In “La verità secondo Maureen K.” di Jean-Paul Salomé, che di recente ha diretto la star francese anche nel fortunato “La padrina”, è una sindacalista d’alto bordo, alquanto scostante, di una grande industria in crisi. Vuole difendere i 50mila dipendenti dalla svendita (forse a un gruppo cinese), e la posta altissima dell’affare la mette in pericolo. Sequestrata e violentata nella sua casa, dovrà convincere tutti che non è una folle mitomane. Anche per riaffermare il suo diritto a dire la verità
Le vittime non sono tutte uguali, la protagonista di La verità secondo Maureen K., per esempio, è una vittima “sbagliata”. È un po’ antipatica, scostante, non porta biancheria intima, ama i tacchi a spillo, ed è talmente sicura di sé da sembrare arrogante. Soprattutto, ha gestito per anni una posizione di potere, tenendo a bada le proprie fragilità, a volte semplicemente nascondendole. Il tutto in un mondo dove il potere è ancora e sempre degli uomini. Maureen Kearney (Isabelle Huppert) è stata per tre mandati consecutivi la rappresentante sindacale di Areva, multinazionale francese del settore nucleare in preda agli spasmi di un difficile passaggio epocale e probabilmente in procinto di essere svenduta al miglior offerente. Donna combattiva per indole oltre che per ruolo, Maureen si lancia a testa bassa nell’arena,
cercando di capire che cosa stia davvero accadendo e quale sia il modo migliore per difendere il posto di lavoro degli oltre 50.000 dipendenti dell’azienda.
E non si tira indietro, nonostante minacce e intimidazioni di vario genere. Fino alla violenza vera e propria.
Maureen viene sequestrata in casa sua, violentata e sfregiata. Ma il peggio deve ancora venire. Il peggio sarà riuscire a farsi credere da tutti quelli che la trattano da pazza e mitomane e, contro ogni evidenza, non vogliono prendere per buona la sua testimonianza, né indagare seriamente sull’aggressione che ha subito. Perché lei non ha nulla della vittima “giusta”, non corrisponde all’immagine scontata e stereotipata di una donna oppressa dal mondo e dagli uomini. E perché con Maureen non è così facile empatizzare. La vittima sbagliata si trasforma così in un obiettivo perfetto quando si tratta di screditare l’immagine di una donna che ha un unico vero torto: quello di voler difendere fino in fondo, fino all’ossessione, il proprio diritto ad affermare la verità, senza compromessi.
Jean-Paul Salomé dirige di nuovo Isabelle Huppert – dopo lo strepitoso successo della commedia nera La padrina – e sceglie di raccontare la storia vera e recente (i fatti si sono svolti tra il 2012 e il 2018) della sindacalista Maureen Kearney e di come l’industria nucleare francese sia stata svenduta negli ultimi anni, insieme al destino di migliaia di uomini e donne rimasti senza lavoro e senza speranza. Il tutto narrato con un piglio da thriller, quindi con tutta la necessaria ambiguità, le ombre, i chiaroscuri. Un film di denuncia, quindi, ma soprattutto un ritratto teso ed enigmatico di una donna e del mondo che la circonda, costruito intorno alla magnetica interpretazione di una Huppert semplicemente perfetta.
La verità secondo Maureen K.,
di Jean-Paul Salomé, con Isabelle Huppert, Grégory Gadebois, François-Xavier