Festival Mix, quattro giorni per declinare l’amore, in tutti i sensi e in ogni direzione

In Cinema

Dal 15 al 18 giugno al Piccolo Teatro Strehler appuntamento col cinema, la letteratura e la musica, per la rassegna – di cui Cultweek è media partner – che vi farà di conoscere le ultime novità sul mondo queer e gaylesbico. Apre Isabelle Huppert, star di “Souvenir”, chiude il reportage “My Wonderful West Berlin” di Jochen Hich: in mezzo oltre 50 titoli tra film di fiction, corti e documentari, tutti a ingresso libero. Da segnalare anche “Corniche Kennedy” al Beltrade e “Essere Rossana Rossanda” all’Oberdan

Milano d’estate al cinema non è solo Arianteo, con anteprime e “svisti di stagione”, o, al “chiuso”, gli immancabili kolossal che tengono la vetta del botteghino, da Pirati dei Caraibi n. 5 con Johnny Depp a Wonder Woman, alla nuova Mummia con Tom Cruise. C’è, in questa settimana, il Festival Mix Milano n. 31, che vuole raccontare la nuova identità queer, sempre in continua evoluzione, grazie al cinema, alla letteratura e alla musica. L’appuntamento di quest’anno, intitolato “More & More Love”, di cui Cultweek è media partner, è fissato dal dal 15 al 18 giugno al Piccolo Teatro Strehler, dove l’ingresso è libero a tutte le manifestazione e incontri per le amiche e gli amici del Mix che effettueranno il tesseramento all’associazione culturale Mix Milano (info qui). La “Queen of Comedy” di quest’anno è Serra Yilmaz, attrice di origini turche e simbolo del cinema di Ferzan Ozpetek – il premio le verrà consegnato venerdì 16 mentre “Queen of Music” è già stata incoronata Malika Ayane.

Come ogni anno, però, il piatto forte è il cinema gaylesbico, forte nell’edizione 2017 di oltre 50 titoli divisi nelle tre sezioni lungometraggi, documentari e corti, con giurie e premio finale anche del pubblico presente alle proiezioni. Il programma apre oggi con una doppietta di prim’ordine: alle 20 Isabelle Huppert, star francese in questo momento davvero al top, interpreta in Souvenir di Bavo Defurne il ruolo di Liliane, una signora di mezza età che lavora in una fabbrica di patè ma in giovinezza ha avuto una brillante carriera musicale. La sua vita sembra proseguire senza sorprese finche nell’azienda arriva l’esuberante Jean, 21enne aspirante boxeur di cui lei si innamora, che la convince a ricominciare a cantare, Alle 22 seguirà Chavela, documentario firmato a quattro mani da Catherine Gund e Daresha Kyi sulla grande interprete di canzoni popolari messicane Chavela Vargas, la cui vita avventurosa (è morta, 93enne, nel 2012) di militante politica e artistica, lesbica dichiarata, l’ha avvicinata a grandi personaggi del ‘900 da Frida Khalo ad Ava Gardner a Pedro Almodòvar.

Isabelle Huppert in “Souvenir”

Nei giorni successivi, il programma del festival (tutte le informazioni sul sito www.festivalmixmilano.com/) offre venerdì 16 alle 22.45  Signature move di Jennifer Reeder, storia d’amore ambientata a Chicago tra l’avvocatessa d’origine pakistana Zaynab, legata alla madre e a un mondo più tradizionale e la messicana disinibita Anna, sabato alle 20.30 After Louie del britannico Vincent Cagliostro, che mostra l’incontro tra Sam, protagonista in prima persona della prima generazione gay e sopravvissuto alla falcidie dell’Aids, che s’innamora di un ragazzo molto più giovane, spensierato e social-dipendente di lui – e la cosa costringe entrambi a misurarsi con le differenze di età e di cultura – e alle 22.30 The Guys next Door di Amy Geller e Allie Humenuk, ritratto di una modern family in cui Erik e Sandro vivono con le loro due figlie avute grazie all’amica Rachel, la quale a sua volta ha sposato Tony, facendo con lui altri tre figli. Nei tre anni del racconto in cui si sviluppa questo film documento, si mescolano episodi divertenti e riflessioni universali.

Infine, domenica 18 si chiuderà alle 20 con l’islandese Heartstone di Guðmundur Arnar Guðmundsson, storia delle prime esperienze sentimentali, etero e omo, di due adolescenti, Thor e Christian che abitano in un villaggio di pescatori, alle 20.45 con le vite parallele di Lez e Terry, pioniere del lesbismo in Sudafrica, madri e donne di successo anche nel lavoro in While You Weren’t Looking di Catherine Stewart e alle 22.30 con un grande affresco della scena queer e gay tedesca, My Wonderful West Berlin di Jochen Hich, che mescola materiali d’archivio a immagini più recenti.

“Heartstone” di Guðmundur Arnar Guðmundsson

Una proposta di cinema diverso arriva anche dal cinema Beltrade: dal romanzo omonimo della scrittrice Maylis de Kerangal, la 60enne regista algerina Dominique Cabrera ha realizzato con Corniche Kennedy, un potente affresco generazionale un po’ travestito, da polar, e un sensuale atto d’amore per Marsiglia, il suo mare e la sua terra selvaggia, visti negli occhi di una pattuglia di irriducibili adolescenti di origine proletaria e di una ragazzina chic. Lungo la strada costiera che parte dalla grande città mediterranea, affollata di ville lussuose, sette adolescenti sfidano le leggi della prudenza tuffandosi da scogliere alte anche 15 o 20 metri. Dalle finestre della sua ricca magione, e poi dalla spiaggia che le appartiene, Suzanne (cui dà volto la brava/antipatica Lola Créton) li osserva: vorrebbe essere, vivere come e con loro, sfidando agiata famiglia e convenzioni borghesi, e farà l’impossibile per riuscirci, mettendosi e mettendoli però tutti in un mare di guai.

Da ultimo sono da segnalare le ultime proiezioni allo Spazio Oberdan, fino a sabato 17, di Essere Rossana Rossanda, documentario realizzato dalla regista e gallerista Mara Chiaretti, da 40 anni amica di Rossanda, che ruota intorno a 5 faccia a faccia tra la scrittrice e intellettuale comunista e Fabrizio Barca, Philippe Daverio, Carlo Freccero, Nadia Fusini, Sandro Lombardi, tutti realizzati per l’occasione. Importanti comunque anche le immagini d’epoca, che illustrano alcune tappe importanti del percorso umano e professionale della “Ragazza del secolo scorso”, dalla militanza politica nel Pci all’espulsione dal partito, dalla fondazione del quotidiano il Manifesto nel 1969 all’amicizia con Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre, dall’incontro con Castro, pasta al pomodoro cucinata una cucina da campo compresa, alla fuga notturna per Praga con PierPaolo Pasolini.

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