La cacciatrice di mosche cerca l’uomo che pulisce. Nel terzo noir di Carrisi

In Cinema

La tetra bellezza del lago di Como è lo scenario della nuova indagine noir dello scrittore-regista-sceneggiatore. Tutto nasce dal ritrovamento di una ragazza dai capelli viola che ha tentato il suicidio. Il suo “salvatore” è un uomo pericoloso, che rimesta nei segreti altrui per coprire i propri. Ma sulle sue tracce ora si è messa una donna che vuol salvare dalla violenza il maggior numero possibile di donne

Il sole è appena sorto sul lago e l’uomo che pulisce è già all’opera. Raccoglie spazzatura perché questo è il suo lavoro, ma non la smaltisce come dovrebbe: la conserva, perché in mezzo ai rifiuti che ognuno di noi, ogni giorno, produce è facile leggere chi siamo, e scoprire tutti i nostri segreti, anche quelli che non abbiamo mai avuto il coraggio di raccontare a nessuno. L’uomo che pulisce lo sa bene: rimestando nei segreti altrui individua le sue vittime, risponde alle sue macabre ossessioni e porta a termine senza rischi, con infallibile precisione, la sua mortifera e implacabile opera.

Ma un giorno l’acqua scura del lago restituisce, come fosse un rifiuto, pura spazzatura senza valore, una ragazzina dai capelli viola, un’adolescente fragile che ha tentato il suicidio. E l’uomo che pulisce, ubbidendo a un istinto in apparenza inspiegabile, la porta in salvo, trasformandosi nel più improbabile degli angeli custodi. Un ruolo che gli ridà una rischiosa visibilità, dopo una vita intera passata a cancellare ogni traccia di sé, a coprire i propri segreti, compreso quello più terribile: l’ombra cupa che si nasconde dietro la porta verde. Ora che è tornato visibile, l’uomo che pulisce si rende ben presto conto di essere in pericolo, perché sulle sue tracce si è messa infatti la cacciatrice di mosche, una donna che ha perduto tutto e proprio per questo non può fare altro che dedicarsi anima e corpo a un unico scopo: fermare la violenza, salvare il maggior numero possibile di donne.

Per qualche oscuro motivo Donato Carrisi ha chiesto a giornalisti e recensori di non citare i nomi degli interpreti del suo film. Una scelta che appare piuttosto superflua, poiché nessuno degli interpreti è di tale notorietà da influire sulle aspettative del pubblico. Tuttavia il regista (nonché autore della sceneggiatura, e prima ancora del romanzo da cui nasce l’intera operazione) ha giustificato questa richiesta come “una precisa scelta artistica”, volta a “spersonalizzare completamente i protagonisti della storia”, come un modo per “rendere più realistiche le vicende narrate”. Personalmente, ritengo caso mai vero il contrario: personaggi definiti non con il loro nome ma con la loro funzione all’interno della narrazione – “l’uomo che pulisce”, “la cacciatrice di mosche”, “la ragazzina col ciuffo viola” – mi sembra che finiscano col rendere assolutamente astratto, disincarnato quasi l’intero racconto. Che infatti si presenta prima di tutto come una meditazione sul male e sulla sua infinita circolarità, sul suo inevitabile nascere e rinascere, in una catena inarrestabile di casualità che si trasforma in necessità. 

Alla sua terza prova come regista, Carrisi si dimostra ancora una volta abile nel costruire atmosfere morbose, intrecciando passato e presente e inanellando efficaci colpi di scena. Il paesaggio del lago di Como, in particolare, viene utilizzato al meglio e trasformato in uno scenario di tetra bellezza, inquietante anche nei rari momenti in cui il cielo è azzurro e il sole brilla. Perché l’acqua, simbolo di vita e di rinascita, qui si trasforma in una sostanza vischiosa, che leviga cadaveri e nasconde segreti. 

Forse Carrisi si dimostra meno convincente quando si tratta di conferire autentica profondità psicologica ai personaggi, che troppo spesso appaiono rinchiusi in griglie troppo strette e predefinite. Il risultato finale è comunque un thriller capace di soddisfare chi si aspetta da questo tipo di cinema un giusto mix di brividi neri e rosso splatter, con un pizzico di compassione e nessuna speranza.

Io sono l’abisso di Donato Carrisi, con Sara Ciocca, Michela Cescon, Lidiya Liberman, Ettore Scarpa

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