La Mappa e il Territorio. In viaggio da Villa Panza ad Hauser & Wirth

In Arte

È in corso fino al 3 ottobre la mostra “Map and Territory. Environmental Art from the Panza Collection” nella sede di Saint Moritz di Hauser & Wirth, una selezione di opere ambientali e minimaliste dalla collezione di Giuseppe Panza di Biumo. Un’occasione per un percorso tracciato tra evocative opere della Collezione e un pretesto, oltre che per visitare altri luoghi e mostre attorno alla perla dell’Engadina, per tornare a godere della splendida Villa e Collezione Panza di Varese, ora gestita e valorizzata dal FAI.

Può capitare di trovarsi a Saint Moritz, perla dell’Engadina, magari attratti dall’imperdibile Museo Segantini – che ospita, tra l’altro, tre tele grandiose e grandissime nella sala circolare che si erge come un monumento al grandioso e grandissimo artista – più che dal luccichio del lusso che, con inevitabile automatismo, si associa al nome della bellissima e proibitiva località svizzera. Può capitare di arrivarci dopo l’omaggio alla tomba di Alberto Giacometti nel piccolo cimitero che ospita lui e i suoi cari a Stampa, sull’altro versante della montagna, quello più buio e triste, per poi imbattersi in quello che fu l’albergo di famiglia, oggi Centro Giacometti, che fino al 29 agosto ospita tra i resti delle vestigia passate la mostra della sua tormentata e intensissima amica Soshana.

 Il Museo Segantini a Saint Moritz. Foto di Germano D’Acquisto

Può capitare di andare da quelle parti per camminare tra paesaggi mozzafiato, dalla bellezza e organicità talmente perfette da farli assomigliare al fondale dipinto di un film degli anni Cinquanta, e arrivare alla piccola stalla che, tra caprette neonate e aroma di stallatico, regala l’esperienza mistica e profonda di Franciszek, l’intervento di Pawel Althamer per la neonata Fondazione Beatrice Trussardi in Val Fex.

O ancora, può capitare di trovarcisi di passaggio verso l’incantevole e poco distante borgo di Susch, che ospita lo splendido museo ricavato da un’antica birreria, tra innesti in razionalissimo cemento incastrati tra pareti rocciose ancora gocciolanti d’acqua pura, che fino a dicembre ospiterà l’entusiasmante riscoperta di un’artista come Laura Grisi, di cui speriamo di parlare in futuro. Esperienze che sono anche consigli di viaggio per chi, dal torrido clima dell’estate in pianura, volesse elevarsi spiritualmente, culturalmente e, non ultimo, climaticamente.

Pawel Althamer, Franciszek, 2021. Courtesy Fondazione Beatrice Trussardi, foto Marco de Scalzi.

Ma c’è un motivo in più per passare da San Maurizio, come si dice da noi, ed è un motivo che parte da una villa settecentesca immersa nella Natura e nella Cultura che fu di uno dei più grandi collezionisti e filantropi del Novecento, Giuseppe Panza di Biumo (1923-2010), a Varese. Può passare da lì un viaggio che, magari dall’umidità chiassosa di Milano, cominci a salire sul livello del mare e a scendere su quello dei decibel e del traffico per arrivare ad una delle più prestigiose e conosciute gallerie d’Arte al mondo, Hauser & Wirth, che ospita fino al 3 ottobre la mostra Map and Territory. Environmental Art from the Panza Collection nella sua sede di Saint Moritz.

La Mappa e il Territorio. Un titolo che ben si lega al luogo che accoglie la mostra, dove l’aria tersa, i profili delle montagne e la luce riflessa dalle acque adamantine del lago invadono lo spazio e si fondono con le opere in mostra, creando un’esperienza irripetibile altrove. Un titolo che è quasi omonimo al romanzo di Michel Houellebecq La carta e il territorio, incentrato sul mondo dell’Arte Contemporanea, in cui l’autore dichiara che “l’arte dovrebbe somigliare a un’attività innocente e gioiosa, quasi animale”, aggiungendo che “forse l’arte sarebbe diventata così una volta che l’uomo avesse superato la questione della morte”.

