Il teatro come non lo avete mai letto

In Teatro

Parlano gli ideatori de «Il Copione», iniziativa (in sei appuntamenti) dedicata al valore della drammaturgia

Andare a teatro non a vedere uno spettacolo, ma a leggere una drammaturgia. Un’idea semplice o forse dirompente quella che sta alla base de Il Copione, la nuova rassegna ideata dall’associazione Situazione Drammatica di Tindaro Granata (foto), Carlo Guasconi e Ugo Fiore.

Il progetto nato in collaborazione con il Teatro de Gli Incamminati e Proxima Res si sviluppa in sei appuntamenti. Si parte lunedì 11 novembre allo spazio Banterle a pochi minuti dal Duomo.

Scoprire come la parola scritta diviene parola detta. Entrare nel processo. A leggere il copione saranno gli attori, guidati dagli autori, presenti in sala e che dialogheranno con il pubblico. E il biglietto? Più che un biglietto sarà un contributo fotocopie perché gli spettatori – e qui sta il punto – riceveranno davvero il testo, sotto forma di copione.

A parlarci del progetto sono proprio gli ideatori della rassegna.

Il Copione. Il testo e non lo spettacolo. Sembrerebbe una rivoluzione: come nasce questa idea?
[Carlo Guasconi] È un’idea nata un anno fa. Costituire un’associazione che potesse dare risalto alla drammaturgia. Mettere in luce il lavoro dell’autore teatrale indipendentemente dallo spettacolo. Dargli risalto.

[Ugo Fiore] Siamo partiti da un impulso di Tindaro. Volevamo svelare un aspetto dello spettacolo  di cui si conosce l’esistenza, ma ancora poco conosciuto. Il perché si scrive e il come lo si fa sono tra i momenti più interessanti della nascita di un’opera, per noi.

[Tindaro Granata] Nella generale crisi del teatro, in Italia non c’è abitudine a leggere la drammaturgia. Come fare ad avvicinare il pubblico? Il Copione nasce dall’esigenza di dare uno spazio letterario alla drammaturgia. Io sono convinto che gli spettatori possano essere intrigati dallo scoprire come nascono quelle sensazioni, quell’umanità che arriva sul palcoscenico. Chi sono le persone da cui ha origine tutto questo.

In un sistema teatrale sospeso tra il teatro di regia e quello che resta delle avanguardie, qual è il posto della drammaturgia e in particolare di quella contemporanea?
[Ugo Fiore] Il posto della drammaturgia è importantissimo. Quando vado a teatro a me viene in mente sempre la stessa domanda. Di cosa stiamo parlando? A chi? È la drammaturgia che risponde a queste domande. Facendo un focus sulle parole, su come le diciamo penso possa restituire al teatro la possibilità di parlare a una città .

[Tindaro Granata] Stiamo riscoprendo il valore della parola e della comunicazione scritta. Fino a poco tempo pensavo che i social avessero spazzato via ogni desiderio di approfondimento. Mi rendo conto invece, che soprattutto da parte dei giovani c’è un desiderio grande di tornare a scrivere, raccontare. Penso che sia per questo che stiamo vivendo una realtà molto ricca di talenti, d’altro canto le possibilità di mostrare gli esiti di queste ricerche sono poche. A tutti i livelli  a teatro c’è la consapevolezza che i vecchi sistemi stanno cedendo, e parallelamente c’è un desiderio di cambiamento. Il bisogno di dire noi esistiamo.

[Carlo Guasconi] La drammaturgia è un foglio bianco. Un terreno vergine che viene coltivato giorno dopo giorno, con esperimenti e tentativi. Oggi il posto della drammaturgia sta cambiando perché gli attori scrivono di più. Si sono rotti i ponti e il sistema economico ha contribuito a questa rottura. Le persone hanno bisogno di esprimersi. Lo fanno con risultati alterni, ma ne hanno bisogno. Credo che la drammaturgia del corpo o della parola sia la base del teatro.

Acquistare non il biglietto, ma il copione. Un gesto importante che ha anche un valore simbolico.
[Carlo Guasconi] Diamo la possibilità al pubblico di portarsi a casa un testo. Da leggere prima, durante e magari dopo. Un’esperienza che non si esaurisce quella sera.

[Ugo Fiore] Per altro avere il copione in mano permette di bypassare la passività dell’atto del guardare. Immaginiamo che le persone non siano semplici fruitori, ma parte del processo. Sono chiamati a vivere nel divenire delle parole.

[Tindaro Granata] Da attore penso anche che sia anche importante recuperare il rapporto con l’oggetto fisico. Il copione è questo libro speciale da cui tutto parte. Un corpo misterioso, sopratutto per i non addetti ai lavori.

Tra i vostri autori c’è anche Tatjana Motta appena proclamata vincitrice del premio Tondelli a Riccione. Avete avuto occhio?
[Tindaro Granata] Ho conosciuto Tatjana con il testo Nessuno ti darà del ladro, è stato un incontro sorprendente e lo abbiamo programmato. Sono molto contenta di averla chiamata in tempi non sospetti. Il fatto che tutti gli autori scelti abbiano vinto dei premi non è sistematico, ma ci sono volte in cui i premi arrivano alle persone giuste.

In ogni caso sono rimasti fuori tantissimi altri autori: speriamo che questa rassegna bene per poter dire subito che ci sarà una prossima edizione.

[Ugo Fiore] Conosco Tatjana da un po’ di tempo, premiata o non premiata resta un’autrice di grande talento, che in fondo è il senso di tutta questa operazione.

[Carlo Guasconi] Sì, c’era fiducia nella capacità di Tatjana a priori. Siamo molto felici per lei e riteniamo faccia parte di fortunate coincidenze che non vediamo l’ora di condividere con voi.

CALENDARIO

11 novembre – Carlo Guasconi con ESSERE BUGIARDO
2 dicembre –  Marco Morana  con STORMI
13 gennaio – Tatjana Motta con NESSUNO TI DARÀ DEL LADRO
24 febbraio – Riccardo Favaro con ULTIMA SPIAGGIA
16 marzo – Caroline Baglioni  con PLAY
6 aprile – Angela Demattè  con L’OFFICINA
Tutte le serate della rassegna si svolgeranno alle ore 20.30 allo Spazio Banterle Largo Corsia dei Servi, 4 – Milano.
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