Una galleria rumorosa presenta Georges Rouault, un artista che crea e richiede un religioso silenzio per essere ascoltato. E il risultato è drammatico
Ne esce letteralmente a pezzi il povero Georges Rouault (1871-1958) dalla Galleria Bellinzona, dove è ospite con la mostra Georges Rouault. Miserere. Viene qui raccolto in modo incompleto il ciclo di opere grafiche Miserere: un lavoro originariamente omogeneo, il cui significato risiede anche nella sua unitarietà, ma che risulta così frammentario.
La serie di 58 acquaforti e acquatinte, realizzate tra il 1916 e il 1927, è stata pubblicata nella sua versione definitiva solo nel 1948, pochi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale. Inizialmente avrebbe dovuto titolarsi Miserere et Guerre e contenere un corpus di opere più ampio. Ma, successivamente, l’artista ha preferito alleggerirlo, nel titolo e nel contenuto, pur mantenendo costante il tema principale: il dolore, vissuto attraverso la sensibilità cristiana. Rouault, infatti, è uno dei pochi pittori del XX secolo scopertamente religiosi e il suo Miserere uno degli apici della tecnica incisoria, capace di rivaleggiare con l’Apocalisse di Dürer e con i Caprichos di Goya. Esso contiene soggetti sacri e profani, tutti ugualmente indagati dagli occhi commossi della pietas dell’artista. Tra questi spicca ovviamente l’immagine del Cristo, talvolta crocifisso, talaltra deposto, ma sempre trattato con una semplicità disarmante, capace di coniugare la durezza legnosa del dramma con la calma serenità della fede.
Determinante per la formazione di Rouault è stato il suo precoce tirocinio presso un vetraio di Parigi, un mastro ancora in tutto e per tutto medievale. Le sue opere ricordano infatti le vetrate delle cattedrali gotiche, coi loro colori accesi e gli spessi contorni neri. Possiamo così immaginare come un artista che si possa tranquillamente definire mistico, sia nella tecnica che nel contenuto, abbia bisogno almeno di un momento di silenzio, di un attimo di raccoglimento per essere un minimo apprezzato. Ebbene, è molto più probabile che nello spazio di via Volta troviate un clima da bar sport, coi galleristi che parlano rumorosamente dell’ultimo infortunio di Marchisio, o da mercato delle pulci, coi prezzi brutalmente appiccicati sopra le opere e una bicicletta in vendita piazzata in mezzo alla sala.
Nonostante l’alta levatura dell’artista, si esce dalla mostra un po’ scossi, desiderosi di andare a recuperare il maestro sui libri per ridargli giusta memoria. Amaramente, Miserere sembra allora essere il titolo più appropriato.
“Georges Rouault, Miserere”, Galleria Bellinzona, fino al 16 aprile 2015
Foto: Georges Rouault, Miserere, 1948