Il funambolo John Armleder espone alla Galleria Massimo De Carlo una serie di opere, inedite e site-specific, all’insegna della libertà e dell’ironia
Ancora per pochi giorni la Galleria Massimo De Carlo ospita Chiarivari, la personale di John Armleder (Ginevra, 1948) che, già a partire dal titolo, ne conferma la disinvoltura formale e l’impudenza lessicale.
Nonostante i debiti contratti con l’esperienza di Fluxus e l’innegabile e duratura influenza di John Cage, Armleder ha infatti sempre strenuamente difeso la sua libertà: senza mai aderire a movimenti o a manifesti, in totale autonomia, ha indagato il significato e le possibilità dell’espressione, ricercando i confini dell’arte ed esplorandone ogni possibile licenza.
Maestro nel fuggire ogni definizione e categorizzazione, l’artista svizzero crea per questa occasione una serie di opere eclettiche – inedite e appositamente realizzate per gli spazi della galleria milanese – che oscillano fluidamente dal design alla pittura, dal “classico” al pop, al trash.
Leit Motiv è l’ironia, in grado di annullare le tradizionali nozioni di supporto, materia, colore e, persino, di pubblico. Fin dalla prima sala – in cui ci si trova circondati da tele bicrome e geometrizzanti di diverse dimensioni, avvolti in nebbie di fumo e accecati da una serie di luci a LED, il tutto sulle note de An der schönen blauen Donau (Horizon Home Sweet Home) – le opere e le installazioni, nate dal caso e dall’infinito gioco delle possibilità, stimolano i sensi e le reazioni dello spettatore, sfidato a oltrepassare i confini della consueta percezione di spazi e oggetti: dalle Furniture Sculptures, solo a prima vista rassicuranti, agli inquietanti Puddle Paintings, in cui titoli enigmatici, glitter e una serie eterogenea di objets trouvés (piante grasse, conchiglie, chincaglierie, pacchiana bigiotteria, addobbi natalizi…) regnano sovrani.
Mentre si tenta di seguire con un sorriso divertito gli stimoli proposti e ci si interroga sul valore dell’art-pour-l’art oggi, ci si accorge che ben otto opere s’intitolano curiosamente Sorry… E ci si chiede cosa mai abbia Armleder da farsi perdonare.
John Armleder. Chiarivari, Galleria Massimo De Carlo, fino al 28 marzo 2015
Foto: John Armleder, Charivari (Installation views). Photo: Roberto Marossi. Courtesy by Massimo De Carlo Milan/London