Da Verona a Spoleto, da Martina Franca a Torre del Lago all’inseguimento di Aide e Tosche o, se si ha il gusto dell’avventura, alla scoperta di opere curiose e innovative
È soprattutto durante l’estate che l’Italia si ricorda di essere il Paese del melodramma. Da Nord a Sud arene, chiostri e altre “splendide cornici” si popolano non solo delle solite Aide e Tosche, ma anche di opere più curiose e da riscoprire, o mal che vada da dimenticare, ma che sarà valsa la pena ascoltare almeno una volta.
Festival dei Due Mondi (fino al 10 luglio)
A Spoleto si è già inaugurata la nuova edizione dello storico festival ideato 65 anni fa da Gian Carlo Menotti. La direttrice Monique Veaute quest’anno ha finalmente presentato una rassegna non limitata da misure restrittive dovute al Covid. Come l’estate scorsa, una delle carte vincenti è la residenza di due orchestre come la Budapest e Santa Cecilia, in più alla programmazione non mancano certo idee audaci e sperimentali. Attesissima per esempio La Voix humaine il 2 luglio con Barbara Hannigan nel doppio ruolo di cantante e direttrice, ma anche due curiosi esperimenti di teatro musicale: Demi-Véronique di Jeanne Candel, creazione collettiva ispirata alla Sinfonia n. 5 di Gustav Mahler, e Sans tambour di Samuel Achache, che riflette su “come si guarda la musica” a partire dal Liederkreis op. 39 di Robert Schumann. Concerto finale il 10 luglio con Antonio Pappano e un programma di musica americana tra Barber e Colpand.
Terme di Caracalla (dall’1 luglio al 9 agosto)
Dopo due anni in trasferta al Circo Massimo, la stagione estiva dell’Opera di Roma torna alle Terme di Caracalla, inaugurando venerdì 1 luglio con un titolo decisamente inusuale, mai messo in scena in Italia: Mass di Leonard Bernstein, discusso, per non dire stroncato lavoro del 1971, “pezzo teatrale per cantanti, musicisti e ballerini” che a Roma sarà diretto dal venezuelano Diego Matheuz con la regia di Damiano Michieletto, che punterà sulla mescolanza dei generi. Seguiranno titoli decisamente più popolari: Carmen, il balletto Notre Dame de Paris e infine Il barbiere di Siviglia.
Arena di Verona (fino al 4 settembre)
A proposito di teatro popolare, l’Arena giustamente non rinnega e anzi esalta il suo ruolo di aggregatore di masse, con un festival nel segno di Franco Zeffirelli, di cui si vedranno ben quattro produzioni storiche per ridefinire il concetto di horror vacui: Carmen, che ha inaugurato la stagione lo scorso 17 giugno, poi Aida, Traviata e Turandot. Unica eccezione a questa monografia il Nabucco risorgimentale di Arnaud Bernard, con una riproduzione in scena del Teatro alla Scala. Tra dive e divi che saliranno sul palco dell’Arena si segnalano Elina Garanča in Carmen, Anna Netrebko in Aida e Turandot, Lisette Oropesa in Traviata e Placido Domingo in un Gala verdiano.
Macerata Opera Festival (dal 19 luglio al 21 agosto)
Nuova direzione artistica allo Sferisterio quest’anno con Paolo Pinamonti. Il festival avrà il cinema come filo conduttore: per l’ambientazione che Valentina Carrasco ha scelto per la Tosca inaugurale, già prevista due anni fa, che si svolgerà su un set e sarà diretta da Donato Renzetti. Ma anche per il curioso accostamento tra Pagliacci di Leoncavallo nell’allestimento di Alessandro Talevi e The Circus di Charlie Chaplin, che sarà proiettato con la colonna sonora originale ripristinata da Timothy Brock, sul podio. Terzo titolo del festival (anch’esso rinviato dal 2020) un nuovo Barbiere di Siviglia realizzato da giovani artisti under 35 vincitori di un concorso internazionale per regia, scene e costumi svoltosi due anni fa.
Festival della Valle d’Itria (dal 19 luglio al 6 agosto)
Nuova direzione artistica anche a Martina Franca: si tratta di Sebastian Schwarz, che nel suo primo anno tra i trulli presenta un’interessante programmazione che si aprirà il 19 luglio con Le Joueur, versione francese del capolavoro di Prokof’ev tratto dal romanzo di Dostoevskij, l’unica ascoltata dal compositore alla prima a Bruxellex nel 1929. Direzione e regia sono affidati a due inglesi che il pubblico italiano conosce bene: Jan Latham Koenig e David Pountney. Il direttore musicale del festival Fabio Luisi torna al suo amato Bellini con Beatrice di Tenda, risposta del catanese all’Anna Bolena di Donizetti, assai poco eseguita nonostante la bellezza di certe pagine (memorabili le scene di insieme, e l’aria finale della protagonista “Ah! se un’urna è a me concessa”). L’opera sarà eseguita in forma di concerto, protagonista Giuliana Gianfaldoni. Da segnalare anche Il Xerse di Francesco Cavalli, affidato alle cure musicali di Federico Maria Sardelli e sceniche di Leo Muscato.
Festival Puccini (dal 15 luglio al 27 agosto)
A Torre del Lago si parte con una Butterfly diretta da Alberto Veronesi, in un allestimento del 2020 di Manu Lalli, seguita da una Tosca anni Trenta di Pier Luigi Pizzi proveniente dall’Opera di Roma. Torna poi la Turandot di Daniele Abbado nata lo scorso anno, con Michele Gamba sul podio, e infine La rondine di Denis Krief prodotta dal Maggio che sarà diretta da Roberto Trevino. Interessante lo spazio che il direttore artistico Giorgio Battistelli ha voluto per la contemporanea, con Jakob Lenz di Wolfgang Rihm e Satyricon di Bruno Maderna.
Rossini Opera Festival (dal 9 al 21 agosto 2022)
Sono due le nuove produzioni del Rof di quest’anno: Le Comte Ory con Diego Matheuz e regia, scene e costumi di Hugo De Ana e Otello, che sarà diretto da Yves Abel e messo in scena da Rosetta Cucchi. Nel cast dell’Ory Juan Diego Flórez, che da quest’anno è il nuovo direttore artistico della rassegna rossiniana. Terzo titolo la ripresa della Gazzetta con regia di Marco Carniti. Infine per la chiusura del festival è previsto un gala, intitolato Tra rondò e tournedos, che celebra i quarant’anni di presenza di Pier Luigi Pizzi al Rof, dove ha messo in scena ben 23 spettacoli. Parteciperanno Vasilisa Berzhanskaya, Eleonora Buratto, Aya Wakizono, Giorgio Caoduro, Dmitry Korchak e altri ancora, con la direzione di Diego Matheuz, e sarà Pizzi stesso a curarne la messinscena.
Ravello Festival (dall’8 luglio al 3 settembre)
Come sempre a Ravello sono attesi grandi orchestre e direttori per celebrare i settant’anni del festival, nato nel 1953 con due concerti che a loro volta celebravano il settantesimo anniversario della morte di Wagner. Cominciando dalle compagini italiane, l’Orchestra del San Carlo con Juraj Valčuha, l’Orchestra del Maggio con Zubin Mehta, Santa Cecilia con Myung-Whun Chung e la Cherubini con Riccardo Muti. Dall’estero arriveranno la Slovenian Philharmonic Orchestra con Christoph Eschenbach, la National Youth Orchestra of the USA con Daniel Harding e musicAeterna con Teodor Currentzis.
In copertina: Teatro Romano di Spoleto (foto di Andrea Veroni)