La definizione stampigliata sulla maglietta che indossa durante il concerto definisce bene il rapporto di forte empatia tra l’artista e il suo pubblico. Insulti goliardici, battute, risate servono a creare un forte coinvolgimento in un “live” senza tempo scandito da brani vecchi e nuovi e cover memorabili
L’associazione Serraglio è un ritrovo milanese che propone sempre concerti di buon livello, creando un clima che profuma di tempi ormai andati: locale piccolo con la possibilità di sedersi ai tavoli per seguire il live sul palco. Appena fuori si trova un cortile con bar, ed è proprio lì che avviene il primo incontro con Giorgio Canali, il 14 aprile; seduto su una sedia di plastica a fumare sigarette, bevendo gin liscio con ghiaccio, chiacchiera sorridente con amici e, perché no, anche con i fans.
Il ruolo di band spalla è occupato da I Paradisi, gruppo nato dalle ceneri dei Paradisi Noir, che affrontano l’esibizione con uno stile interessante e molto particolare. La formazione è composta da quattro musicisti, nella struttura più classica: tastiera, chitarra elettrica, basso e batteria. La band unisce molto bene riff elettrici a una psichedelia piacevolmente rumorosa, accompagnando il tutto con brani cantati in italiano, costruiti su testi fortemente poetici. Le canzoni hanno tutte un’influenza pop, ma non risultano mai banali: un live di circa quarantacinque minuti che scorre tra ballate e pezzi più ritmati, con tanto di momenti di cantato-parlato nei quali vengono recitate poesie.
E finalmente, arriva il momento di Giorgio Canali e la sua band, i Rossofuoco. Due cose colpiscono immediatamente: la prima è la maglietta del cantante di Predappio che presenta una scritta semplice e diretta “sono un sociopatico”; la seconda è che sul palco Giorgio Canali non si va a porre al centro ma, anzi, rimane di lato, un po’ in disparte, lasciando trasparire un atteggiamento umile difficile da incontrare negli ultimi anni tra i frontman di una band.
Il concerto fa parte del “Perle per Porci Tour”, denominazione presa dall’ultimo album uscito il 18 marzo 2016, che racchiude tredici cover di brani più o meno conosciuti tratti da autori di diverse epoche tra cui Francesco De Gregori, Vasco Brondi, Eugenio Finardi ma anche Faust’o, i Frigidaire Tango e molti altri.
Il live si apre con la band che propone subito un rock rumoroso e Giorgio Canali che canta in francese, lingua fatta sua dopo l’esperienza di produzione e scrittura post-CCCP. Il ritmo non cala e il quartetto spinge su rock con influenze punk anni 80 con la prima cover A.F.C. Angelo Fausto Coppi dei L’Upo, creando un muro di suono notevole, anche grazie alla loro esperienza lunga anni su diversi palchi.
La prima pietra miliare arriva al terzo brano, Mostri sotto al letto, pezzo del 2004, che fa cantare tutto il pubblico e crea già una forte coesione tra palco e fans. A questa segue Tutti gli uomini, una canzone con un testo che sembra poesia resa al meglio dalla band che non molla un colpo. Successivamente le orecchie del pubblico vengono investite da un riff molto noto, impossibile da non riconoscere: i quattro cominciano a suonare Now i wanna be your dog dei The Stooges, brano proto-punk di altri tempi che non può non creare nel pubblico la voglia di urlare come Iggy Pop durante il ritornello.
La cosa più divertente del concerto resta tuttavia il rapporto tra Giorgio Canali e il suo pubblico: egli è noto per l’uso di bestemmie e parolacce, senza peli sulla lingua insomma; e proprio per questo da sotto il palco arrivano insulti goliardici ai quali l’ex CCCP e CSI risponde a tono, creando grande ilarità e intrattenendo tutti durante i momenti in cui la band riprende fiato o accorda gli strumenti.
Il concerto procede tra brani rock aggressivi e pezzi più tranquilli che creano una scaletta perfetta, perché non ci si sente mai stanchi. Alla canzone Rossocome segue Canzone dada dei Plasticost interpretata con l’accompagnamento di chitarre elettriche distorte arricchite da phaser potentissimi che contornano il pubblico in modo molto caldo. Il live esplode nella meravigliosa Precipito, che Giorgio Canali canta accompagnato solo dalla sua chitarra per la prima parte, creando un tappeto perfetto per l’entrata della band nella seconda.
Gli ultimi due brani sono i suoi due pezzi più famosi: Messico senza nuvole e Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio, che chiudono un concerto davvero di altissimo livello. Serve spendere alcune parole per queste due canzoni. La prima è il masterpiece dell’autore italiano, che mette insieme una serie di immagini e frasi meravigliose, di una profondità poetica senza pari; durante l’esecuzione tuttavia ci sono state due scene molto simpatiche che credo sia necessario ricordare: un pezzo del testo dimenticato, sostituito da un “boh” accompagnato da una risata di tutta la band e di tutto il pubblico, e la caduta del microfono dall’asta che ha creato un momento di scompiglio senza mandare nel panico il gruppo, evidentemente abituato ad affrontare situazioni di questo genere. Il secondo brano è un pezzo che canta di una lettera di un partigiano che scrive al proprio colonnello affermando che, dopo l’impiccagione di Mussolini, non avrebbero dovuto fermarsi ma andare avanti e non arrestarsi lasciando impunite molte persone.
Senza alcuna interruzione il concerto si conclude e il pubblico appare davvero soddisfatto, grazie a un’esibizione senza tempo, che è passata dal punk anni 80/90 a ballate rock sempre imprevedibili, che Canali rende speciali grazie a testi che hanno veramente pochi pari in Italia. Semplice il giudizio, traducibile in una parola: immortale.
Giorgio Canali e Rossofuoco Perle per Porci Tour al Club Serraglio