Tempo di regali, tempo di cofanettoni. Una scelta nutrita di box (classica, rock, jazz, blues, folk) in grado di soddisfare tutti i palati. Da leccarsi i baffi
Questa settimana parliamo di regali di Natale: cofanetti, deluxe edition, antologie. Per tutti i gusti e per tutte le tasche. Per l’occasione, oltre alle nuove proposte, ripesco anche quelle fatte nelle puntate precedenti. I prezzi, assolutamente indicativi, sono quelli che si trovano su Amazon.
Zucchero – Partigiano reggiano/ 13 buone ragioni
Edizione deluxe del fortunato Black cat (massì, ****), album con tre produttori anche loro deluxe (Don Was, Brendan O’ Brien e T-Bone Burnett). La vocazione di Zucchero a una particolare declinazione del blues, che lo porta a incrementare il nostro export musicale con un inconfondibile grammelot rock angloreggiano, è confermata. Poche le cadute (Ti voglio sposare), una sola puttanata (l’atroce testo inglese di Bono per Streets of surrender, la versione italiana Ci si arrende è migliore). Quattro bonus nel disco originale, un secondo cd tutto live (buono, le tracce che trovate qui sotto le ho prese da lì) e un dvd di concerti e backstage. 19,12 €.
Francesco De Gregori – Signora aquilone/ Passo d’uomo/ Dignità
Tutto Francesco De Gregori (*****) in offerta speciale. Nel box Backpack trovate i suoi trentadue album di studio e dal vivo con le copertine originali, dall’esordio in tandem con Antonello Venditti (Theorius Campus del 1972, da cui ho estratto l’ancora acerba Signora aquilone) fino ai recenti Sulla strada (2012, l’ultimo album di studio con canzoni originali), Vivavoce (2014, l’ultimo live) e Amore e furto (2015) in cui De Gregori traduce da par suo Bob Dylan. Arricchisce il box un libro di 268 pagine curato da Enrico Deregibus. 139,93€
Andy White – Religious persuasion/ Italian girls on Mopeds
Nato nel 1962 a Belfast, Andy White è un cantautore di buon rango che, nel corso della sua carriera, ha avuto modo di collaborare con Hothouse Flowers, Peter Gabriel e Sinead O’Connor. Dall’esordio del 1986, il cofanetto Studio albums 1986-2016 raccoglie undici dischi più l’inedito Imaginary lovers e un libro di 80 pagine. Intanto White è in tour in Italia: dalle nostre parti lo si può ascoltare al Peyote Cafè di Magenta il 16 dicembre. 103,57 €
Nomadi – Balla Piero/ Gli occhi tuoi
Una piccola grande leggenda della musica italiana sono i Nomadi, creati a Novellara in quel di Reggio Emilia nel 1963 dal tastierista Beppe Carletti e dal cantante Augusto Daolio, morto nel 1992 e mai dimenticato dai fan. Tuttora attivi, tra il 1963 e il 2015 i Nomadi hanno pubblicato 78 album (molte le antologie, va detto) e venduto 15 milioni di dischi, superati soltanto dai Pooh. Ora un cofanetto lussuoso, 1965/1979 Diario di viaggio di Augusto e Beppe (****), ripercorre i primi due decenni della loro avventura, dagli hit di protesta (Dio è morto, Come potete giudicare, Noi non ci saremo) al sodalizio con Guccini, dalle numerose cover (Ho difeso il mio amore, Ala bianca, Un figlio dei fiori non pensa al domani) alle prove impegnate. Il cofanetto è corredato da un album fotografico e da sette inediti, tra i quali ho scelto la ”paesana” Balla Piero e Gli occhi tuoi, versione con testo diverso della più nota Voglio ridere. Otto cd superdeluxe edition 95,20 €, quattro cd deluxe edition 25,59 €
Keith Jarrett – Night and day
Il brano che trovate qui sotto in realtà non dice niente del cofanetto A multitude of angels (Four nights in October 1996) ****1/2, se non che è dello stesso anno. Pazienza, tracce sonore del cofanetto in rete non ne esistono. In Night and day il pianista suona in trio e la sua improvvisazione su uno standard è contenuta in un tempo di 12′ 43”. Nei concerti italiani del cofanetto invece, che ebbero luogo vent’anni fa a Modena, Ferrara, Torino e Genova, Jarrett è solo e improvvisa ininterrottamente per oltre un’ora, come aveva fatto nel Vienna Concert del 1993 (“Soltanto la musica del Vienna Concert parla il linguaggio della fiamma” scrive il pianista nelle note di presentazione di questi quattro cd) e in La Scala del 1995. E allora, perché sono importanti questi concerti italiani? La parola a Jarrett: “Sono gli ultimi concerti che io abbia fatto senza interruzione di set”. Gare di resistenza che mettono a dura prova chiunque, e Jarrett dopo il ’96 si è dato una calmata. Allora, accogliamo questa testimonianza di un’arte dell’improvvisazione al calor bianco che non ha uguali nel panorama contemporaneo, preparandoci ad assaporare tutto ciò che vi confluisce, dalla grande lezione dei pianisti più amati (Bill Evans, Tristano, forse anche Brubeck) all’eredità classica, dalla musica colta contemporanea alle suggestioni indiane. 38,17 €.
