È un successo preannunciato l’album con cui debutta il giovane cantautore inglese, a suo agio nel mescolare rock, soul, testi poetici e suggestioni da classifica
Non tutti possono dire di essere stati osannati dalla critica prima ancora di aver pubblicato un album di debutto.
Eppure James Bay si trova proprio in questa situazione: ha vinto il “Critic’s Choice Award” ai Brit Awards di quest’anno (onore ricevuto in precedenza da artisti diventati successi mondiali come Sam Smith e Adele, per dirne due) avendo pubblicato solo EP.
L’uscita di The Chaos and the Calm è dunque arrivata accompagnata dal peso di un’aspettativa enorme, sia in termini commerciali che di critica. Eppure, ascoltando il disco, si direbbe quasi che a James Bay la pressione faccia bene.
Il disco appartiene, fino a un certo punto, a quel cantautorato indie in stile Paolo Nutini/George Ezra ma vi aggiunge un tocco di puro rock and roll. Il che sembra semplice, ma non lo è, a meno che tu non sia James Bay.
A partire dal singolone Hold Back the River si sente la facilità con cui Bay sa unire orecchiabilità e profondità, rock e pop, senza battere ciglio.
Il disco infatti è segnato dall’incontro tra poesia e rabbia, il tutto amalgamato dalla voce, brillante e misteriosa allo stesso tempo. Craving, il pezzo di apertura, ci invita a considerare l’importanza di sentire, nel senso emotivo e tattile del termine, con un sound che ricorda i momenti migliori dei Kings of Leon. Best Fake Smile è invece una di quelle canzoni su cui ci immaginiamo già di saltellare entusiasti a un suo concerto, perché è esaltante, elettrica, e ha un testo che si può urlare a squarciagola. When We Were on Fire unisce il rock e il soul in maniera perfetta, e la voce di James qui mostra le sue insenature più profonde.
Sul fronte ballate abbiamo due perle come Move Together e Let It Go: entrambe dimostrano l’intelligenza della scrittura di James Bay, che affronta l’amore a un’intensità molto più elevata di quanto ci si aspetti da un ragazzo di 24 anni.
Sí, 24 anni. Ma il disco ha la maturità e la coerenza di un artista con 30 anni di carriera alle spalle.
E se il buongiorno si vede dal mattino, non possiamo neanche immaginare cosa farà James Bay con la sua carriera da qui in avanti, ma non vediamo l’ora di scoprirlo.
James Bay, Chaos and the Calm (Repubblic Records)