estiva dell’Opera di Roma, che come da tradizione trasloca alle Terme di Caracalla. Dopo una interessante rassegna di film-opera, il primo allestimento atteso è la Traviata “cinefila” di Lorenzo Mariani, cui seguirà quel Rigoletto che nel 2020 Damiano Michieletto aveva pensato per il Circo Massimo insieme allo scenografo Paolo Fantin. Dirige Traviata Paolo Arrivabeni, Rigoletto Riccardo Frizza.
Festival Puccini
Dal 14 luglio al 26 agosto
In attesa del centenario pucciniano del 2024, a Torre del Lago si inaugura il 14 con una nuova Bohème “sessantottina” che sarà diretta da Alberto Veronesi con regia di Christophe Gayral, già accusato dalla politica di travisare Puccini con un’idea che più sensata e innocua non si potrebbe. Tocca poi all’elegante allestimento di Turandot di Daniele Abbado diretta da Robert Trevino, cui seguirà una nuova Butterfly di Pier Luigi Pizzi diretta da Francesco Cilluffo. Indovinata la scelta del festival di riprendere l’allestimento del Trittico “ricomposto” dell’Opera di Roma: Tabarro accostato al Barbablù di Bartók, con direzione di Michele Gamba.
Macerata Opera Festival
Dal 20 luglio al 19 agosto
Nel frattempo dall’altra parte dell’Appennino, allo Sferisterio di Macerata, si inaugura il 20 con una nuova Carmen diretta da Donato Renzetti, direttore musicale del festival, con regia di Daniele Menghini (curiosa scelta del festival, dal momento che sono passati pochi anni dalla Carmen di Jacopo Spirei del 2019). Si prosegue con la solita, classica Traviata “degli specchi” di Brockhaus-Svoboda per concludere con una nuova Lucia di Lammermoor con regia di Jean-Louis Grinda e Francesco Ivan Ciampa sul podio. Il festival si allunga fino a oltre metà agosto ma purtroppo non è stato pensato un fine settimana in cui si possano vedere tutte e tre le opere in programma.
Valle d’Itria
Dal 18 luglio al 6 agosto
A Martina Franca il compito di inaugurare la frizzante rassegna estiva di quest’anno tocca a Michele Spotti, che dirigerà un nuovo Turco in Italia messo in scena da Silvia Paoli con Giuliana Gianfaldoni protagonista. È invece all’operetta che si rivolge il direttore musicale del festival, Fabio Luisi, da sempre grande esploratore di tutti i repertori: Il paese dei campanelli di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato, la cui regia è affidata ad Alessandro Talevi. Previste anche un’altra operetta, L’adorable Bel-Boul di Jules Massenet, e due drammi giocosi: L’Orazio di Pietro Auletta e Gli Uccellatori di Florian Leopold Gassmann
Rossini Opera Festival
Dall’11 al 23 agosto
Giunto alla trentanovesima edizione, il Rof di quest’anno è per veri intenditori. Per chiudere il catalogo rossiniano, si presenta per la prima volta in tempi moderni Eduardo e Cristina, che sarà diretta da Jader Bignamini con regia di Stefano Poda (rieccolo) e un ottimo cast con Enea Scala, Anastasia Bartoli e Daniela Barcellona. L’altra nuova produzione è Adelaide di Borgogna, spettacolo di Arnaud Bernard che vedrà sul podio Francesco Lanzillotta. Infine si riprende l’Aureliano in Palmira di Mario Martone che sarà diretto dal barocchista George Petrou. Curiosità a parte, e un festival come il Rof fa bene a proporle, quest’anno manca forse un titolo un po’ più attrattivo.
Aix-en-Provence
Fino al 24 luglio
Per i melomani che si vogliono avventurare all’estero, forse il programma del Festival di Aix (come spesso negli anni scorsi) è quest’anno il più interessante d’Europa. Thomas Ostermeier mette in scena una nuova Opera da tre soldi in francese, coprodotta dalla Comédie-Française e diretta dal giovane Maxime Pascal. Ben due nuove opere sono state presentate a Aix con successo: Picture a Day Like This di George Benjamin e Martin Crimp, e The Faggots and Their Friends Between Revolutions di Philip Venables e Ted Huffman. Simon Rattle dirige la London Symphony in un nuovo Wozzeck messo in scena da Simon McBurney, e Dmitri Tcherniakov riscrive il “suo” Così fan tutte diretto da Thomas Hengelbrock. Ma non mancano nemmeno tre opere in forma di concerto: Le Prophète di Meyerbeer diretto da Mark Elder, Otello di Verdi diretto da Michele Mariotti con Kaufmann, Agresta e Tézier e Lucie De Lammermoor di Donizetti in versione parigina con Daniele Rustioni sul podio e Lisette Oropesa protagonista.
Glyndebourne
Fino al 27 agosto
Per chi abbia intenzione di fare un picnic tra le mucche a Glyndebourne, si affretti a prenotare un posto sul sito, perché vanno esauriti anche prima dei biglietti degli spettacoli. Spettacoli che si preannunciano niente affatto male, specie i Dialogues des Carmélites secondo Barrie Kosky e la direzione di Robin Ticciati, che riprenderà anche lo storico stravinskiano Rake’s Progress di John Cox con le scene di David Hockney, nato nel 1975 e che ha girato un po’ ovunque (anche alla Scala con Riccardo Chailly). Si riprende un vecchio Midsummer Night’s Dream di Britten di Peter Hall, mentre è nuova la produzione Semele di Händel, con regia di Adele Thomas e direzione di Václav Luks.
Salisburgo
Dal 20 luglio al 30 settembre
Infine il festival dei festival: Salisburgo, naturalmente. Si parte con delle nuove Nozze affidate a Raphaël Pichon con regia di Martin Kušej, a più di vent’anni dal suo discusso Don Giovanni. Più travagliato invece il Macbeth verdiano, che avrebbe dovuto dirigere Franz Welser-Möst sostituito invece da Philippe Jordan. La regia è affidata a Krzysztof Warlikowski ed è molto atteso il (rischioso?) debutto di Asmik Grigorian come Lady. Cecilia Bartoli star assoluta dell’Orfeo di Gluck già andato in scena a Pentecoste. Curioso e molto intellettuale il Falstaff di Verdi affidato a Ingo Metzmacher e Christoph Marthaler, due artisti che di solito è più facile immaginarsi per un Wagner o un Berg che per l’opera italiana – ma si sa che Falstaff è sempre un’eccezione. Il nuovo astro della regia Simon Stone lavorerà su The Greek Passion di Bohuslav Martinů, dove incontriamo di nuovo Maxime Pascal sul podio. Infine le opere in forma di concerto: il russo Teodor Currentzis torna al festival, non senza qualche polemica, per The Indian Queen di Purcell, Marco Armiliato tra un’Arena di Verona e l’altra dirigerà I Capuleti e i Montecchi di Bellini, mentre Sir Gardiner Les Troyens di Berlioz.