Iran 2000: leggere Lolita per difendere uno spazio (mentale) di libertà

In Cinema

Il regista israeliano Eran Riklis porta sugli schermi, in forma didascalica, la storia vera della scrittrice Azar Nafisi, magnificamente interpretata da Golshifteh Farahani. Tornata nel 1979 a Teheran, piena di speranze per la caduta dello Scià, dovette presto ricredersi per l’evoluzione autoritaria del regime islamico dell’ayatollah Khomeini. E per il rapido peggioramento della condizione delle donne, private di molti diritti e spazi di autonomia. Su tutto ciò e sul suo circolo clandestino di lettrici di classici occidentali, scrisse nel 2003 un memoir diventato best-seller mondiale. Ma era già di nuovo in esilio

Teheran, 1979. Azar Nafisi (interpretata da una magnifica Golshifteh Farahani) torna in Iran insieme al marito ingegnere. Dopo aver passato molti anni all’estero, la caduta del regime dello scià e l’ascesa dell’ayatollah Khomeini li hanno spinti a ritrovare la via di casa, con l’idea di partecipare a una rivoluzione, alla nascita di un nuovo Iran. Come è tristemente noto, la repubblica islamica si trasformerà ben presto in un terribile incubo che non ha ancora finito di divorare i suoi figli (e soprattutto le sue figlie) migliori.

Azar, docente di letteratura inglese all’università, dovrebbe rendersene conto subito, già alla dogana dell’aeroporto quando un impiegato sgarbato guarda i libri (per lui) incomprensibili di cui è piena la valigia della protagonista come fossero qualcosa di ripugnante, e lei stessa, in quanto donna, come uno scarafaggio che non merita neanche che le si rivolga la parola. Ma lei, che come suo marito e moltissimi altri intellettuali hanno scelto di tornare in patria, per la rivoluzione islamica, sembrano inizialmente del tutto incapaci di rendersi conto di che cosa stia realmente accadendo. Una miopia che a molti, negli anni successivi, costerà anni di carcere e addirittura la vita. Azar si salverà, ma il prezzo da pagare sarà l’accettazione di un radicale ridimensionamento della propria libertà, dall’obbligo di indossare l’hijab alla drastica censura che colpisce gran parte dei libri che lei vorrebbe proporre nei suoi corsi all’università. Costretta ad abbandonare l’insegnamento, deciderà di portare avanti un ultimo atto di ribellione: creare un circolo di lettura per sole donne, a casa sua tutti i giovedì mattina, un luogo protetto dove leggere e discutere insieme i testi anglosassoni proibiti dal regime.

Questa è la storia vera, drammaticamente vera, che Azar Nafisi (dopo aver definitivamente lasciato il suo paese nel 1997) ha raccontato nel memoir Leggere Lolita a Teheran, pubblicato negli Stati Uniti nel 2003 e subito diventato un bestseller internazionale. Vent’anni dopo la scrittrice, in una recente intervista, non ha potuto fare a meno di ripetere sconsolata quanto sia felice che il suo libro sia diventato un film, firmato da un regista israeliano (Eran Riklis, già autore di La sposa siriana e Il responsabile delle risorse umane), ma al tempo stesso quanto sia deprimente per lei guardare la condizione delle donne oggi in Iran, constatando quanta poca strada sia stata fatta da allora in termini di riconoscimento dei diritti di oltre metà della popolazione.

Anche a distanza di oltre vent’anni il libro di Nafisi mantiene intatta la sua forza dirompente, la sua rabbia quieta e implacabile, la sua capacità di trasformare la lettura in strumento di ribellione e di usare la letteratura per raccontare la vita. Sinceramente, il film soffre invece di qualche didascalismo di troppo e si limita a raccontare una storia: la storia di Azar e delle sue allieve, che leggono di nascosto Lolita e Il grande Gatsby, Daisy Miller e Orgoglio e pregiudizio, e soprattutto imparano faticosamente a difendere un piccolo spazio di emancipazione, come esercizio anche solo mentale di autonomia, ogni giorno, per non permettere che muoia definitivamente il ricordo della libertà passata e la speranza di un cambiamento futuro. Per rivendicare ancora e sempre, come oggi stanno facendo le ragazze iraniane, pagando spesso un prezzo altissimo, il diritto alla libertà e al pieno riconoscimento dei propri diritti. Proprio per questo vale comunque la pena di vedere questo film, da oggi in molte sale italiane.

Leggere Lolita a Teheran di Eran Riklis, con Golshifteh Farahani, Zahra Amir Ebrahimi, Mina Kavani, Bahar Beihaghi, Isabella Nefar

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