Who – My generation/ The ox
Edizione di superlusso con sei cd per l’album di debutto degli Who, My generation (*****) del 1965, pietra miliare del rock che annunciava con dodici anni di anticipo la rivolta punk (“Spero di morire prima di diventare vecchio”, ricordate?). La band inglese non ha mai amato granché questo primo lavoro, secondo loro assemblato troppo in fretta, quasi raffazzonato. Noi ci saremmo accontentati di quella miscela esplosiva di r&b, pop, rock ed esperimenti assortiti, ma oggi Townshend e Daltrey, dall’alto dei loro settant’anni, hanno voluto rimetterci mano sciorinando demo, alternate takes e anche qualche inedito, l’originale versione mono dell’album e un nuovo mixaggio con gli strumenti originali. I fan degli Who apprezzeranno.
Julius Katchen – Ballade n. 3 op. 47 di Brahms
Grande pianista americano, Julius Katchen (1926-1969) era noto soprattutto come interprete di Brahms, tra i più grandi di sempre. Questa integrale in 36 cd delle sue incisioni per la Decca (****) ci rivela un repertorio assai vasto, padroneggiato con impeto e audacia (Schumann, Gershwin), talvolta con qualche vezzo virtuosistico (le Variazioni Diabelli di Beethoven). Non bastasse ancora, ci sono splendide pagine di Ravel, Rachmaninov, Prokof’ev, Bartok, Liszt, e tantissimo repertorio romantico. Una festa. 54,09 €.
Franco Battiato – Aria di rivoluzione
Il progressive italiano ha ancora il suo zoccolo duro di appassionati, che in genere non fanno fatica a ritrovare i loro gruppi preferiti, anche quelli più oscuri e di culto. Finora, però, le antologie e i cofanetti hanno privilegiato cataloghi ristretti: che io ricordi, artisti e gruppi della Bmg/Rca e della Universal. È invece una raccolta trasversale (e un oggetto per vinilmaniaci, con i suoi 15 lp che riproducono le copertine originali) Progressive Italia 70 (****). All’interno, parecchi capolavori della stagione: Storia di un minuto della Premiata Forneria Marconi, Banco del Mutuo Soccorso, Crac degli Area, Caronte di The Trip, Reale Accademia di Musica, La Bibbia dei Rovescio della Medaglia, Viaggio di Claudio Rocchi e Sulle corde di Aries di Franco Battiato. Completano la raccolta Arti e Mestieri, Il Volo, Cervello, Pierrot Lunaire, Formula Tre, Napoli Centrale e lo straordinario Metrodora, diario delle sperimentazioni vocali estreme di Demetrio Stratos. 249, 90 €.
