In “Juliet, Naked – Tutta un’altra musica” di Jesse Peretz il sempre affascinante e stropicciato Ethan Hawke fa un musicista che all’apice della fama scompare nel nulla. Inseguito da tutti per 15 anni, riappare grazie a un professore che lo ammira da sempre e alla sua compagna (l’ironica Rose Byrne) coi quali costruirà uno strano tirangolo. Da un libro del famoso scrittore inglese, più melò del solito
L’americano Tucker Crowe (Ethan Hawke), che sta al centro di Juliet, Naked – Tutta un’altra musica di Jesse Peretz, era un musicista rock di successo, ma un bel giorno, dopo un affollato concerto, è uscito dal teatro alla chetichella ed è scomparso nel nulla. Sono passati quindici anni e nessuno ha più avuto sue notizie. Duncan (Chris O’Dowd) è un insegnante appassionato di musica, vive in una graziosa cittadina inglese affacciata sul mare, a pochi minuti di treno da Londra, e passa tutto il tempo libero ad ascoltare i vecchi dischi di Tucker Crowe. Insieme agli altri frequentatori di un forum online dedicato espressamente alla rockstar – luogo virtuale dove un manipolo di fan entusiasti si incontra tutte le notti per condividere le proprie passioni, ma soprattutto le proprie ossessioni – Duncan tenta da anni di svelare il mistero legato alla scomparsa del musicista.
Ma nel frattempo si dimentica di vivere il presente, trascura Annie (Rose Byrne), la sua dolce e frustrata compagna, e si comporta come un adolescente brufoloso pur essendo ormai alle soglie della mezza età. Quando il caso e la musica fanno incontrare Annie e Tucker, sotto gli occhi increduli di Duncan (e lo sguardo divertito dello spettatore) comincia a dipanarsi una fitta rete di equivoci e bugie, imbarazzanti svelamenti e sconclusionati bilanci esistenziali. Anche Crowe – scopriremo a un certo punto – non ha mai dato nella vita prove di grande maturità, seminando per il mondo figli allibiti ed ex mogli piuttosto inferocite. In effetti, sia l’artista che il fan non sono altro che due declinazioni di una stessa figura: un Peter Pan con i capelli brizzolati ma l’occhio incantato del fanciullino, irritante nella sua incapacità di crescere e diventare adulto, ma anche affascinante, quasi commovente, nella sua ingenuità vitale e trascinante.
Nei due protagonisti maschili i tanti fan dello scrittore Nick Hornby (dal cui romanzo del 2009, Tutta un’altra musica, è tratto questo film) non potranno fare a meno di riconoscere una figura molto familiare, che si ripropone con minime variazioni fin dai tempi di Alta fedeltà e Febbre a 90°, i primi grandi successi di questo autore inglese spesso saccheggiato dal cinema. Di diverso, rispetto ad altre storie e altri personaggi inventati da Hornby, c’è forse un minor tasso di risate e una maggior percentuale di sfumature romantiche.
Il bislacco triangolo formato da Duncan, Annie e Tucker inizia infatti come un teatrino dell’assurdo il cui compito principale sembra essere quello di mettere alla berlina i folli comportamenti dei fan, descritti senza pietà come una congrega di maniaci compulsivi, capaci di tutto pur di difendere il proprio diritto all’ossessione. Ma ben presto comincia a prevalere l’interesse per i sentimenti e le fragilità dei personaggi, e il risultato finale è una commedia fin troppo realistica e contemporanea, non particolarmente “rosa” ma tuttavia ottimista riguardo alla capacità umana di conquistare prima o poi, in qualche modo, un brandello di felicità.
All’origine c’è la scrittura agile e scoppiettante dell’autore britannico, ma qua e là s’intravedono anche le zampate argute di Tamara Jenkins (autrice, fra l’altro, dell’ottimo La famiglia Savage), coinvolta nella sceneggiatura insieme allo stesso Hornby e a Phil Alden Robinson. Il regista Jesse Peretz, che ha alle spalle qualche commedia passata inosservata e un curriculum più che altro televisivo, aggiunge di suo la passione per la musica (al liceo era stato tra i fondatori della band dei Lemonheads) e si mette al servizio della storia con verve e intelligenza. In questo modo costruisce per i due protagonisti uno spazio accogliente, ben disegnato e opportunamente arredato, in cui dare il meglio di sé. Diventa così un vero piacere assistere ai magnifici duetti fra il sempre più stropicciato e fascinoso Ethan Hawke e Rose Byrne, sempre più bella, ironica e convincente.
Juliet, Naked – Tutta un’altra musica di Jesse Peretz, con Rose Byrne, Ethan Hawke, Chris O’Dowd, Megan Dodds, Jimmy O. Yang, Lily Newmark.