Il settimo capitolo, in oltre 15 anni, della marchio “Transformers” fa debuttare i Biocombat, creature meccaniche dalle fattezze animali. Per il resto si replicano deflagrazioni già viste, stereotipi del genere, battute rivolte al pubblico adolescenziale. E agli appassionati del genere. Nonostante una sceneggiatura di routine, il 35enne regista Steven Caple ne fa un prodotto non tra i peggiori del ciclo
Tremate, i robottoni son tornati. O meglio, robottoni buoni e umani coraggiosi scoprono come collaborare, per recuperare un antico artefatto e salvare il mondo dai robottoni cattivi. Se tutto questo vi suona familiare è perché non si tratta soltanto del riassunto del nuovo Transformers – Il risveglio, ma di tutte quante le pellicole dedicate alla popolare linea di giocattoli e cartoon anni ’80. Ebbene sì, da quell’esordio sul grande schermo nel lontano 2007, che aveva portato definitivamente alla ribalta Michael Bay e le sue esplosioni, non è cambiato praticamente nulla o quasi. Volendo cercare a tutti i costi un lato positivo, per quanto scontato, sono migliorati gli effetti speciali, garantendo scene d’azione via via meno caotiche e una sempre maggiore “umanizzazione” di Optimus Prime e compagni. Ma è poco, troppo poco per giustificare la longevità di una saga che, giunta ormai al suo settimo giro di giostra tra seguiti, prequel e reboot, avrebbe dovuto probabilmente interrompersi almeno cinque o sei capitoli fa.
Nel corso degli anni, infatti, il franchise cinematografico tratto dai pupazzetti trasformabili della Hasbro ha goduto di fortune che sarebbe un eufemismo definire alterne. E questo nonostante, caso più unico che raro per il genere, la direzione delle operazioni sia quasi sempre rimasta saldamente nelle mani di Bay, unico regista di tutti gli episodi “canonici” della serie: dopo un debutto col botto, complice la voglia e la curiosità di vedere in versione cinematografica alcuni tra gli eroi più iconici dell’età d’oro delle serie animate, l’interesse e il gradimento per la saga è andato via via scemando negli anni, di pari passo con il crollo della qualità dei sequel. Anche se, per la precisione, Transformers – Il risveglio non è la continuazione del precedente (e imbarazzante) Transformers – L’ultimo cavaliere del 2017, ma piuttosto dello spin-off Bumblebee con la teen star Hailee Steinfeld, uscito l’anno successivo, e considerato a ragione il meno peggio fin qui. O almeno così pare, visto che persino dal punto di vista narrativo sul filone regna il caos, tra chi parla di semplici prequel e chi di totali reboot, viste le tante incongruenze di trama sparse qua e là senza giustificazioni plausibili.
In tutto questo, se il film con la Steinfeld era diretto con merito dall’esordiente Travis Knight, stavolta il ruolo del facente funzioni tocca a Steven Caple Jr., appena trentacinquenne ma già messo alla prova (più o meno superata) nientemeno che sul set di Creed II, altra variazione sul tema di un’epopea intoccabile. Oggi come allora, il giovane regista riesce quantomeno a limitare i danni, risultando forse alla fine il meno colpevole del risultato finale: di sicuro non è sua la responsabilità di un cast di buona volontà ma insipido, a cominciare dai pochi personaggi “umani” Anthony Ramos (apprezzato interprete di musical come Hamilton e In the Heights) e Dominique Fishback (tra i protagonisti di Judas and the Black Messiah), trasformati nelle solite macchiette pretestuose, dal background banale e dalla recitazione sopra le righe. Attorno a loro, una parata già vista di robot umanoidi in CGI intrappolata in battute epiche già sentite, alternate a un’irritante parlata adolescenziale, nel disperato tentativo di strappare almeno un’emozione o una risata che non siano il frutto involontario di una pessima sceneggiatura.
Nonostante tra i doppiatori originali figurino, oltre alla storica voce di Optimus Prime Peter Cullen, addirittura premi Oscar come Michelle Yeoh, star come Peter Dinklage e caratteristi esperti come Ron Perlman, Transformers – Il risveglio è un film rivolto esclusivamente ai fan storici della serie, che, dopo i “Dinobot” degli ultimi due capitoli, potranno finalmente godersi sul grande schermo anche i “Biocombat”, creature meccaniche dalle fattezze animali distribuite nei negozi di giocattoli da Hasbro tra il 1995 e il 2000. Per tutti gli altri, invece, si prega di attendere il prossimo risveglio: quello di uno sceneggiatore che non sia pagato un tanto al chilo per sfornare l’ennesimo fan service senz’anima né ragion d’essere, se non quella della nostalgia.
Transformers – Il risveglio di Steven Caple Jr., con Anthony Ramos, Dominique Fishback, Peter Cullen, Michelle Yeoh, Peter Dinklage, Ron Perlman, Pete Davidson, Liza Koshy