Benny Carter – Blue star
Dunque, vi propongono un cofanetto di 25 album che giurano tra i più rappresentativi dell’etichetta, Impulse 1961-1974, per il modico prezzo di 43,90 €, cioè 1,756 € a disco, e che cosa vi portate a casa? Il sospetto, in confezioni simili, è che ci sia molto oro farlocco e quasi nessun gioiello. Vediamo un po’. Dal catalogo della “house that Trane built”, la casa discografica di Bob Thiele e del leggendario tecnico Rudy Van Gelder, che ebbe proprio in John Coltrane il suo primo e più importante artista, peschiamo subito due gemme assolute: Further definitions del maestro del sax Benny Carter, con un cast di comprimari impressionante, e Chapter one: Latin America di Gato Barbieri. Sei album che, se non sono capolavori, poco ci manca: Jazz Messengers di Art Blakey, Ballads di John Coltrane (c’era di meglio, ma quello si vende bene comunque), Mingus Mingus Mingus Mingus Mingus, la colonna sonora di Alfie di Sonny Rollins, Liberation Music Orchestra di Charlie Haden & c.e Death and the flower di Keith Jarrett. Sette buoni album: Percussion bitter sweet di Max Roach, The Quintessence di Quincy Jones, Duke Ellington meets Coleman Hawkins, Salt and pepper di Sonny Stitt e Paul Gonsalves, More blues and the abstract truth di Oliver Nelson, Once upon a time del veterano Earl Hines e Swing low, sweet Cadillac di Dizzy Gillespie. Aggiungiamo al mucchio il discreto Journey in Satchidananda di Alice Coltrane, ma Alice Coltrane è andata di rado sopra il discreto. E fanno sedici. Il resto sono dischi minori di jazzisti importanti come Gil Evans, Shelly Manne, Roy Haynes, Chico Hamilton, Freddie Hubbard, Stanley Turrentine, McCoy Tyner. E due incognite, almeno per me: Shirley Scott e Tom Scott. Voto finale ***1/2, si può comprare.
Pentangle – Light flight/ Cruel sister
I Pentangle (*****) dei grandi chitarristi John Renbourn e Bert Jansch, della cristallina cantante Jacqui McShee, del virtuoso del contrabbasso Danny Thompson e del batterista Terry Cox furono, con i Fairport Convention, il più grande gruppo del folk rock inglese. Con una spiccata attitudine a incorporare nella tradizione britannica una forte inclinazione al jazz (si ascolti la loro versione di Goodbye pork pie hat di Mingus), echi blues e suggestioni orientali (il sitar di Renbourn). Il doppio cd Finale – An evening with Pentangle (****1/2), che restituisce intatto il loro incanto e la loro maestria strumentale, è stato registrato dal vivo durante un tour di dodici date che li vide riunirsi nel 2007. Imperdibile. 19,10 €.
Giuni Russo
Esce, della grande e non dimenticata Giuni Russo, il cofanetto quadruplo Fonte d’amore (***1/2), che comprende tre album già editi (Giuni del 1986, Album del 1987 e Il ritorno del soldato russo del 2014) ma finora non pubblicati su cd, e un quarto disco di inediti, Shaharazad. Il materiale è firmato per la maggior parte dalla Russo, assieme alla partner e produttrice storica Maria Antonietta Sisini. Non mancano però i contributi di Franco Battiato (Il ritorno del soldato russo, L’animale) e due canzoni firmate da Paolo Conte con Vito Pallavicini, Uomo piangi e Un milione, un miliardo. Qui sotto, il teaser ufficiale dell’album. 26,39 €
Emil Gilels – Pastorale e Capriccio di Domenico Scarlatti
Ricorre quest’anno il centenario della nascita di Emil Gilels (1916-1985), odessita, il maggiore pianista della sua generazione assieme a Svjatoslav Richter, quello a cui Prokof’ev dedicò la Sonata per pianoforte n. 8 e il primo musicista sovietico che ebbe l’opportunità di esibirsi in Occidente. I romantici tedeschi, assieme a Scarlatti, a Debussy e a molti novecenteschi (Ravel, Bartok, Prokof’ev, Stravinskij, Shostakovich) erano l’ossatura del suo repertorio. La casa discografica russa Melodya gli dedica un cofanetto di 50 cd (****1/2) con molto materiale inedito e raro, dalla prima incisione del 1935 (la Fantasia su temi delle Nozze di Figaro di Liszt) all’ultimo concerto moscovita del 1984 (la Sonata Hammerklavier di Beethoven). 345,87 €. Chi vuole ripiegare su qualcosa di più accessibile può puntare su The Seattle recital (****, 16,69 €) che documenta un suo concerto del 1964 con Beethoven (Sonata Waldstein), Chopin (Variazioni su Là ci darem la mano), Debussy (Images) e Ravel (Alborada del gracioso, forse l’esecuzione più bella e travolgente del disco) in evidenza.
