“House of Gucci, film n. 27 dell’inglese Ridley Scott (“Alien”, “Blade Runner”, “Il gladiatore”) non è un bio-pic nè la ricostruzione di un fatto di cronaca. Piuttosto una telenovela esagerata ma divertente, un mafia movie che racconta amore e morte in una ricca famiglia italiana. Con un supercast che va da Al Pacino a Jeremy Irons, da Adam Driver a Jared Leto e Salma Hayek, tutti in gran forma
1978, Milano. L’esuberante Patrizia Reggiani (Lady Gaga) e il timido Maurizio Gucci (Adam Driver) si incontrano a una festa. Ed è subito amore? Non esattamente. Perché non è un romanzo rosa quello che mette in scena Ridley Scott in House of Gucci: è un caso di cronaca nera e soprattutto una collisione annunciata fra due mondi semplicemente incompatibili. È Patrizia a farsi avanti, a tendere la rete, travolgendo l’incerto Maurizio, rampollo di una dinastia ricca e potente, fra le più antiche e celebri nel mondo della moda. E la passione divampa fino a culminare nel matrimonio. Una cerimonia non particolarmente sfarzosa, popolata com’è esclusivamente dai parenti piccolo borghesi della sposa, perché il patriarca della famiglia, Rodolfo Gucci (Jeremy Irons), decide di marcare il suo disgusto per le scelte sconsiderate del figlio tenendo ben chiuse le porte della magnifica magione in cui vive (la location è la milanese villa Necchi Campiglio).
Ma Patrizia non si lascia certo scoraggiare: ha dalla sua ambizione e intelligenza, fascino e coraggio, e parte alla conquista, intrufolandosi con grande abilità tra le crepe di una famiglia potente e fragilissima, dove spiccano fra gli altri lo spericolato zio Aldo (Al Pacino) e l’ingenuo cugino Paolo (Jared Leto). Finirà malissimo. E questo non è uno spoiler, è storia: nella spirale infinita di tradimenti e vendette, la famiglia Gucci finirà disintegrata, Maurizio al cimitero e Patrizia in carcere.
Ridley Scott prende questo materiale vivo e incandescente e lo trasforma in un’opera ultrapop scintillante e incompiuta, un melodramma che fiammeggia e diverte anche quando non arriva a convincere del tutto. Parabola sul potere e il denaro, discesa agli inferi che non lascia scampo, House of Gucci si presenta come un bizzarro oggetto cinematografico, piuttosto difficile da definire. È più facile dire che cosa non è: non è un biopic, non è la ricostruzione puntigliosa di un fatto di cronaca nera (tante cose sono state modificate, alcune anche in modo inspiegabile, come la scelta di eliminare del tutto una delle due figlie di Patrizia e Maurizio Gucci), non è un’operazione rigorosa e inattaccabile.
È piuttosto una telenovela. Però l’involucro è quello di un mafia movie, più dalle parti di Coppola che di Scorsese, più Padrino che Quei bravi ragazzi. Ma che c’azzecca l’atmosfera da mafia movie con una drammatica storia di amore e morte nella Milano opulenta e borghese degli anni Ottanta e Novanta? Nulla, proprio nulla, verrebbe da rispondere, a meno di non voler applicare in modo del tutto automatico l’equazione famiglia=mafia ogni volta che si parla dell’Italia e degli italiani. Ma l’ottantaquattrenne Ridley Scott, arrivato al suo ventisettesimo film, proprio questa corrispondenza sembra voler sottolineare, a partire dalla parlata italo-americana che ha imposto a tutti gli attori. Una scelta che conferisce un che di straniante alla visione del film in lingua originale, ma va invece del tutto perduta nella versione italiana in procinto di arrivare nelle nostre sale.
Alla fine, che cosa resta? Una soap opera spavalda e rutilante, che sintetizza un’epoca e una famiglia in 158 minuti – che non sono pochi, ma volano via – indagando meschinità e ambizioni, tragedie e follie con uno sguardo da entomologo pazzo e con l’aiuto di uno stuolo di magnifici attori, dal parodistico Jared Leto al gigionesco Al Pacino, passando per un impeccabile Adam Driver e un Jeremy Irons ieratico e decadente, fino a una pressoché irriconoscibile Salma Hayek. Ma su tutti svetta Lady Gaga, attrice strepitosa, a tratti ammaliante, capace di bucare lo schermo e sedurci a ogni scena, in un crescendo sorprendente e trascinante.
House of Gucci di Ridley Scott, con Lady Gaga, Adam Driver, Al Pacino, Jared Leto, Jeremy Irons, Salma Hayek