Venite, vi accompagniamo al Mix, 32 anni ben portati

In Cinema, Weekend

Cinquanta titoli tra film, documentari e corti, decisamente di alto livello medio alla 32ma edizione del Festival Mix di Milano in programma dal 21 al 24 giugno. Una guida ragionata al festival che dimostra come ormai il cinema gaylesbico e queer abbia raggiunto una maturità e un’articolazione espressiva di sicura presa

Il Festival MIX Milano ha 32 anni e li dimostra tutti. Ma in senso positivo. Il Festival di cinema gaylesbico e queer Culture, programmato insieme a Immaginaria e in cartellone dal 21 al 24 giugno 2018 con proiezioni al Piccolo Teatro Strehler e al Piccolo Teatro Studio Melato, di cui Cultweek è media partner con una  menzione che assegneremo al film da noi giudicato più interessante, offre quest’anno una selezione di ben 50 titoli tra film a soggetto, documentari e corti, decisamente di alto livello medio e con punte di sicuro interesse per maturità narrativa, qualità registica e sorprendente varietà di interpretazioni.

Oggi quel cinema che un tempo si definiva “a tematiche omosessuali”, approdato già quasi 50 anni fa a Hollywood con l’intenso Festa per il compleanno del caro amico Harold di William Friedkin (1970), è a vario titolo diventato mainstream grazie agli Oscar vinti da titoli del calibro di I segreti di Brockeback Mountain (ad Ang Lee miglior regista, alla sceneggiatura e alla colonna sonora, ma anche Leone d’oro alla Mostra di Venezia 2005) o Milk (2008) di Gus Van Sant (oscar alla sceneggiatura e a Sean Penn come miglior attore), o ancora alla Palma d’Oro del Festival di Cannes 2014 a La vita di Adele di Abdellatif Kechiche.

Così oggi la produzione supera, e in qualche modo riassume, le caratteristiche originarie di una creatività orgogliosamente diversa, golosamente provocatoria (a/proibita) e programmaticamente militante. I temi dell’amore, anche esplicitamente, fisicamente esibito, restano sì molto presenti ma come un po’ smorzati, in qualche caso più pudicamente descritti, e le prime giustificate istanze di ribellione, anche collettiva, a una società oscurantista e discriminatoria, finiscono più nelle storie dei singoli che nella realtà di gruppi e movimenti che oggi sono maggiormente testimoniati dal versante documentario.

Le tematiche Lgbt, e questo pare un elemento di avanzamento globale nel nostro costume, sono ormai parte integrante della vita di tutti, gay o etero (o altro) che siano. E così prendono forma anche nei film di questa rassegna, in due almeno, e dei più interessanti (Freak Show e Sensitivity Training), problematiche relativamente nuove, come l’amicizia tra persone dello stesso genere che forse sognano (almeno una/uno dei due) sviluppi sentimentali ma finiscono per restare soltanto, e con grande ricchezza umana, “amici/he”.

Forse questo dipende anche dal fatto che questo genere di temi e atmosfere si ritrovano oggi in ogni genere di film,  cinemadi qualità ma anche “commerciale”, in circolazione senza limitazioni o quasi (VM 18, a volte) nelle sale, dalla commedia adolescenziale (vedi il gradevole Tuo, Simon) ai drammi socio-psicologici d’ambiente (La terra di Dio, se l’avete perso recuperatelo), al biopic d’autore e d’attore (The Happy Prince con un crepuscolare, impagabile Ruper Everett nei panni dell’ultimo, malinconico ma divertente, Oscar Wilde.

Veniamo, film per film, al ricco menù di proiezioni, tutte a ingresso libero con l’acquisto  della tessera dall’Associazione Culturale MIX Milano (a 10 euro online fino al 20 giugno, e dopo a 15 euro), che sarà aperto il 21, fuori concorso, da Favola di Sebastiano Mauri, adattamento dello spettacolo scritto e interpretato da Filippo Timi, protagonista anche del film che sarà poi nelle sale, come evento speciale, solo il 25, 26, 27 giugno. Commedia fantastica e dissacrante sul tema dell’identità, divertente e ben recitata, oltre che da Timi, anche da Lucia Mascino e Piera Degli Esposti, racconta la storia di due casalinghe assai particolari nella provincia americana degli anni Cinquanta, Mrs Fairytale (Filippo Timi) e la sua migliore amica Mrs Emerald, (Lucia Mascino). Il Festival incoronerà venerdì 22 Queen of Comedy Iaia Forte, ottima interprete napoletana con pari attitudine al cinema e al teatro, e giovedì 21 Syria come Queen of Music 2018. Fra gli ospiti previsti nella rassegna, che in qualche modo introdurrà anche la Pride Week milanese, il giovane attore Alex Lawther, noto al grande pubblico per la serie Netflix The End Of The F***ing World, qui presente come protagonista di Freak Show, il film che ha visto debuttare nel cinema da regista Trudie Styler, moglie di Sting, che insieme a lui incontrerà il pubblico.