Emma – Adesso (Ti voglio bene)/ Arriverà l’amore
La fiorentino-salentina Emma Marrone, classe 1984, ripubblica il fortunato Adesso (***) in doppio cd con dvd. Il primo album offre due inediti con archi (Nel posto più lontano e You don’t love me) che non sembrano provenire dalle stesse sedute di Adesso, e il successo radiofonico Libre, con Alvaro Soler. Nel secondo cd e nel dvd, i brani dell’album vengono riproposti in concerto. Emma non è esattamente quel che sono solito ascoltare, ma la sua voce graffiante, che a tratti ricorda molto da vicino Gianna Nannini (la si ascolti in Arriverà l’amore) non mi dispiace, e molte delle canzoni (Adesso l’ha scritta lei, Che sia tu con Roberto Angelini alla lap steel è invece di Naskà) non sono affatto male. 16,72 €.
Yehudi Menuhin – Sonata FWV 8 di César Franck
Tra i più grandi violinisti di sempre, l’americano trapiantato in Inghilterra e naturalizzato svizzero Yehudi Menuhin (1916-1999) ha avuto l’onore di essere diretto da Edward Elgar, di suonare con Benjamin Britten per i sopravvissuti di Bergen-Belsen e di avere un brano composto per lui (la Sonata per violino solo di Bela Bartok). Maestro per più generazioni (il suo Mendelssohn e il suo Schumann hanno fatto scuola), Menuhin ha avuto anche un’intensa frequentazione con le sale di registrazione: più di trecento dischi incisi fra il 1929 e il 1968 per la Hmv/Emi. Da questa imponente collezione Warner Classics ha estratto The Menuhin century (*****), premiato dall’autorevole rivista Diapason come la migliore riedizione del 2016: ottanta cd e undici dvd, un terzo dei quali dedicati a incisioni finora inedite o mai riversate su cd. 147,90 €.
Mario Biondi – Stay with me/ This is what you are
Un best of con ventidue brani, sette dei quali inediti, per festeggiare i dieci anni di carriera del catanese Mario Ranno in arte Mario Biondi, che esplose proprio nel 2006 con This is what you are. Best of soul (***), ma quale soul? Quello dei ’70, influenzato dal Philly sound e da Barry White, dalla disco e da certo mellow jazz. Easy listening di buon gusto, con arrangiamenti impeccabili (si ascolti in Stay with me la tromba di Fabrizio Bosso) e una voce che si fa riconoscere. 15,33 €.
Mozart – The new complete edition
Il regalo dei regali di Natale, a poterselo permettere, è la New complete edition (*****) di Mozart: un box di 200 cd in edizione limitata e numerata, con codice di accesso alla app Mozart 225, che contiene i testi in lingua originale, le traduzioni, le partiture, una biografia di Mozart e una guida all’ascolto delle opere compilata da 60 esperti. Hanno realizzato l’opus magnum, unendo le forze, due giganti della discografia classica come Deutsche Grammophon e Decca. Il risultato sono 240 ore di musica (cinque ore dedicate alle scoperte più recenti, con la prima registrazione di un inedito, l’Aria K.477, trenta versioni dei capolavori più celebri con strumenti originali e due ore di musica registrata con gli strumenti originali di Mozart), seicento solisti e sessanta orchestre. Tra gli artisti che compaiono, ed è soltanto una minima parte, figurano Abbado, Ashkenazy, Barenboim, Bartoli, Bohm, Gardiner, Gilels, Gulda, Marriner, Mutter, Pires, Popp, Rattle, Schiff, Solti, Te Kanawa e Villazon. Qui sotto, il trailer di presentazione dell’opera. 299,90 €.
