Nell’ambiguo mondo di Norman il faccendiere risorge il talento di Richard Gere

In Cinema

L’israeliano Joseph Cedar tratteggia in “L’incredibile vita di Norman” la figura di un singolare trafficante di denaro e promesse, e la sua relazione con un astro nascente della politica. Un ruolo ben scritto, senza cali di ritmo, raccontato con oggettività, che regala all’attore americano l’occasione di un pieno riscatto dopo più di una prova opaca. Sullo sfondo la società contemporanea dell’immagine, in cui è sempre più difficile distinguere tra bene e male, lecito e illegale, e dove tutto si gioca negli intrighi dietro le quinte. Nel cast anche Steve Buscemi, Charlotte Gainsbourg e Lior Ashkenazi

Se guardiamo alla carriera recente di Richard Gere, vediamo una costante discesa, che comincia inesorabilmente dalla metà degli anni 10 del 2000 e prosegue fino a poco tempo fa. C’è da dire che l’attore originario di Philadelphia non ha mai brillato per estro artistico e carisma attoriale, tant’è che anche i registi più concettuali e anti – Hollywood che l’hanno scelto per i loro film, pensiamo a Paul Schrader, Francis Ford Coppola, Terence Malick, Sidney Lumet, Todd Haynes, Robert Altman l’hanno sempre prediletto per ruoli di pura immagine; o comunque l’hanno messo in scena come vittima, inconsapevole o meno, della sua vuota bellezza. Ma dopo un lungo periodo in cui ha partecipato a tanti film di successo e di grande portata, ha cominciato ad arrabattarsi dietro piccole produzioni, recitando in lavori poco conosciuti e spesso anche piuttosto scialbi.

Con quest’ultimo film, L’incredibile vita di Norman, Gere è riuscito invece a ristabilire un ottimo livello qualitativo: è infatti un’opera decisamente ispirata, originale e con una scrittura che non cede in nessuna parte della sua struttura. Norman è un ambiguo affarista, un mercante di promesse e favori che conosce e solidarizza con Eshel, giovane politico (interpretato da Lior Ashkenazi) che attraversa un momento buio della sua vita. Dopo alcuni anni, però, la fortuna gira, Eshel diventa un leader di fama mondiale e grazie a lui anche la vita di Norman cambia.

La potenza di questo lungometraggio sta nella sua incredibile capacità di mostrare con chiarezza i complicati meccanismi che stanno dietro i giochi di potere, e che insidiano ogni società del mondo cosìddetto civilizzato. Ma lo fa astraendosi a tal punto dal semplice concetto di colpa, derivante da un meccanismo causa – conseguenza delle azioni dei singoli, da consentire ai protagonisti di guardarsi come dall’esterno, mostrando quello che agli occhi di un’opinione pubblica qualsiasi potrebbe sembrare un delinquente per quello che in realtà è, una vittima delle circostanze, e forse addirittura del mondo.

Così non è chiaro chi siano i buoni e chi i cattivi attorno a Norman, e non è neanche molto manifesto se lui stesso sia o meno una brava persona: e per accentuare questo intento di ambiguità, il regista israeliano Joseph Cedar non permette alla scrittura di insinuarsi nella sua vita privata, ma lo mette in scena solo nei suoi rapporti con gli altri. La descrizione di un persona vista esclusivamente dall’esterno avvicina il film a molti altri prodotti cinematografici degli ultimi anni, figli di una società dell’immagine che quando si autoanalizza scopre se stessa come qualcosa di assolutamente instabile, proprio perché è finta e inconsistente.

A chi guarderà L’incredibile vita di Norman non potranno che venir in mente i mille giochi di potere i cui retroscena sono stati spesso svelati, almeno in parte, da inchieste o scoop telegiornalistici, che hanno sfiorato quel labirinto di favori, ammiccamenti, conoscenze, ricatti, dentro il quale la classe dirigente occidentale finisce spesso per perdersi. Tutto questo viene qui messo con efficacia chirurgica sotto la lente d’ingrandimento del cinema, che come spesso succede ci restituisce con più chiarezza il vero senso del reale.

L’incredibile vita di Norman, di Joseph Cedar, con Richard GereMichael Sheen, Steve Buscemi, Charlotte Gainsbourg, Josh Charles, Dan Stevens, Lior Ashkenazi, Harris Yulin

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