Un rivoluzionario, un esploratore, una figura chiave della musica del Novecento. Gerard Grisey fu il maggior esponente dello “spettralismo”, la corrente musicale che si proponeva di riavvicinarsi alla natura del suono per indagare il mondo misterioso degli armonici
Compositore francese nato nel 1946, Gérard Grisey – a lui è intestato il Festival di Milano Musica appena iniziato – è un rivoluzionario, figura fondamentale della musica del nostro Novecento. Sicuramente è tra i compositori più importanti di quella corrente francese che passa sotto il nome di spettralismo, che indaga, cioè, lo spettro degli armonici. Ma sarebbe limitante ridurlo solo a questo.
Perché? E in che modo è rivoluzionario?
Nel 1973, in Francia, nasce il gruppo denominato Itinéraire, un’avventura che coinvolge alcuni compositori che si chiamano Murail, Lévinas, Tessier, Dufourt e, appunto, Grisey, che sviluppano un percorso sul suono e sulla sua percezione, interessati allo sviluppo delle nuove tecnologie in musica. Nel 1974 questo si traduce nello spettralismo, una sorta di ribellione al serialismo, considerato innaturale. La nuova corrente si riavvicina alla natura esplorando il suono in sé, appunto il mondo degli armonici.
Dice Grisey: «Spectralism is not a system. It’s not a system like serial music or even tonal music. It’s an attitude. It considers sounds, not as dead objects that you can easily and arbitrarily permutate in all directions, but as being like living objects with a birth, lifetime, and death».
La musica spettrale ha i suoi antenati in Debussy, Varèse, Scelsi, Messiaen, ognuno dei quali ha contribuito ad approfondire l’indagine sul suono; in più rispetto ai loro predecessori, Murail e Grisey hanno avuto il supporto della tecnologia per poter studiare il timbro in una maniera che non era mai stata possibile prima.
Gérard Grisey ha dunque trascorso gran parte della sua breve vita ad esplorare lo spettro del colore tonale e i processi musicali che da esso si dipanano allargando nuovi orizzonti conoscitivi. Non solo. Nelle composizioni di Grisey, fondamentale è il tempo: gli armonici di una nota non vengono generati soltanto nelle altezze ma nel tempo. Ecco quindi che Grisey diviene un compositore del Tempo e della sua concezione: tempo psicologico e suo valore relativo, tempo reale e tempo immaginario, contratto e dilatato, cronometrico e relativo. Tempo umano.
È poi doveroso sottolineare che lo stesso Grisey, nell’80, prenderà le distanze dalla definizione di spettralismo, proponendo di parlare di musica liminale, tessuto di correlazioni, e di interazioni che determina delle soglie fluttuanti e ambigue. Al solito procedere per etichette rigide non aiuta, interessante è sottolineare la continua carica del compositore, l’energia e la curiosità che costantemente lo portano a esplorare nuovi terreni, azzardare nuovi percorsi. Un compositore, appunto, rivoluzionario ed esplosivo.
Uno dei suoi primi lavori importanti è il molto citato Derives, del 1974, scritto per ensemble e grande orchestra, ma a Milano Musica ci sarà la possibilità di ascoltare anche Charme, uno dei primissimi lavori, del 1969, sei minuti per clarinetto solo – sabato 12 novembre, Hangar Bicocca, h. 18. Les Espaces Acoustiques (1976-1985) è invece un ciclo interessantissimo: costituito da sei brani per diversi organici che hanno la particolarità di poter essere eseguiti in successione senza interruzione (poiché ciascuno allarga il campo acustico del precedente), ha avuto una genesi piuttosto lunga, dal 1976 al 1985, ed è quindi esemplare del percorso e dei traguardi del compositore negli anni.
Dice Grisey: «Quando ho cominciato a comporre Les Espaces Acoustiques, sentivo il bisogno di fare un ciclo musicale che si svolgesse su piani sonori differenti: cominciando con un pezzo “a solo” (per viola) via via sino ad arrivare a due pezzi per grande orchestra. Non volevo, con questo, esaurire la problematica degli spettri, però penso che all’inizio avesse bisogno di un certo grado di sistematizzazione». Eseguito in Italia per la prima volta alla Biennale di Venezia, torna per la seconda volta, dopo 31 anni, il 14 ottobre al Conservatorio di Milano; un unicum imperdibile.
La musica di Grisey è ricca di spunti, di idee: la curiosità, la voglia di scoprire e tracciare nuovi percorsi, negli anni l’hanno portato a trarre ispirazione da elementi esterni, lasciandosi ispirare dal linguaggio, dalla cultura, dalla scienza e dalla natura.
Le Noir de l’Étoile (1989-1990), brano per 6 percussionisti, nastro magnetico e trasmissione “in situ” di segnali astronomici, per esempio, che sarà eseguito all’Hangar Bicocca sabato 12 novembre e domenica 13, è un lavoro di un’ora che utilizza suoni di stelle, di pulsar, che vengono captati dal radio-telescopio e radiotrasmessi in diretta durante il concerto, secondo le prescrizioni della partitura: incredibile.
Altro brano interessantissimo è L’icône paradoxale (1992-1994), per due voci femminili e grande orchestra – al Teatro alla Scala lunedì 21 novembre –, omaggio a Piero Della Francesca in cui il compositore, dopo aver visto la Madonna del parto, compie un’accuratissima analisi spettrale sui formanti vocali (frequenze di risonanza) e da cui emerge il fascino del mistero di venire alla luce.
Ulteriore elemento da cui il compositore trae spesso ispirazione è il mondo degli antichi egizi. Ecco, allora, Anubis et Nout (1983/90) per sassofono oppure clarinetto contrabbasso, uno dei lavori maturi di Grisey per strumento solo – 19 novembre al Planetario –, o Jour Contre-jour (1979), per organo elettrico, tredici strumenti e nastro magnetico, – venerdì 4 novembre all’Auditorium San Fedele –, il cui testo di riferimento è il Libro dei morti degli antichi egizi, o ancora uno dei testi che compongono Quatre chants pour franchir le seuil (1997-1998), per soprano e 15 strumenti, il 29 ottobre presso l’Auditorium di Milano. Il brano in questione, in maniera quasi profetica, è strettamente legato al tema della morte. Ultimo lavoro del compositore, da molti considerato il suo migliore, trae spunto da 4 diversi testi legati al tema della morte da quattro diverse epoche e culture; sebbene i testi siano presi da una varietà di fonti e di epoche, il tema della morte e dell’ombra, prevale.
Gérard Grisey grande poeta dello spettralismo morirà a Parigi l’11 novembre 1998.
25° Festival di Milano Musica – Percorsi di Musica d’oggi – 9 ottobre, 21 novembre