Per la prima volta in Italia, alla galleria Sozzani, una mostra interamente dedicata a un pioniere della fotografia tedesca: Heinz Hajek-Halke. Dagli anni Trenta agli anni Settanta, tra chimica, pittura e fotografia.
Le prime opere che si possono osservare, appena entrati alla mostra dedicata a Heinz Hajek-Halke (1898–1983), sono nudi. Fotografie di nudo femminile che rimandano più alla rappresentazione e all’idea scultorea del corpo di donna che al corpo stesso. In queste immagini aleggia una classicità esplicitata da corpi lucidi come il marmo, austeri e, a volte, senz’arti, proprio come un’antica statua usurata dai secoli.
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Procedendo nelle sale, l’impressione del classico lascia posto ben presto a una ben più contemporanea (all’artista) corrente artistica: il Surrealismo.
Fotografie come La Canzone Popolare, La Canzone di Eva e Autoritratto con filo di metallo non lasciano scampo: non possono che ricondurre, per un momento, al fotografo surrealista Man Ray. Oggi, potremmo definire queste fotografie come il risultato, palese ed esteticamente perfetto, di un’elaborazione complessa realizzata con Photoshop.
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Il gruppo successivo di immagini si presenta come conseguenza di questa sperimentazione fotografica e di post-produzione. Infatti, gli ultimi lavori esposti sono quelli più pittorici: qui si abbandona la fotografia intesa come rigida riproduzione di immagini relativamente reali, per avvicinarsi all’astrattismo più assoluto. Heinz Hajek-Halke riesce a rappresentare musica e concetti astratti (come Decadimento, Frammentazione, Incubo e Fugacità) ma anche paesaggi e mostri (Sempre con la luna piena, Al crepuscolo, e Gallina alata).

La visita della mostra può essere completa solamente dopo la visione del filmato, in cui emerge lo spirito pionieristico di Heinz Hajek-Halke. Precisione scientifica, chimica e acidi uniti a fantasia, immaginazione ed esperimenti sono la forza del suo lavoro e fonte del suo più grande divertimento.
Heinz Hajek-Halke, Galleria Carla Sozzani, fino al 3 aprile.
Immagine di copertina: Heinz Hajek-Halke, La fiaba, 1957