 

I LUNGOMETRAGGI

Freak Show di Trudie Styler, USA, 2017, 95′
La vita di Billy Bloom (Alex Lawther) con la madre Muv (Bette Midler) era perfetta e piena di eccessi, ma viene spedito a vivere al sud, dal padre freddo e conformista, dove inizia a frequentare un liceo in cui mean girls bigotte e bulli aggressivi non gli danno tregua. Perderà il titolo di “reginetta della scuola”, ma riuscirà a conquistare l’amicizia del generoso Flip (Ian Nelson) e soprattutto ad essere se stesso, contro tutto e tutti.

Just FriendsAnteprima assoluta di Ellen Smit, Paesi Bassi, 2018, 78′
Al decimo anniversario della morte del padre, Joris (Josha Stradowski) si ritrova a fare i conti con la sua assenza, quando incontra Yad (Majd Mardo), che torna a casa dalla sua famiglia dopo aver vissuto da solo ad Amsterdam. Nonostante siano molto diversi, tra i due c’è un colpo di fulmine. Vorrebbero essere più che “solo amici”, ma entrambi hanno complicate relazioni con madri ingombranti, che rendono difficile il loro rapporto.

MarilynAnteprima italiana di Martín Rodríguez Redondo, Argentina/Cile, 2018, 80′
Un’opera prima di grande, asciutta, drammaticità. Marcos (il giovane, bravissimo Walter Rodriguez) è un ragazzo di campagna 17enne che scopre la sua omosessualità in un ambiente arretrato e ostile. Soprannominato Marilyn da altri adolescenti della sua piccola città di provincia, diventa oggetto di desiderio e insieme di discriminazioni e aggressioni. Sempre più angosciato, finisce per concepire un gesto di rivolta estremo, anche contro la sua famiglia

M/M di Drew Lint, Canada/Germania, 2017, 81′
Matthew è un giovane franco-canadese appena arrivato a Berlino per ricominciare la sua vita da zero, lontano da una madre ossessiva. La metropoli gli trasmette solitudine, estraneità, ma quando incontra il muscoloso artista Matthias ne rimane incantato. La loro storia sarà però molto complicata. Debutto del canadese Drew Lint, che si è ispirato alla sua esperienza di vita a Berlino, è un racconto onirico, a tratti allucinato sul tema dei confini della propria identità.

Montana di Limor Shmila, Israele, 2017, 79′
Efi (Noa Biron) torna da Jaffa ad Akko, la sua città d’origine per la morte dell’amato nonno. E lì si innamora di Karen (Avi Malka), insegnante, moglie e madre di due figli. Ma gli intrecci tra uomini e donne nel piccolo centro sono complessi, nascondono antiche sofferenze e l’amore tra le due s’intreccia a drammi del presente, come la passione dello zio per la giovanissima figlia di Karen.

My Days of Mercy di Tali Shalom-Ezer, USA/UK, 2017, 103′
Le sorelle Lucy e Martha Morrow sono attiviste per l’abolizione della pena di morte in tutto il Midwest. A uno di questi raduni Lucy incontra Mercy, che sta dall’altra parte perché il padre, poliziotto, è stato vittima dall’uomo che sta per essere giustiziato. Lucy le rivela invece che suo padre, condannato per omicidio è nel braccio della morte, e per questo lei è abolizionista. Ora dovranno superare le differenze che rischiano di sgretolare il loro rapporto. Con Ellen Page e Kate Mara.

Nina di Olga Chajdas, Polonia, 2018, 130′
Il matrimonio di Nina, insegnante sulla trentina, è in crisi perché non riesce ad avere figli. Quando con il marito Wojtek incontra Magda (Eliza Rycembel), lesbica libera che non rinuncia a rapporti occasionali, le propone di diventare la madre surrogata del loro bambino, Magda si lascia trascinare all’interno della dinamica della coppia, ma alla finisce per essere al centro della passione di entrambi, soprattutto di Nina, per lei. Dal festival di Rotterdam.

 Para Aduma (Red Cow) – Anteprima italiana di Tsivia Barkai Yacov, Israele, 2018, 90′
I capelli di Benny (Avigayil Koevary ) sono rossi come il pelo del vitellino tenuto come tesoro dal devoto padre, il quale crede porterà loro la salvezza. Ma la 17enne, orfana alla nascita della madre e che da sempre vive con lui, si sente intrappolata come la bestiola nel suo recinto, sempre più critica verso la religiosità paterna e il suo estremismo politici. Poi conosce Yael, giovane donna sicura di sé che scatenerà in lei desideri e emozioni. Dalla Berlinale 2018.

