Nuova edizione per la raccolta di racconti che impose Niccolò Ammaniti all’attenzione generale. Anche a quella di Alberto Asor Rosa
Era il 1997 quando Niccolò Ammaniti, dopo il timido esordio di Branchie presso un piccolo editore di Roma, faceva il salto verso il grande pubblico. Il libro non era un romanzo ma una raccolta di racconti. Si chiamava Fango e fu la rivelazione di un narratore senza pari. Oggi Fango è tornato in libreria in una nuova edizione Einaudi, aggiornata con la prefazione di Alberto Asor Rosa.
Un’occasione di rileggerlo o riscoprirlo. Innanzitutto perché tra le pagine di questo libro è raccolta molta della materia da cui lo scrittore romano trarrà ispirazione per i suoi successivi romanzi. Poi, perché ogni storia a partire dall’Ultimo capodanno dell’umanità fino a Ferro è semplicemente una sorpresa. Infine, perché, dopo le recenti prove deludenti (Che la festa cominci e Il momento è delicato) è giusto tornare a vedere di cosa Ammaniti sia realmente capace e di cosa ancora sia giusto aspettarsi da lui.
L’ultimo capodanno dell’umanità, portato sullo schermo da Marco Risi, è senza dubbio il più celebre dei racconti. Ammaniti ritrae abilmente con la tecnica del montaggio un girone di personaggi alle prese con i propri fantasmi e le proprie nevrosi. Il racconto si presenta architettonicamente come una vera e propria bomba ad orologeria, pronta ad esplodere. Il Comprensorio Residenziale delle Isole, dove la storia è ambientata, diventa teatro di una resa finale dei conti, di un’apocalisse anticipata, in cui a nessuno è concesso di fare ritorno. Eccetto a quella Filomena Belpedio, personaggio sciagurato cui Ammaniti ci chiede nella scena finale di guardare attentamente, restituendoci un’immagine in cui senso del tragico e dell’assurdo si materializzano con grande potenza.
Smaltita la sbornia di adrenalina, il lettore si imbatte in Rispetto. Uno dei racconti più brevi della raccolta. Tre ragazzi conoscono tre coetanee in discoteca con cui a fine serata decidono di dirigersi a spiaggia. Ma fin da subito, il confine tra sesso e violenza si rivela sottilissimo. Con un ritmo fulmineo e uno stile freddo ed incisivo, Ammaniti ci trascina fino a un epilogo da far accapponare la pelle.
Invece Ti sogno, con terrore e Lo zoologo pur nella loro diversità, cupo il primo ed estremamente divertente il secondo, presentano uno sfondo comune che è quello dell’ossessione. Nel primo caso, di quella che trasforma e deforma la realtà. Nel secondo, invece, dell’ossessione che prosciuga ogni vitalità e lascia l’individuo in balìa di un istinto primordiale e grezzo.
Fango (Vivere e morire al Prenestino) il racconto che intitola la raccolta ruota attorno al picciotto Albertino, imbarcatosi quasi per sbaglio in una guerra senza ritorno contro il suo capo, raccontata con grande intensità. A chiudere il sipario, ci pensano Carta e Ferro. Il primo, violento e grottesco, il secondo pur nella sua macabra follia, dolce e memorabile.
“Fango” di Niccolò Ammaniti (Einaudi, pp. 357, 12 euro, ebook 6,99)