Due giorni da vivere gioiosamente. Oggi e domani al Live Club di Trezzo in compagnia dei Beartooth e degli State Champs, degli Our Last Night e dei britannici As It Is. Ciliegina sulla torta il gruppo modenese degli Why Everyone Left
Un tranquillo mercoledì di giugno: il sole batte e si nasconde ogni 10 minuti, le scuole sono vuote, le vacanze sembrano più vicine e a Trezzo sull’Adda 4 band sono pronte a infiammare il loro pubblico.
Eh già: è tornato anche quest’anno l’InFest, il festival che celebra le mille sfumature della musica alternativa. E lo fa con una doppia data e una doppia lineup di stampo punk – hardcore che davvero non può passare sotto silenzio. In un tranquillo mercoledì di giugno, a Milano, la soluzione migliore è prendere l’auto, andare allo storico Live Club di Trezzo e godersi la serata: il primo appuntamento è questa sera!
Headliner della prima data del festival sono i Beartooth, che già qualche mese fa sono passati dall’Italia con uno show dall’intensità pazzesca in occasione della pubblicazione del loro ultimo disco, Disease. La band statunitense, guidata dall’ex Attack Attack! Caleb Shomo ha uno stile fortemente riconoscibile: mix nu metal, ritornelli maestosi, riff hardcore e un’energia impossibile da fermare. E proprio questa unione di violenza musicale e di energia vocale è il filo conduttore di questo InFest 2019.
Prima di loro sul palco, infatti, altre tre band veramente di livello. Direttamente da Albany ( NY) arrivano gli State Champs, forieri di un punk più pop ma non per questo meno carico di energia. Non a caso il loro penultimo disco, Around the World and Back, è stato inserito tra i 100 dischi migliori del 2015. I loro pezzi sono scariche di adrenalina, senza soluzioni di continuità. L’energia dei cori di Ryan Graham e Tyler Szalkowski fanno da contraltare perfetto al cantato di Derek DiScanio, mentre la batteria di Evan Ambrosio, statene certi, non perderà nemmeno un colpo.
Gli Our Last Night hanno qualche anno in più di attività, ma la stessa voglia di urlare la loro musica di fronte al pubblico. La band dei fratelli Wentworth ha uno scheletro apparentemente molto più duro e metallico rispetto a chi divide il palco con loro, ma la voce di Trevor sa avvicinarsi leggera per poi rivelare ancora meglio le sue unghie e graffiare le tue orecchie.
Senza nulla togliere agli altri gruppi presenti, sono proprio loro il gruppo che vi consigliamo di ascoltare con più attenzione, e per un motivo ben preciso: le loro cover in versione alternative metal di brani pop sono davvero imperdibili.
Ma la serata si apre con altri due gruppi, forse meno conosciuti ma non per questo meno interessanti. I britannici As It Is, di tutto il palinsesto, sono sicuramente la band più marcatamente legata all’ambiente e alla cultura emo. Ma non lasciatevi ingannare da frangette e piercing, sono davvero tosti.
In una serata così, un po’ di amor patrio non può mai mancare. E quindi, se riuscite ad arrivare presto, fatelo: non vi perderete i modenesi Why Everyone Left. Perfettamente in linea con il resto della scaletta, ma con un tocco elettronico in più, sono la giusta scossa per avviare una splendida serata di musica.