Naturalia con artificialia: le fotografie di Marco Schifano in mostra allo Studio Giangaleazzo Visconti tra apparizioni, nature morte e diorami.
È un lavoro ambizioso quello che il giovane Marco Schifano (Roma, 1985) presenta allo Studio Giangaleazzo Visconti. Le sue fotografie sono eleganti e colte: si confrontano, infatti, tanto con la tradizione della natura morta europea del Cinque e del Seicento, da Sánchez Cotán a Zurbarán, quanto con la fotografia etnologica di fine Ottocento. La regia alla base di ogni composizione è minuziosa, quasi maniacale, e la lunga fase progettuale che precede lo scatto risulta «anche amplificata dall’assenza pressoché totale di interventi di post-produzione digitale», come sottolinea Gianluca Ranzi nel catalogo.
Le opere esposte, omogenee da un punto di vista stilistico, si diversificano invece per la scelta dei soggetti: apparizioni di animali vivi – soprattutto selvatici ed esotici – in posa su strumenti musicali, piedistalli, balaustre e scranni antichi (dalla serie ΄Επιφάνεια); nature morte, in cui esseri inanimati – vegetali e animali – si alternano ad altri ancora vivi in un gioco raffinato di giaciture (dalla serie Extinction); infine, diorami in cui entra in scena l’uomo – o meglio, la donna – che aspirano a ricreare in modo artificiale un mondo primitivo (dalla serie Savages).
Appese alle pareti candide della galleria, queste rappresentazioni su sfondo nero, illuminate da una luce interna accecante che ne esalta le cromie preziose, fluttuano come degli enormi schermi televisivi. Sospesi tra verità e simulazione, le nature morte, le apparizioni e i diorami si risolvono in immagini iperrealiste, raffinate e patinate, quasi disturbanti nella loro perfezione. Lo sguardo dell’osservatore può indagare ogni dettaglio, soffermarsi stupito sulla prodigiosa resa delle superfici. Però pare difficile instaurare una comunicazione con queste opere, algide e senza tempo. L’effetto è straniante: alle fotografie di Marco Schifano sembra infatti non mancare nulla, tranne il calore della vita e le possibilità dell’imperfezione.
Marco Schifano, Studio Giangaleazzo Visconti, fino al 16 gennaio 2015.
Foto: Marco Schifano, Zucche con Locuste e Lumaca, 2012. Courtesy of the Artist and the Gallery.