Installation view, Map and Territory. Environmental Art from the Panza Collection, Hauser & Wirth St. Moritz, until 3 October 2021 © the artists / ©ARS, NY and ProLitteris, Zurich 2021. Courtesy the Panza Collection and Hauser & Wirth

Ed è da qui che si crea un legame simbolico, potente e struggente assieme, tra l’esposizione svizzera e colui il quale raccolse quelle opere con una devozione tra il maniacale e il monacale, quel Giuseppe Panza di Biumo, appunto, che nella sua vita ha cercato il senso profondo delle cose e dell’anima, oltreché dell’esistenza stessa, nel rapporto e nella relazione con l’Arte e con gli artisti, passando attraverso la filosofia e la spiritualità, il silenzio e la meditazione.

In una sorta di hegeliana Antropologia dello Spirito che, partendo dalla propria coscienza, cerca di identificare le manifestazioni attraverso le quali lo spirito si innalza dalle forme più semplici di conoscenza a quelle più generali fino al sapere assoluto, Panza di Biumo affrontò la sua ossessione per l’arte con atteggiamento fenomenologico, facendo esperienza dei fenomeni, quelli dell’Arte a lui contemporanea, per come questi gli si manifestarono alla coscienza, indipendentemente e al di là di una realtà fisica esterna sempre più rarefatta e inserita nel mondo e nella Natura. Un Uomo che nell’Arte del suo tempo, quella affine al suo mondo interiore e alla sua sensibilità, ha trovato la mappa per affrontare il territorio impervio e irresistibile dello spirito stesso della sua epoca.

Fondo Ambiente Italiano, Villa e Collezione Panza, Varese. Opere di Ruth Ann Fredenthal e arte primitiva africana e messicana. Foto: Alessandro Zambianchi, Milano

La mostra di Hauser & Wirth, nel solco della collaborazione con la Collezione Panza, è in perfetta continuità con le intenzioni del compianto Giuseppe, il quale cominciò ancora in vita a cedere o a vendere parti organiche della sua collezione a musei e istituzioni internazionali come il MoCA di Los Angeles o il Guggenheim di New York. Lasciti che permettessero alla sua visione di vivere in autonomia, rendendo le opere, raccolte in tanti anni appassionati assieme alla moglie Giovanna, visibili al grande pubblico anche fuori dai cancelli dell’incantevole Villa Panza, ora gestita dal FAI che, oltre ad aver provveduto ai restauri, ne offre la visione al pubblico e ne evita la cristallizzazione museale con mostre, incontri, pubblicazioni e convegni.

La mostra di Saint Moritz, dunque, rispecchia l’approccio di Giuseppe Panza e ne perpetua le modalità di integrazione ambientale e naturale, con opere di artisti come Martin Puryear, Roni Horn, Richard Nonas, David Tremlett, Jan Dibbets, Hamish Fulton, Emil Lukas, Gregory Mahoney, Christiane Löhr, Ron Griffin e Carole Seborovski. Opere provenienti dalla Collezione e inserite in un ambiente sospeso che ricorda il clima magico ed evocativo di Villa Panza, un luogo d’origine che più che a una sede espositiva somiglia ad un percorso interiore di illuminazione, sia fisica che simbolica, degno dei più complessi templi orientali o delle più impressionanti cattedrali occidentali.

Pedane in legno e ossidazioni, crini di cavallo e attrezzi sciamanici, orizzonti ribaltati e tramonti tra le spire legnose, disegni e oggetti, simboli e analogie. Della mostra in sé si potrebbe dissertare retoricamente dal particolare al generale e viceversa ma, come disse una volta il grande alpinista Reinhold Messner, dopo un viaggio di esplorazione è meglio buttar via le mappe del percorso trovato per non trasformare il viaggiatore in turista. Chi vuol ripercorrere il territorio, dunque, trovi la mappa da sé e affronti con la giusta intensità il percorso che dall’Arte porta alla Natura e, chi lo sa, a se stessi, accettandone i rischi e godendone le scoperte. Buon viaggio!

Map and Territory. Environmental Art from the Panza Collection, Hauser & Wirth St. Moritz (CH), fino al 3 ottobre 2021

Villa e Collezione Panza, Varese

Museo Segantini St. Moritz

I volti di Soshana e Giacometti, Centro Giacometti, Stampa (CH), fino al 29 agosto 2021

Pawel Althamer, Franciszek, Beatrice Trussardi Foundation, Val Fex (CH), fino al 29 agosto 2021

Laura Grisi, The Measuring of Time, Muzeum Susch, Susch (CH), fino al 5 dicembre 2021

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