Fleetwood Mac – Love in store/ Can’to go back
Come cambiare pelle, mantenere il successo e poi conoscere la crisi: è la storia delle due vite dei Fleetwood Mac. Prima grintosa (ma anche eterea, Albatross e Black magic woman vorranno pur dire qualcosa) band inglese di blues-rock guidata da Peter Green. Poi, con Green che si ritira dalla musica per fare il giardiniere, pop-rock band californiana di successo planetario (Rumors del 1977, tra i dischi più venduti della storia del rock). E infine, appunto, la crisi: di coesione del gruppo, e sentimentale (quattro su cinque componenti del gruppo sono anche marito e moglie e si stanno lasciando). Al punto che Mirage, del 1982, ****, è per loro quel che il White album è stato per i Beatles: una somma di progetti solisti più che un’opera coesa. Eppure, tra il folk alla Mamas and Papas di Christine McVie (Love in store, Hold me, Wish you were here), il retrofuturismo di Lindsay Buckingham a cavallo tra new wave e anni ’50 (Can’t go back, Book of love, Oh Diane) e il mainstream rockeggiante di Stevie Nicks (Straight back, That’s alright, Gipsy) il risultato è stuzzicante e molti brani sono deliziosi. La nuova edizione è un piccolo monumento per i feticisti: quattro cd e un dvd, con un diluvio alternate takes, outtakes e mixaggi diversi. 45,93 €.
Bridget St. John – Back to stay/ Suzanne
Che meraviglia, e che tenerezza, Bridget St. John che riemerge dal pozzo degli anni ’60. Londinese, nata Bridget Hobbs nel 1946 (ha compiuto da poco settant’anni), venne scoperta nel 1968 da John Peel, leggendario dj della Bbc e talent scout, che la considerava la migliore cantautrice inglese e per lei fondò l’altrettanto leggendaria Dandelion Records, facendole incidere tre album allora molto bene accolti. Uno stile chitarristico ispirato da John Martyn che compare in alcuni dei suoi album e le regala qualche canzone, una voce che fonde Nico e Nick Drake, Bridget incide ancora qualche album prima di scapparsene nel Greenwich Village e abbandonare le scene a metà dei ’70. Da allora la si è ascoltata di rado: in qualche album del grande Kevin Ayers e di Mike Oldfield, a un tributo in onore di Nick Drake. Questo Fly high (****), giustamente e splendidamente datato, le rende onore. 19,90 €.
Cannoball Adderley – Groovin’ high
Julian “Cannoball” Adderley, sax alto aspro, veemente e bluesy che fu compagno di avventure di Miles Davis e John Coltrane nei tardi anni ’50, te lo tirano dietro. Questo Eight classics (****) che raduna otto dei suoi album è in vendita per 10,25 € ed è l’affare del Natale. Basta l’alta qualità di album come Sophisticated swing, Things are getting better (ascoltate, qui sotto, lo splendido duetto con il vibrafonista Milt Jackson), Portrait of Cannonball, Sharpshooters e Them dirty blues per giustificare l’acquisto. Nella confezione regalo anche Cannonball & Coltrane.
Emerson Lake & Palmer – From the beginning /The sheriff
Ultimi anni ’60, primi anni ’70, epoca di supergruppi: i Cream di Eric Clapton, i Blind Faith di Clapton e Winwood, gli Humble Pie di Steve Marriott e Peter Frampton. Il supergruppo più celebre fu quello creato dal funambolico (e a volte molto gigione) tastierista Keith Emerson già leader dei Nice, dal cantante e bassista dei King Crimson Greg Lake e da Carl Palmer, batterista degli Atomic Rooster. Il trio avrebbe dovuto essere un quartetto, gli Help, completato alla chitarra da Jimi Hendrix che però morì nel settembre 1970. Trilogy del 1972 (****) è il loro quarto album, dopo gli sfracelli dei temi classici gonfiati con gli ormoni che strabiliavano le platee dei festival (ne è testimonianza il live Pictures at an exhibition del 1971, ****, che portò Musorgskij in vetta alle classifiche europee e americane). È il più compatto dei loro album, con belle melodie (In the beginning, Trilogy), divertimenti (The sheriff) e qualche sbruffoneria (Abbadon’s bolero). Ora lo ristampano rimasterizzato e portato a due cd dalle alternate take. 12,53 €.
