Bill Condon porta dal romanzo allo schermo “L’inganno perfetto” di Nicholas Searle, facendo leva sui due straordinari attori e su temi scottanti come la violenza sulle donne e il revival del periodo nazista. Ma la storia è lenta e discontinua, e il colpo di scena finale si rivela poco emozionante
A intrattenere gli spettatori, con l’inizio di dicembre arriva nei cinema L’inganno perfetto, un thriller dai risvolti drammatici per la regia di Bill Condon, tratto dall’omonimo romanzo di Nicholas Searle, protagonisti due mostri sacri: Helen Mirren e Ian McKellen. Roy e Betty si conoscono su internet: l’ingenua speranza di un po’ di compagnia porta i due anziani a cercare in rete un amico che possa allietare il tempo che resta da vivere. E fin dal primo momento fra i due sorge un’intesa: Betty si fa subito coinvolgere da Roy, arrivando a ospitarlo in casa nonostante il parere contrario del nipote Steven. Dal canto suo Roy è un abile truffatore sempre in cerca di “dote”, e pensa di poter facilmente cavarsela con Betty, tanto sprovveduta di astuzia, quanto capiente di portafoglio. Ma, come dice il titolo, nulla è come sembra…forse.
Condon coglie al balzo temi scottanti come la violenza sulle donne e il sempreverde ricordo del periodo nazista, o la Seconda Guerra Mondiale, per adattare il romanzo di Searle facendo leva unicamente sui due protagonisti. Peccato che la storia sia, di per sé, tanto complicata quanto inutile; se infatti già dal trailer è chiaro chi inganna chi, nel film si assiste a uno sviluppo della storia lento e discontinuo. Fino ad arrivare ad un “climax” finale che necessita di una spiegazione lunga e artificiosa, perché del tutto slegata alla trama iniziale, che neanche suggerisce allo spettatore la presenza di un fantasma del passato.
Il regista imbastisce quindi una vicenda di vendetta o rivendicazione personale, sperando che la presenza della Mirren e di McKellen (che ha collaborato molto spesso col regista statunitense, da Mr Holmes a La bella e la bestia) sia sufficiente per costruire e sostenere una pellicola piena zeppa di cliché ed eventi prevedibili, e resa anche stucchevole e insignificante da una finale che pensa, ingenuamente, di sorprendere lo spettatore. Verrebbe da pensare che la crisi c’è per tutti, e che i protagonisti si siano prestati alla pellicola per fare quadrare meglio i conti. D’altronde, possiamo rimirare anche un mito come Robert De Niro conciarsi da teen-ager per una nota marca di auto asiatiche.
Certo, Mirren e McKellen ce la mettono tutta per dare corpo alla storia, che ricorda molto quella di La migliore offerta del nostro Giuseppe Tornatore (2013); e sono da apprezzare anche la fotografia e l’atmosfera molto british che rendono il tutto sopportabile, fino al finale. Insomma, se da qui a Natale volete esser ingannati dalla settima arte, andate a vedere L’inganno perfetto.
L’inganno perfetto, di Bill Condon, con Helen Mirren, Ian McKellen, Russell Tovey, Jim Carter, Jòhannes Haukuro Jòhannesson