La regia attenta di Matt Reeves sostiene la nuova avventura del supereroe di Gotham City (il più frequentato di tutti al cinema). qui in versione detective noir americano alla “Chinatown”. Meno effetti e cazzotti, più racconto. Stellare il cast, da Zoe Kravitz a John Turturro, Colin Farrell, Paul Dano
Pochi supereroi godono, su pellicola, di fascino e credito quanto l’Uomo Pipistrello. Lo dicono i numeri: dal 1943 a oggi sono più di una quindicina le diverse versioni di Batman apparse su grande e piccolo schermo, tra serie tv, lungometraggi e serie animate. Più di Spiderman, la stella cinematografica della concorrenza Marvel, e persino più del suo nemicoamico Superman, fermi entrambi alla decina abbondante. Una carriera segnata da picchi d’indiscutibile valore, come i capolavori dark di Tim Burton o il cartoon anni ‘90, ma anche dai deliri pop decisamente dimenticabili di Joel Schumacher, o dai più recenti pasticci di Zack Snyder e soci. Eppure, proprio quando la trilogia di Christopher Nolan, rasentando la perfezione, sembrava aver chiuso la strada ad altri reboot sulle origini del personaggio, ecco la sorpresa: il nuovo The Batman di Matt Reeves si rivela un’aggiunta tutt’altro che superflua all’elenco, e probabilmente uno dei migliori capitoli della saga del Cavaliere Oscuro mai passati per le sale.
Chiariamolo subito: quello del sorprendente Reeves (un buon esordio nel 2008 con Cloverfield, poi poco altro degno di nota) non è, per buona parte, un film d’azione. Non è un caso infatti che il regista, sceneggiatore e produttore citi tra le sue fonti d’ispirazione soprattutto i classici del genere thriller-poliziesco metropolitano, da Zodiac a Tutti gli Uomini del Presidente, da Taxi Driver a Chinatown. Il suo Batman, come da tradizione fumettistica, è più che altro un detective in mantello e stivali, fin dalla sua prima, memorabile entrata in scena sul luogo del delitto che dà il via alla vicenda. Reeves spazza via qualunque possibilità o pericolo di confronto coi propri più o meno illustri predecessori semplicemente proponendo qualcosa di completamente diverso. Niente spettacolari riprese panoramiche, dunque, né roboanti sequenze d’azione a colpi di arti marziali e gingilli ipertecnologici: la Batmobile diventa un’auto truccata, il costume una corazza in placche di metallo, l’identità segreta è celata con l’aiuto di lenti a contatto e trucco nero attorno agli occhi.
A tal proposito: se alla vigilia dell’uscita in sala il più grosso punto di domanda era la scelta di Robert Pattinson nei panni del protagonista, anche lo spettatore più scettico può tirare un sospiro di sollievo. Dismessi una volta per tutte i panni del sex-symbol adolescenziale, l’ex star di Twilight è semplicemente perfetto nel ruolo, nonostante un physique du rôle sulla carta lontano anni luce dallo stereotipo del personaggio. In parte è anche perché The Batman si ispira soprattutto alla splendida graphic novel Batman: Year One della premiata coppia Miller-Mazzucchelli, incentrata appunto sul primo anno di “attività” del giovane giustiziere mascherato per le strade di Gotham City. L’Uomo Pipistrello di Pattinson appare dark e dimesso anche nelle vesti del suo alter ego Bruce Wayne, fagocitato dalla propria missione e ancora ben poco interessato a nascondere le proprie gesta dietro l’immagine di facciata del playboy milionario.
Non è l’unica citazione da Anno Uno, né da altre pubblicazioni altrettanto valide come la monumentale miniserie Batman: Il lungo Halloween degli ottimi Jeph Loeb e Tim Sale: Zoë Kravitz, figlia d’arte (oltre al padre rockstar, la madre è l’attrice Lisa Bonet) è una Catwoman simile in tutto e per tutto a quella disegnata da Mazzucchelli; John Turturro, pur se per una volta meno loquace del solito, giganteggia nei panni del gangster Carmine Falcone; Colin Farrell reinventa completamente la figura del Pinguino, spogliandola del lato più grottesco ma mantenendone intatto il carattere; Jeffrey Wright non è il Gary Oldman di Nolan, ma è comunque un efficace Commissario Gordon di contorno; Paul Dano è un Enigmista decisamente interessante, pur se massacrato (sai che novità) dal doppiaggio in italiano. L’unico a mancare completamente il bersaglio è Andy Serkis che, nonostante le ben note capacità trasformistiche, proprio non riesce a rendere giustizia al personaggio del maggiordomo Alfred, restituendone una versione assolutamente priva di qualsiasi carisma.
Ma i difetti, in The Batman bisogna proprio andare a cercarseli: delle tre ore di proiezione, come sempre più spesso succede a Hollywood e dintorni, solo l’ultima mezz’ora appare per certi versi superflua, ma innocua, come un tributo obbligato a chi, tra il pubblico, si aspettasse il classico film di cazzotti, morale e happy ending. Il resto è una gioia per gli occhi e le orecchie, in cui ogni dettaglio, dalla fotografia alla colonna sonora (Something in the Way dei Nirvana è un tocco di classe), dà il massimo per restituire allo spettatore l’ennesima, memorabile interpretazione di una storia che, se ben raccontata, continua a non stancare.
The Batman di Matt Reeves, con Robert Pattinson, Zoë Kravitz, John Turturro, Colin Farrell, Jeffrey Wright, Paul Dano, Andy Serkis