Sincero e ironico, genuino e riflessivo, il songwriter uruguaiano in “Wandering Rebel” si fa apprezzare anche per la versatilità musicale mescolando ritmi sudamericani, hip hop e rhythm&blues
Juan Pablo Wauters, musicista uruguaiano nato a Montevideo (ma si è trasferito a New York nel 2002), non è conosciuto per avere uno stile particolare, ma piuttosto per la sincerità cristallina che caratterizza il suo approccio alla musica: dalla serietà genuina del suo impianto lirico ai rituali giocosi dei suoi spettacoli dal vivo (canti, cover, gare).
Membro fondatore dei The Beets, gruppo garage del Queens, Wauters ha iniziato a pubblicare musica con il proprio nome nel 2014. Dopo l’uscita di Who, Me? ha trascorso diversi anni in tournée e ha viaggiato per il mondo, incluso un lungo periodo in America Latina. Da questa esperienza sono scaturiti due dischi, La Onda De Juan Pablo del 2018 e il suo seguito Introducing Juan Pablo del 2019, interessanti musicalmente perché esprimono sia le sue radici uruguaiane sia il suo spirito nomade. Del resto cantare in spagnolo, usare strumenti come bongo e marimba, avere un atteggiamento sociale/inclusivo durante i concerti dal vivo sono elementi con i quali aveva già “flirtato” in passato.
La versatilità cantautoriale di Wauters (mescola ritmi sudamericani come bossa nova e samba con hip-hop e rhythm&blues) ha continuato ad evolvere negli ultimi anni: in Real Life Situations, ha collaborato con il re dell’Indie Mac DeMarco e con musicisti della qualità di Nick Hakim, Cola Boyy e El David Aguilar.
E arriviamo all’ultimo lavoro di Wauters: Wandering Rebel, un album molto calibrato e diretto in cui non troverete un verso insulso o una melodia stramba dietro cui nascondersi.
Eloping, prima traccia del disco, è un manifesto della canzone intro: « Sì, questo è un nuovo viaggio…/non smettere di credere nel tuo talento nel fare musica». Insomma una sorta di presentazione. La solare Milanese al Pan una ballad sulla bellezza delle piccole cose: «E se ci viene fame, qualcosa da mangiare/ una milanese al pane». Con in più un pizzico di ironia.
Con Nube Negra Wauters affronta il cambiamento di ciò che lo circonda e la necessità di venire finalmente a patti con il suo oscuro stato mentale. Anche l’aspirazione a sistemarsi pesa nella riflessione di Wauters. In Wandering Rebel, la canzone scritta con John Caroll Kirby che dà il titolo al cd, scrive: «Sto cercando di avere una famiglia / Quindi se questa cosa della musica non riprende / Dovremo fare alcuni cambiamenti».
Successivamente il disco assume un tono più personale.
In Millionaire il songwriter parla delle scelte della vita e delle infinite occasioni che si possono intercettare lungo il cammino: «Potresti essere un milionario oppure finire sulla strada/ lanciamo i dadi e partiamo».
L’album si conclude con le note di En un Barrio de Montevideo, che contiene due inserti vocali che sembrano provenire da una stazione radio: in uno gli si chiede un’intervista sulla sua musica; nel secondo l’interlocutore offre un ipotetico appartamento in cui fare dei lavori. In questo brano è un po’ racchiusa la quintessenza di Wauters: un documento in presa diretta della duttilità di un cantautore che lavora, non si prende mai troppo sul serio, e fa della spontaneità un marchio di fabbrica.
Un artista che ha il pregio di porre molte domanda alle quali l’ascoltatore può dare, se crede, le sue risposte.
In copertina: foto di Lucia Garibaldi