Ex studenti della Statale di Milano, da scrittori affermati, si raccontano dentro e intorno “al cuore” di Lettere e Filosofia.
L’idea: domandare ad alcuni ex studenti della Statale di Milano un breve contributo narrativo sulla propria esperienza universitaria. Il risultato: Festa del Perdono. Cronache dai decenni inutili che raccoglie i contributi di sei scrittori nati tra il ’64 e il ’69 – Bertante, Domanin, Nove, Janeczek, Papi e Scurati – che, con generi e stili diversi – pur nella comune tendenza elucubrante a mescolare memoir e autofinzione – raccontano le proprie personali esperienze.
Alessandro Bertante, attraverso una giornata universitaria del suo alter ego Alessio, sancisce la rinuncia all’eredità degli anni ’70 e alle grandi battaglie dei padri. Igino Domanin ripiega su una vita familiare dominata dall’atarassia; Aldo Nove con la sua «palla pazza che strumpallazza» oppone le sue autistiche e divertite idiosincrasie alla spietata indifferenza del mondo, mentre Helena Janeczek osserva Milano da una prospettiva straniata, con uno sguardo quasi sociologico che si sofferma su tessuti e indumenti.
Più lunghi i racconti di Giacomo Papi e Antonio Scurati. Quest’ultimo, con spiccata verve autobiografica, apre e chiude il suo racconto con Festa del Perdono (l’apertura fa sorridere perché nel ritratto poco lusinghiero del suo relatore si riconosce senza margine di errore un noto filosofo, esperto di Estetica e assiduo frequentatore di salotti televisivi) ma nel mezzo ci inserisce una gran quantità di fatti privati e pubblici, nonché una lunga parentesi parigina. Papi invece, vagabonda per Milano da vero flâneur, intervallando i ricordi personali con una ricchissima gamma di nozioni metereologiche e aneddoti storici, tra i quali più dei grandi eventi sembra spiccare il bizzarro fatto di cronaca di un turista giapponese ucciso da una lastra di pietra precipitata da un cornicione in piazza Santo Stefano.
Santo Stefano più di Festa del Perdono sembra avere nel libro un ruolo preponderante: «Qui nei secoli accade di tutto: assassinano un duca e battezzano Caravaggio, si svolgono pubbliche esecuzioni e un signore giapponese incontra la morte». Festa del Perdono, l’università, resta invece una presenza marginale, da cui tuttalpiù prendere le distanze, come osserva Mauro Novelli nella postfazione: «Nessuno rammenta, neppure per sbaglio, lezioni e confronti. I professori sfumano nell’ombra, se si eccettua qualche comparsata di figure del tutto eslege».
“Festa del Perdono” di Alessandro Bertante, Igino Domanin, Aldo Nove, Helena Janeczeck, Giacomo Papi, Antonio Scurati, Mauro Novelli (Bompiani, pp. 157, 15 euro, ebook 8,99 euro)