“Il diritto di opporsi” di Destin Daniel Cretton ci mostra un Jamie Foxx da tre anni nel braccio della morte in Alabama, accusato senza prove della morte di una ragazza bianca. Ci vorrà l’avvocato, fresco di laurea ad Harvard, Bryan Stevenson (personaggio reale che in un libro ha ricordato questa sua esperienza) per salvarlo. Vincendo la rabbia e la paura della comunità con la forza della legge
A Monroeville, Alabama, c’è un museo dedicato ad Harper Lee, autrice di Il buio oltre la siepe, libro epocale che nel 1960 (ma raccontando una storia ambientata negli anni Trenta) spiegava al mondo che se muore una donna bianca non è detto che ad ucciderla sia stato per forza un uomo nero. Anzi. Però ci sono buone probabilità che l’uomo nero venga arrestato e condannato solo perché la comunità impaurita (e bianca) ha bisogno di trovare al più presto un capro espiatorio. Nel 1990 a Monroeville viene uccisa una ragazza bianca di appena 18 anni e prontamente è arrestato e rinchiuso nel braccio della morte un operaio di colore, Walter McMillian (Jamie Foxx), senza nessuna prova e solo sulla base delle confuse dichiarazioni di un testimone fin troppo ricattabile. Quando tre anni dopo sbarca in città l’avvocato afroamericano Bryan Stevenson (Michael B. Jordan), fresco di una laurea a Harvard e fermamente deciso a lottare contro il razzismo e l’ingiustizia ancora imperanti nel sud degli Stati Uniti, McMillian è ancora nel braccio della morte e sembra che per lui non ci sia più alcuna speranza.
La vicenda è raccontata in prima persona dallo stesso Stevenson in un libro di memorie, diventato un film dal passo lento e riflessivo, che rifugge dai facili colpi di scena tipici del legal thriller per dedicarsi a una descrizione precisa e dettagliata della vita in Alabama negli anni 90, fuori e dentro le mura del carcere. Un’America dove non c’è traccia di Sogno Americano e la vita scorre lenta e ingiusta, tra poliziotti violenti e neri impauriti, giudici arroganti e reduci di guerra (quella del Vietnam) dai nervi a pezzi. Un’America di provincia che non vuole sentirsi dire che è razzista, ma non teme di negare qualunque evidenza, quando si tratta di difendere i propri pregiudizi e una distorta idea di tranquillità e sicurezza.
Certo, nei primi anni Novanta del secolo scorso un presidente di nome Barack Obama era ancora di là da venire, ma le grandi battaglie per i diritti civili sembravano essersi concluse felicemente da molti anni. Questo film civile e pacato, ma tutt’altro che rassegnato, ci dice che non era così, e c’era ancora molto da fare. E c’era ancora bisogno di eroi. Allora forse non è un caso che a impersonare l’impavido avvocato Stevenson sia stato chiamato Jordan, supereroe nero nel film Marvel Black Panther, il quale la prima volta che si è fatto notare sul grande schermo, in Prossima fermata Fruitvale Station, era un piccolo delinquente ingiustamente ammazzato dalla polizia.
A voler esser puntigliosi forse Jordan è troppo bello per il ruolo, così aitante e muscoloso, però la capacità di trasudare rabbia e paura, nonostante il selfcontrol a prova di bomba, lo rende un interprete credibile, la giusta incarnazione di un bisogno di giustizia e verità che merita ancora e sempre di essere portato avanti. È invece semplicemente perfetto Jamie Foxx, in bilico tra speranza e rassegnazione, a tratti cinico, sempre capace di lavorare di sottrazione nel cesellare un personaggio commovente, memorabile. Le azzeccate scelte di cast sono in gran parte responsabili della buona riuscita del film: intorno ai due protagonisti troviamo infatti un ottimo Tim Blake Nelson, nei panni atterriti e laidi del falso testimone, e la brava Bree Larson, impavida madre di famiglia schierata per i diritti civili.
A tratti Il diritto di opporsi, soprattutto nel finale, si lascia andare a un pizzico di ridondanza, aggiungendo qualche didascalia non necessaria. Ma non importa. Rimane un film potente e sincero, un racconto morale che non diventa mai moralistico e merita ampiamente la visione. Soprattutto per ricordarci che il razzismo non lo si sconfigge dedicando musei ed erigendo monumenti, ma con le scelte e l’impegno quotidiano di tutti noi. Da una parte e dall’altra dell’oceano Atlantico. E del mar Mediterraneo.
Il diritto di opporsi, di Destin Daniel Cretton, con Michael B. Jordan, Brie Larson, Jamie Foxx, O’Shea Jackson Jr., Tim Blake Nelson