 Porcupine Lake – di Ingrid Veninger, Canada, 2017, 85′
Durante l’estate la 13enne Bea arriva da Toronto con la madre nel nord Ontario, dove l’aspetta il padre che lavora nel loro ristorante. Bea è triste e sola, non ha amici e i genitori hanno deciso di divorziare dopo una vita di litigi. Al suo fianco arriverà Kate, che vive lì con la madre, un fratello spaccone e una rabbiosa sorella più grande. Fra le due, poco più che bambine, scatta una forte curiosità. Un film tenero diretto Ingrid Veininger, attrice e regista slovacca.

Postcards from London di Steve McLean, UK, 2017, 87′
Jim, bellissimo ragazzo, arriva a Londra in cerca di fortuna. Subito s’imbatte in un sofisticato gruppo di escort d’alta classe, “i Raconteurs”, specializzati in conversazioni intellettuali post-coito che lo accoglie al suo interno e lo aiuta. Ma il timido novizio diventerà una star nel suo campo nonostante sia affetto dalla sindrome di Stendhal, che gli provoca svenimenti davanti a vere opere d’arte. Niente di nuovissimo in questa nuova regia di McLean 25 anni dopo Postcard from America.

Sensitivity Training di Melissa Finell, USA, 2016, 87′
La dottoressa Serena, quotata biologa poco ferrata in relazioni umane, deve accettare l’aiuto di un coach emotivo per rimanere nell’azienda. Incontra così Caroline, tanto vivace e sensibile quanto Serena è scostante e ruvida, costretta oltretutto a passare troppo tempo con la coach, che la segue dentro e fuori dal laboratorio. Incredibilmente tra le due nascerà una bellissima amicizia. Finell regista debuttante per un’ottima, affiatata coppia di protagoniste, Anne Lise Phillips e Jill E. Alexander.

Tinta Bruta di Filipe Matzembacher & Marcio Reolon, Brasile, 2018, 118′
Pedro, emotivamente chiuso, vive con la sorella maggiore Luiza che sta per lasciarlo solo coi suoi problemi. Preoccupata, gli dice di non passare troppe ore davanti al pc. Ma quando le sue performance in chat iniziano a perdere visitatori, Pedro decide di incontrare il misterioso performer che glista rubando il lavoro: è Leo, ragazzo affascinante e sessualmente libero. Vincitore del Teddy Award al miglior film a tematica Lgbt.

Un couteau dans le coeur di Yann Gonzalez, Francia/Messico/Svizzera, 2018, 100′
Parigi, estate 1979. Anne (Vanessa Paradis) è una produttrice e regista di b-porno gay. Quando Loïs, sua montatrice e compagna, la lascia, cerca di riconquistarla girando il suo film più ambizioso insieme al suo complice di lunga data Archibald. Ma quando un misterioso killer inizia a uccidere attori e membri della troupe Anne si fa trascinare in un’inchiesta che  sconvolgerà la sua vita. Rutilante, depalmiano, pretenzioso, plastico, opera seconda del 41enne regista francese Yann Gonzales, è stato in concorso al Festival di Cannes 2018.

Venus di Eisha Marjara, Canada, 2017, 95′
Montreal, Canada. Sid proviene da una famiglia tradizionalista, che da sempre ha desiderato sisposasse con una ragazza di origini indiane come lui. Ma ha progetti ben diversi: è deciso a diventare una donna e attraversa una difficile transizione senza l’aiuto dei genitori, incapaci di capire il perché di una simile decisione. A sconvolgere la sua vita arriva la scoperta di avere un figlio, il 14enne Ralph, concepito in un periodo di incertezza sulla propria reale identità.

I DOCUMENTARI

Sette in titoli in questa sezione, con l’anteprima italiana di The Passionate Pursuit of Angela Bowen di Jennifer Abod, ritratto della ballerina americana Angela Bowen e del suo lungo impegno a sostegno delle arti, dei diritti delle donne di colore e della causa Lgbt. È invece un’anteprima europea Dykes, camera, action! di Caroline Berler, il racconto appassionante della storia del cinema lesbico dagli anni Settanta a oggi, mentre Queerama di Daisy Asquith ripercorre un secolo di storia del movimento Lgbtinglese. Gli altri titoli: Love the Sinner di Jessica Devaney e Geeta Gandbhir, opera intima che esplora le connessioni tra il cristianesimo e l’omofobia, Bixa Travesty di Claudia Priscilla e Kiko Goifman, vincitore del Teddy Award al miglior documentario, ritratto confidenziale e profondo di Linn Da Quebrada, performer trans-pop che viene dalle favelas della periferia di San Paolo, Matangi / Maya / M.I.A. di Stephen Loveridge, passato all’ultimo Sundance e ora al Biografilm Festival che racconta l’ascesa di Maya Arulpragasm, in arte, M.I.A, popstar di fama mondiale e Mr. Gay Syria di Ayse Toprak, singolare “reportage” sull’impresa di due rifugiati siriani, Husain e Mahmoud, che cercano di partecipare al concorso internazionale Mr Gay World.

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