“Le poesie sono frasi che si sono tolte i vestiti”. Questa citazione da Marlene Dumas si adatta perfettamente al lavoro di Marcella Vanzo, artista visiva, performer, docente e poetessa. Un lavoro in cui la parola si fa corpo e il corpo si fa parola mentre il quore, vita propria, si frantuma e si dilata, tra poesie e performance.
Suono il campanello di un palazzo signorile in uno di quei quartieri di Milano dove mi piace la sera passeggiare, uscita da teatro, e sbirciare la vita della gente. Oltrepasso l’androne e scendo nel seminterrato. Entro in uno studio laboratorio con i pavimenti antichi, e non sbircio solo la vita, ma ho incontrato chi la vita la vuole spolpare, per noi e con noi.
Io prendo le tue ossa e
ci affondo i denti
per scherzo
ma anche no.
Adoro
spolpare la vita.
Una ragazza seduta per terra scarabocchia sul muro del corridoio. Dalla stanza in fondo si sente la voce di una donna. La sala è piena, all’ingresso un capannello di gente sbarra il passaggio. M’intrufolo per vedere. Seduta dietro a un tavolo con una lunga tovaglia blu, Marcella Vanzo a spalle nude legge alcune poesie tratte dalla sua raccolta Quore da sera. Pezzi del suo cuore che ha frantumato per condividerlo con chi la ascolta, con chi la leggerà. Il sentimento di Marcella si dilata, offrendosi in modo ogni volta differente a chiunque getti lo sguardo e il cuore nel suo lavoro. Come una Medusa, questa dilatazione si trasfigura, durante la lettura, in braccia, mani, gambe e piedi, pezzi del corpo dell’altro che escono da quella tovaglia e che si muovono in autonomia, generati ma al tempo stesso indipendenti dal corpo seminudo che vediamo di fronte a noi.
Io
so
anche
spaccarmi
e coi miei pezzi
comporre
cose
sempre nuove.
Marcella Vanzo nel suo studio milanese si presenta con un reading che ha il sapore di una performance: Vanzo è una nota performer; studia antropologia e nella sua arte l’interesse corre verso l’umano in tutte le sue dimensioni, da quella mitologica a quella sociale e, culturale, fino ad arrivare a quella emotiva e politica. La rappresentazione del mondo, secondo Vanzo, è un delicato equilibrio di realtà e finzione, che trova forma in video, installazioni e performance.
Dal 2019 Marcella Vanzo dà spazio alla sua vocazione pedagogica: per lei l’insegnamento è una possibilità di cambiare il mondo. Oltre a insegnare performance all’Accademia Carrara di Bergamo, ha fondato la scuola di performance “The Momentary Now” in collaborazione con Zona K, un piccolo teatro indipendente nel cuore del quartiere Isola, che ha portato a Milano alcuni degli artisti di punta dell’avanguardia europea.
I suoi studenti sono una parte importante della sua rete. Alla fine del reading, un paio di ragazzi passano tra i presenti offrendo Baci Perugina, per l’occasione rincartati inserendo al posto delle celebri frasi sull’amore alcuni frammenti poetici di Marcella Vanzo, lasciando agli ospiti la possibilità di portare a casa un lampo dei sentimenti condivisi nella performance. Quelle schegge di Quore sono diventate haiku, e alcune lo sono davvero, per l’immediatezza profonda e lapidaria con cui colpiscono chi si avventura tra le pagine di questo libricino dalla copertina nera.
Spostami
il cielo è dietro di te.
Quore ci guida in un viaggio emozionale che cattura l’essenza della condizione umana attraverso un linguaggio evocativo e immagini vibranti. Il volume non è fatto di sole parole: alcune immagini, realizzate sempre da Marcella, accompagnano nell’esplorazione, mostrando lati inediti o diversi di intendere le parole che si leggono. Cattura la capacità di giocare con le parole, trasformandole, storpiandole, deformandole, e dando la possibilità di leggere in modi differenti i componimenti, rendendoli ogni volta sorprendenti.
Nella sua introduzione, Matteo Bergamini cita Marlene Dumas: “le poesie sono frasi che si sono tolte i vestiti”. Il corpo di Marcella Vanzo gioca e lotta con l’erotismo del linguaggio, in immagini vive e graffianti, ed estremamente sensuali. In questo corpo a corpo tra carne e parola, tra desiderio e paura, tra piacere e ferita, Quore mostra la vita che pulsa, la sua e quella di tutti.
Io sono terra
e tu acqua
il sole non sorge
ma
esplode dentro di me.
Marcella Vanzo, Quore da sera, Edizioni La vita felice, 2022, p. 98