In nessun posto, cioè nell’Italia del Novecento. Raccontata dai ragazzini

In Cinema

“Invelle” è il primo film di animazione di Simone Massi, che in trent’anni di carriera con i suoi corti ha vinto oltre 300 primi in tutto il mondo. Racconta la nostra storia dal 1918 al 1978, dalla grande guerra all’omicidio Moro. Affidandola però alle voci e alle vicende di tre ragazzini che vivono nelle Marche, regione d’origine di Massi, in una campagna via via spopolata e impoverita dal progresso e dalla industrializzazione. Passato alla Mostra di Venezia 2023 è un ottimo caso di incrocio tra la Storia e le storie, istruttivo, artisticamente complesso (ci hanno lavorato 80 disegnatori), drammatico e originale

A un anno esatto dal più che applaudito passaggio alla Mostra di Venezia 2023 (quella di quest’anno è iniziata proprio in questi giorni) esce nelle sale Invelle, il primo lungometraggio diretto, sceneggiato (con altri sei autori e autrici) e montato (a sei mani) dal marchigiano Simone Massi, 54enne illustratore e autore che in trent’anni di carriera ha girato un gran numero di corti di animazione, vincitori nel complesso, in tutto il mondo, di 300 premi, tra cui un David di Donatello e quattro Nastri d’Argento.

Invelle nel dialetto marchigiano, parlato da tutti i protagonisti del film, significa in nessun posto, ed è la battuta finale di uno dei tre ragazzini attorno ai quali ruota una vicenda che copre una sessantina abbondante di anni di storia italiana, dalla Prima Guerra Mondiale all’omicidio di Aldo Moro: ma, al contrario di ciò che la parola esprime con senso nel contesto della storia, difficilmente potreste trovare un racconto così territorialmente, culturalmente, antropologicamente connotato e centrato. Nella campagna interna della provincia di Pesaro-Urbino, dove l’autore è nato e cui tributa un grande omaggio di affetto, pur nella drammaticità della gran parte degli eventi che descrive.

Tocca dunque ai piccoli Zelinda (dal 1918), Assunta (dal 1943) e Icaro (dal 1978), variamente imparentati tra loro e con gli altri caratteri principali del film, narrare in 90 minuti e 40mila fotogrammi (tutti disegnati, graffiati e colorati a mano da un’ottantina di disegnatori, guidati ovviamente da Massi) come l’Italia uscì vittoriosa dalla Grande Guerra, attraversò la sciagura del fascismo e del conflitto successivo, perduto con disonore, e completò la sua caotica trasformazione da grande nazione agricola a paese moderno. Perdendo per strada più di un ideale fondante della Resistenza e approdando alle soglie del Duemila tra industrializzazione, terrorismo e spopolamento delle campagne e dei paesi. Come l’amata Pergola, dove il regista è nato e che in qualche modo ha messo al centro della sua storia.

Ma Invelle è anche e soprattutto un'”epopea dei vinti”, sono parole di Massi, che non sono solo i tanti lasciati indietro dal tempo, di cui si sono persi valori e cultura, in primo luogo i contadini soppiantati dal progresso per primi, ma in generale chi rimane povero a dispetto della sua storia e della Storia tutta, portatrice a molti (non moltissimi in verità, almeno Italia) di ricchezza e migliori condizioni di vita. Da questo punto di vista abbastanza raramente il rispecchiamento tra esistenze personali e percorsi pubblici ha trovato corrispondenze precise, e una narrazione empatica ma non per questo meno lucida, come qui. Così il racconto è sì “locale”, sta dentro una storia regionale, ma certo è anche il riassunto efficace di uno sviluppo storico che riguarda l’Italia intera, e per certi versi anche altri paesi europei.

E se è vero che, come ha scritto con grande chiarezza Antonio Gramsci, il Risorgimento è stato anche (non solo) una rivoluzione mancata, non è difficile ritracciare nell’Italia d’oggi, abbondantemente fascista in doppiopetto, nel governo e purtroppo anche nella popolazione, un analogo, clamoroso, e forse perfino peggiore tradimento, quello della Resistenza. Il che rende la ricostruzione storica di Massi (supportata dalle voci di Servillo, Timi, Celestini, Baliani e altri attori di nome e valore) più che utile, necessaria. Il suo non è probabilmente un film di animazione rivolto ai “bambini”, ma farebbe tanto bene vederlo a molti ragazzi, anche piuttosto giovani di età e acculturazione. Che da un po’ di Storia raccontata attraverso le storie, di ragazzini oltretutto, avrebbero sicuramente molto da imparare.

Invelle, film di animazione scritto e diretto da Simone Massi

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