Ammiccando ammiccando fino ai Tre porcellini

In Teatro

Moglie, marito, amante, suoceri: la famigliola borghese è da internare in una clinica psichiatrica nella vivace riscrittura del dramma George Dandin di Molière firmata da Filippo Renda

Essere ammiccanti, è questo che ci si aspetta dalla giovane scena teatrale? Gli Idiot Savant, promettente gruppo siciliano-milanese, presentano all’Elfo Il Marito Smarrito, una riscrittura del dramma George Dandin di Molière. La trama ammicca al commediografo francese, gli attori ammiccano al cartone animato, le musiche ammiccano al Rock and Roll, il nome ammicca alla psicologia, il progetto ammicca a uno spettacolo che però non c’è.

Giorgio Dandini (interpretato da Filippo Renda, anche regista e drammaturgo) è un marito tradito da una moglie bella e cattiva, sposata per ottenere il titolo nobiliare. La malassortita coppia abita nello stereotipo della villetta a schiera, tradotta in scena da una casa giocattolo incorniciata da un delizioso giardino di erba sintetica e delimitata dalla ringhiera della fiaba dei Tre porcellini. In realtà le note di regia e alcuni passaggi dello spettacolo – le intermittenti allucinazioni uditive o l’asta portaflebo -, rivelano che il protagonista non è davvero lì, bensì internato in una clinica psichiatrica, condannato dal suo cervello e dai suoi sensi di colpa a rivivere ogni giorno i violenti fatti che hanno portano al suicidio della moglie fedifraga.

Gli attori, tutti, sono bravi ma genericamente bravi. Insieme al regista, Matthieu Pastore, Irene Serini, Laura Serena e Simone Tangolo rimbalzano con abilità in un vivace balletto intessuto di orgoglio, ardore, perbenismo, beffa e meschinità, temi cari a Molière, restituiti in una versione ipercaricaturale, meno divertente di quanto promesso.

L’italiano sgrammaticato e il francese maccheronico tolgono credibilità a un’operazione drammaturgica in alcuni momenti interessante, come nel tragico epilogo decretato per la moglie Angelica, che però non trova coesione con il resto della messa in scena e sembra il finale di un altro spettacolo.Emerge, indisciplinato – perché mai indagato consapevolmente -, il tema della violenza di coppia, lasciando lo spettatore e l’attore soli al confronto con questo convitato di pietra.

È sana e condivisibile la reazione di numerose giovani compagnie, tra le quali si annoverano anche gli Idiot Savant, al teatro troppo astratto e complicato di molta avanguardia degli ultimi anni. Ma per riabilitare la commedia, l’intrattenimento e il puro gioco teatrale nell’ostile panorama intellettuale italiano bisogna fare di più.

Il Marito Smarrito, compagnia Idiot Savant, regia di Filippo Renda all’Elfo Puccini fino al 21 dicembre 2014

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