E’ uno dei 5 titoli in corsa per la statuetta al miglior film straniero “La sala professori”, seconda regia del tedesco Ilker Catak, ben interpretato da Leonie Benesch. Il suo tentativo di scagionare un ragazzo di origini straniere dall’accusa di furto innesca un terribile meccanismo che azzera le differenze tra innocenti e colpevoli. Si parla di scuola e più in generale delle contraddizioni che generiamo tentando di tenere insieme gli ideali (etici ed educativi) e la realtà, restia a conformarsi ai nostri desideri
Carla, la protagonista di La sala professori di Ilker Catak (candidato tedesco all’Oscar come miglior film internazionale), insegna matematica in una scuola media, è appena arrivata e non si è ancora del tutto ambientata con colleghi e studenti, ma ama il suo lavoro e intende svolgerlo con serietà e impegno. Per questo, non appena viene a sapere che nella scuola si stanno da qualche tempo verificando dei furti, si dà da fare per scoprire chi possa essere il colpevole. Soprattutto dopo che un ragazzino di origini straniere è stato accusato in modo un po’ troppo sbrigativo, sulla base di più che labili indizi, e poi altrettanto rapidamente scagionato, ma lasciando nell’aria un sentore di sospetto, il terribile miasma che evoca ogni possibile caccia alle streghe, in ogni epoca, in ogni situazione.
Il tentativo di Carla di portare chiarezza, individuando le autentiche responsabilità, si infrange però contro un vero e proprio muro di delazioni e pregiudizi, errori ed equivoci, dalle conseguenze sempre più devastanti. E così il suo zelo, di certo animato dalle migliori intenzioni, innesca un terribile meccanismo di reazione a catena capace di azzerare qualunque differenza tra colpevoli e innocenti. Una piccola vicenda scolastica raccontata con sguardo preciso, affilato, quasi da entomologo, astenendosi da facili giudizi e riuscendo a mostrare con grande lucidità il gomitolo di contraddizioni in cui ci ritroviamo quando tentiamo di tenere insieme gli ideali (etici ed educativi) e la realtà, troppo spesso incapace di conformarsi ai nostri desideri di disciplina e trasparenza.
La sala professori ha una sceneggiatura solida, firmata dal regista berlinese Çatak (al suo secondo lungometraggio) insieme a Johannes Duncker, una regia attenta, capace di dosare sospensioni quasi stupefatte e svolte drammatiche, una protagonista (l’ottima Leonie Benesch) assolutamente convincente. Il risultato è un film capace di raccontare la scuola oggi in modo del tutto verosimile, e al tempo stesso di costruire una metafora più ampia e inquietante del gioco dei ruoli e delle responsabilità nella nostra società. Mettendo in scena le tante tensioni e possibili incomprensioni tra adulti e ragazzi, con grande lucidità e senza un pizzico di retorica.
La sala professori, di Ilker Çatak, con Leonie Benesch, Leonard Stettnisch, Michael Klammer, Rafael Stachowiak