Nella scoppiettante, coloratissima, illogica, divertente ma anche amara storia d’amore tra due donne in un’America da spot anni Cinquanta, si parla anche, e molto, di noi. E di temi attuali, come la ricerca della propria identità e l’accettazione di se stessi e degli altri. Sebastiano Mauri firma, per un cast in forma, un’ottima trasposizione in immagini di un testo scritto e recitato da Timi a teatro, dal 2011
Favola è il film diretto da Sebastiano Mauri, che apre il 21 giugno il Festival MIX di Milano (proiezioni fino al 24 al Teatro Strehler e al Teatro Studio Melato, tutto il programma sul sito festivalmixmilano.com/) e arriverà poi nelle sale, almeno per ora, solo tre giorni, dal 25 al 27 giugno. È la versione per immagini dello spettacolo teatrale scritto da Filippo Timi nel 2011, ed è passato nella sezione “After Hours” del Torino Film Festival 2017. Siamo negli Stati Uniti degli anni cinquanta, tra barboncini impagliati, tè corretti al whisky, peccaminose lezioni di mambo e minacce d’invasioni aliene, e Mrs. Fairytale (un Filippo Timi anche qui in abiti femminili) passa le sue giornate con l’amica Mrs. Emerald (Lucia Mascino), “rinchiuse” in un meravigliosa casa dei sogni e senza un attimo di respiro. Un mondo surreale in cui le aspirazioni e i sogni dei personaggi prendono corpo, si scontrano, crollano e si realizzano.
Favola è il teatro che tende verso la dimensione del cinema e lo compenetra, facendo però trasparire la sua natura derivante dal palcoscenico, in un film assurdo e totalmente fuori dal tempo e dallo spazio, che fa diventare lo spettatore ospite della casa della protagonista, permettendogli di muoversi tra le camere illuminate e coloratissime in cui si consumano istanti di irrazionale e sfavillante pazzia. Con questo suo spirito da réclame, da pubblicità dell’epoca, con l’aggiunta della portante guida della farsa, l’opera trasuda una cura del dettaglio che si materializza nei costumi e nelle scenografie, decisamente appariscenti: e riesce a garantire il giusto quantitativo di kitsch ed esagerazione al racconto, donando poi agli attori (Timi su tutti) un personale palco sul quale esagerare. Il film ha dalla sua un cast artistico eccezionale: tutti gli interpreti sono perfetti nelle parti e riescono nella difficile impresa di rimanere estremamente convincenti nonostante la cifra stilistica della loro recitazione sia volutamente, e molto, sopra le righe. Ogni azione che compiono, anche la più assurda, risulta credibile, perfettamente giustificata.
Detto questo la regia di Sebastiano Mauri resta decisamente visionaria e riesce a calare appieno lo spettatore in questa realtà alternativa, onirica e simbolica, e a guidarlo, senza essere mai didascalico, attraverso una trama complessa nella quale sarebbe stato facile perdersi. La fotografia di Renato Berta collabora attivamente alla creazione di questo mondo. I suoi colori sgargianti rappresentano sempre lo stato d’animo della protagonista, regalandoci alcuni fotogrammi che sembrano quasi opere d’arte, per quanto sono ben realizzati.
Una commedia, dunque, però dal sapore amaro, capace di far ridere, di commuovere e di indignare. Un film sull’importanza dell’amore e dell’accettazione, di se stessi e degli altri, un sogno in cui chiunque può essere chi vuole, nascondendo però una realtà fatta di paure e discriminazioni. È l’amore il motore che muove gli ingranaggi e permette a Mrs. Fairytale di comprendere che, al di là delle mura domestiche, della perfetta famiglia americana, vi è un altro mondo di felicità. Indizi disseminati qua e là permettono allo spettatore di arrivare, seppur velatamente, alla verità che sta dietro la sfarzosa finzione, chiarita nell’happy ending. E il finale è effettivamente un finale da Favola, la giusta conclusione di una storia surreale che trascina lo spettatore in un’ambientazione da serie tv anni Cinquanta-Sessanta, contornata però da indizi alla Shutter Island e dall’alternanza di scene comiche a scene drammatiche di TwinPeaksiana memoria.
Un film surreale, eccentrico, scintillante ed entusiasmante: e, nel suo essere sopra le righe, nel cercare il confronto con il tema dell’identità, attualissimo. Un messaggio, oggi quanto mai importante, lasciato trapelare attraverso una via originale, un respiro di illogicità di cui tanto abbiamo bisogno, almeno quanto l’incastrata protagonista del film. Il coraggio di non avere paura di mostrare chi sentiamo di essere in un dramma comico in cui tutto è così tragicamente meraviglioso.
Favola, di Sebastiano Mauri, con Filippo Timi, Lucia Mascino, Luca Santagostino, Sergio Albelli, Piera Degli Esposti.