Valeria Bruni Tedeschi è la regista/protagonista di “I villeggianti”, passato fuori concorso all’ultima Mostra di Venezia: racconta, come più volte è accaduto in passato, se stessa e la sua famiglia, un po’ sul serio e un po’ romanzando, divisa fra il nuovo film che sta progettando tra varie ostilità e il gran numero di parenti che transitano nella sua splendida villa sulla Costa Azzurra. Un film non sempre profondo e che naviga in un mare di sciagure, riuscendo però a far riemergere la commedia, che si sente nei tempi, anche nei drammi più severi. Sontuoso il cast, da Arditi alla Golino e a Scamarcio
L’attrice-regista Valeria Bruni Tedeschi continua la sua serie di film semi-autobiografici con I villeggianti, passato fuori concorso all’ultima Mostra del cinema di Venezia,in cui interpreta una regista alle prese con la sceneggiatura del suo prossimo progetto, continuamente distratta dalle vicende dei membri della sua famiglia e degli amici che si aggirano nella sontuosa dimora in Costa Azzurra. Se questo suona come la ricetta per una commedia drammatica sulle debolezze della borghesia, addolcita dal sole e imbevuta di alcool, probabilmente è perché è proprio così. I villeggianti è dedicato alla memoria del grande regista di cinema, teatro e opera francese Patrice Chereau, a Gerald Falce, che ha recitato in due dei precedenti film della Bruni Tedeschi e a Virginio Bruni Tedeschi, fratello della regista, morto di Aids nel 2006.
Quest’ultimo è stato chiaramente una fonte d’ispirazione per il personaggio-fantasma Marcello (Stefano Cassetti), fratello della regista Anna (Bruni Tedeschi) che vaga per la villa. Ma la sotto-trama che coinvolge suo fratello è solo il filo di un arazzo tragicomico molto più grande. La famiglia franco-italiana di Anna comprende sua figlia Célia (Oumy Bruni Garrel), sua sorella Elena (Golino), la loro madre Louisa (Marisa Borini), il marito francese di Elena, Jean (Pierre Arditi), un ex magnate d’industria, il partner di Anna padre di Célia, Luca (Riccardo Scamarcio, nel ruolo di un famoso ex di Bruni Tedeschi, Louis Garrel), anche se appare più spesso nell’immaginazione di Anna che nella vita reale.
Prima di dare spazio a un cast di così grandi dimensioni, il film parte con un esilarante prologo ambientato a Parigi, durante il quale, in una riunione per il finanziamento del nuovo film, la regista affronta una giuria di produttori che si lamentano del fatto che il suo prossimo progetto è uguale a tutti i precedenti e che la sua sceneggiatura è “fragile”. Per un momento sembra che Anna/Valeria, benedetta da un’improvvisa autocoscienza, stia facendo qualcosa di nuovo, ma poi I Villeggianti inizia ed è davvero un po’ uguale a tutti gli altri. E ha una sceneggiatura fragile. Forse la regista/protagonista l’ha pensato per essere semplicemente un film piacevole, ma c’è un’aggravante nel riconoscere i potenziali punti deboli nel tuo lavoro e poi andare avanti, assecondandoli comunque tutti.
Aderendo alla scuola di pensiero “scrivi di quello che sai” – che in questo caso riguarda esclusivamente magnati caduti in disgrazia, scene sessuali del personale e una deliziosa villa Côte d’Azur con il suo tratto di spiaggia privata – Bruni Tedeschi ci porta in un altro romanzato tour dei travagli della sua famiglia, con un senso dell’umorismo che riesce ad essere autoironico senza mai diventare realmente autocritico. Così il film è alla fine una successione sempre più grottesca di piccole rivelazioni e recriminazioni nel corso di pranzi leggeri, cene all’aperto, incontri notturni, concerti estemporanei e conversazioni in un giardino soleggiato, ai margini del quale si libra lo spettro, visto da diversi personaggi, del fratello Marcello.
Bruni Tedeschi e il suo team di co-sceneggiatrici – Agnes De Sacy, Noemie Lvovsky, Caroline Deruas – dipingono tutti i personaggi, affidati ad attori di gran nome, e le loro relazioni con poche pennellate veloci: nessuno sembra davvero felice, e nel corso della storia alcuni di loro andranno in pezzi. Sfortunatamente il film non raggiunge mai un alto livello di intensità emotiva; agonie, imperfezioni ed eccentricità sono esplorate in maniera leggera. Ma nonostante le tematiche affrontate siano a volte plumbee, il film non è privo di una gentilezza, un buon umore che lo solleva. I villeggianti è un racconto che naviga in un mare di sciagure riuscendo però a far affiorare, far riemergere la commedia, che si sente nei tempi, anche nei drammi più severi: uno strumento salvifico e liberatorio con cui riconciliarsi.
I villeggianti, di e con Valeria Bruni Tedeschi, e con Pierre Arditi, Valeria Golino, Noémie Lvovsky, Yolande Moreau, Laurent Stocker, Riccardo Scamarcio, Bruno Raffaelli II, Marisa Borini, Anthony Ursin