Riccardo Muti – Libiam dai lieti calici di Giuseppe Verdi
Maestro indiscusso per la legione dei fedelissimi, direttore controverso per i detrattori, Riccardo Muti da sempre divide. È destino dei molto carismatici, divideva anche Arturo Toscanini. The Verdi collection (****), 28 cd e un dvd che mostra il maestro al lavoro, è una buona occasione per mettere alla prova entusiasmi e pregiudizi. Undici opere in versione integrale o con un’ampia selezione, più la Messa da requiem e i Quattro pezzi sacri. I vertici per me sono Ernani e La forza del destino con Domingo e la Freni, Attila con Ramey e Studer, La traviata con Scotto Kraus e Bruson e Aida con Caballé e Domingo. Meno esaltanti Nabucco, il Macbeth con Carreras, Rigoletto (qui viene offerta una registrazione del 1988, Muti farà molto meglio nel 1994), I vespri siciliani, Un ballo in maschera e Don Carlo. Anche così, però, avercene. 47,90 €.
Graham Parker – Hey Lord, don’t ask me questions
Un cofanetto di sei cd (These dreams will never sleep, ***) per il piccolo Bruce Springsteen d’Inghilterra, uno che ebbe l’onore del Boss ai cori in un album del 1980, The up escalator. Pazienza se, per ironia della sorte, uno che grandi hit non ne ha inanellato mai si vede sottotitolare il cofanetto “The best of”. Graham Parker è un campione del pub rock, uno degli esponenti più onesti e talentuosi del rock britannico d’autore dell’epoca assieme a Elvis Costello e Joe Jackson. 50,82 €
Vasco Rossi – Un mondo migliore/ Come nelle favole/ L’amore ai tempi del cellulare
“Sì, tutto è possibile/ persino credere/ che possa esistere/ un mondo migliore”. Utopista o nichilista, aperto al futuro oppure consapevole che la storia è stata scritta? C’è una cupa malinconia nel Vasco Rossi degli ultimi anni (qui: “Non è facile pensare di cambiare/ le abitudini di tutta una stagione/ di una vita che è passata come un lampo/ e che fila dritta verso la stazione/ di un mondo migliore”). Ma c’è forse, in Un mondo migliore (***1/2), una tenue apertura di credito al futuro. Il brano è uno dei quattro inediti (gli altri sono la tenera e “normale” Come nelle favole, L’amore ai tempi del cellulare e Più in alto che c’è) di Vasco Non Stop (****), sontuosa antologia con 70 canzoni. Box fan edition (9 cd + 2 cd + libro fotografico, 77,63 €), boxset (7 lp, 88,72 €), box (4 cd, 18,13 €)
Otis Redding – Try a little tenderness/ Day tripper/ Hawg for you
Estremo album di studio di Otis Redding, registrato nel 1967 prima che un incidente aereo mettesse fine alla sua vita a 26 anni, Dictionary of soul (****1/2) inanella capolavori come l’inarrivabile Try a little tenderness, rivisitazione di un brano degli anni ’30, il blues composto dallo stesso Redding Hawg for you, clamorose ballate soul come My lover’s prayer, la scaldapubblico Fa-fa-fa-fa-fa (Sad song) e l’elettrizante cover della beatlesiana Day tripper. La riedizione per il 50° anniversario dell’album porta il tutto a due cd, con materiale live e prove di studio. 13,89 €. Di Redding è stato pubblicato di recente anche Live at the Whisky A Go Go. The complete recordings (****), che offre in sei cd tutte le sue esibizioni nel famoso locale di Los Angeles. 47,09 €.
