Prokof’ev, sinfonie di una vita

In Musica

Due le partiture del compositore russo rilette dalla bacchetta “magica” dell’americano, di origine orientale, Fawzi Haimor all’Auditorium

Si direbbe il racconto di una vita attraverso il proprio lavoro. Musicale.

Protagonista la Sinfonia secondo Sergej Prokof’ev (1891–1953), voce narrante l’Orchestra Verdi diretta da Fawzi Haimor il 13 marzo all’Auditorium.

Come in un gioco di specchi il programma del concerto ricalca il percorso biografico dell’autore, presentandoci in apertura la sinfonietta in la maggiore op.5/48 (1909), con un Prokof’ev appena diciottenne, alle prese per la prima volta con un programma sinfonico tra tradizione e innovazione, talento ed ironia; e da allievo abile pronto a rubare qualcosa da tutti i maestri del passato (partendo da Haydn per approdare fino a Cajkovskij).

In chiusura come ultimo capitolo del concerto e della storia del compositore la sinfonia nr. 7 in do diesis minore op. 131 (1952) dove l’autore mostra tutta la sua maturità e sicurezza professionale, dando prova di come la musica possa in rari casi (solo tra le mani dei più grandi) essere voce dell’intimità di una persona anche in momenti complessi ed ambigui come il regime staliniano.

Alla regia dell’evento il Maestro Haimor, 35 anni, direttore stabile della Pittsburgh Symphony Orchestra, che con idee molto chiare ricava un suono pieno ed equilibrato da un’orchestra reattiva e per niente timida.

Fawzi Haimor

Emozionante l’esecuzione della settima sinfonia dove l’organico ha dimostrato professionalità e affiatamento sia nelle parti più spensierate sia in quelle zone d’ombra disseminate all’interno dell’opera. Unico neo, un difetto di bilanciamento nella sinfonietta dove gli ottoni, nei punti di climax, si sono dimostrati un po’ troppo preponderanti nei confronti dei colleghi.

Incastonato nel mezzo il concerto per pianoforte e orchestra di W.A.Mozart in do minore k 491 (1786), secondo e ultimo concerto in una tonalità minore e tra i più frammentari e, al contempo, tra i più raffinati concerti di Mozart.

Al pianoforte in un’esecuzione sobria e precisa, Gabriele Carcano, classe 1985, il quale ha dimostrato, particolarmente nel larghetto, tutta la sua sensibilità e potenzialità. Bis: sarabanda dalla quarta partita in re maggiore di J.S. Bach bwv 828.

Oltre alla bellezza delle pagine presentate, l’elemento incantevole del concerto è stato vedere e soprattutto sentire come si possa far musica di qualità con musicisti giovani e preparati.

All’Auditorium concerto dell’Orchestra Verdi, dirige Fawzi Haimor, al piano Gabriele Carcano. Musiche di Sergej Prokof’ev e W.A.Mozart

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