David Bowie – Changes/ Somebody up there likes me
Un cofanetto monumentale di 12 cd o di 9 lp, Who can I be now? (****), per la controversa “fase americana” 1974-1976 di David Bowie. Rimasterizzati gli album Diamond dogs, Young Americans e il bruttino Station to station, con l’aggiunta dello splendido Live del 1974 e del Live at Nassau Coliseum. Ma le perle del cofanetto sono The Gouster (le sessioni di Young Americans, che il produttore Tony Visconti definisce “scandalose, grezze e funky”, cariche di Philly sound, e che Bowie scartò in gran parte per addolcire il suo album, si ascolti Somebody up there likes me) e Re:call 2, con tutti i singoli e le b-side di quegli anni. 12 cd, 221, 25 €; 9 lp, 325,74 €.
Maurizio Pollini – Studio n. 1 op. 10 di Chopin
Per me Maurizio Pollini, pianista eccelso e vanto di Milano e dell’Italia, è Chopin, e in particolare è gli Studi di Chopin: perché lì la sua tecnica prodigiosa e la sua profondità espressiva si palesano in meno di un minuto. Lo aveva capito Arthur Rubinstein, che proclamandolo vincitore del Premio Chopin nel 1960, quando Pollini aveva diciott’anni, aveva dichiarato: “Questo giovane suona già tecnicamente meglio di tutti noi”. Naturalmente Pollini non è soltanto Chopin: il suo prediletto Beethoven, ma anche Brahms con Schubert, Schumann e Liszt, i modernisti viennesi (Schonberg, Berg, Webern), l’attenzione ai contemporanei (Boulez, Nono, Giacomo Manzoni che scrisse per lui) testimoniano, oltre che del suo magistero, della sua vivacità intellettuale. The complete recordings on Deutsche Grammophon (*****), 55 cd e 3 dvd, documentano il sodalizio con l’etichetta tedesca, cominciato nel 1971 e mai interrotto. Voli solistici e pagine per pianoforte e orchestra che lo hanno visto a fianco di Claudio Abbado, Karl Bohm e Christian Thielemann (c’è anche il Terzo concerto per piano e orchestra di Prokof’ev, che lo vide esordire su disco diretto dal figlio di Shostakovich, Maxim. Un monumento. 138,14 €.
Oscar Peterson – Somewhere
Non sempre la velocità di esecuzione, la carica frenetica dell’interpretazione, la facilità con cui si infiammano le platee è sinonimo di superficialità: ne è un esempio il grande Oscar Peterson, pianista superlativo e prolifico come pochi altri, capace di surfare fra gli stili e i linguaggi del jazz e, non va dimenticato, raffinato accompagnatore e interprete di ballad (lo si ascolti per esempio in Somewhere). Questo per dire che anche nelle pieghe della sua produzione si trovano album di grande piacevolezza e che tre dei cinque dischi proposti dalla Verve in 5 original albums (****) sono tra le sue cose migliori: Plays Porgy and Bess in primis, ma anche West Side Story e A jazz portrait of Frank Sinatra. Non sfigurano neppure Plays Count Basie e The jazz soul of. 12,19 €.
Claudio Arrau
Lunga la vita felice del cileno svezzato in Germania Claudio Arrau (1903-1991), che nel 1912 andò a perfezionarsi a Berlino con Martin Krause a sua volta allievo di Liszt, che poco più che trentenne eseguiva nel 1935-36 in un’incredibile maratona tutta l’opera per tastiera di Bach (non l’avrebbe più frequentata fino alla tarda età, ritenendola più adatta agli strumenti d’epoca, e con Bach accantonò anche Schubert, “il problema ultimo dell’interpretazione”), che già negli anni ’30 aveva un repertorio prodigioso di oltre 60 concerti. Quando ascolto Arrau, che ho conosciuto per la prima volta come interprete di Chopin e di un Mozart solare e sereno, penso alla dolcezza. A un magistero prodigioso che si cela per esempio rallentando i tempi, come quei grandi registi che non si avvertono dietro la macchina da presa. The complete Victor and Columbia recordings, dodici cd, *****, lo mostra alle prese con Mozart e Bach (le Variazioni Goldberg), con Chopin e Ravel (un incantevole Gaspard de la nuit), con Liszt e Schumann, con Strauss e von Weber, con Debussy e Albeniz. Tra i più amati di sempre, da sempre. 30,09 €.
Nuova Compagnia di Canto Popolare – Napulitane/ In galera li panettieri
La gloriosa Nuova Compagnia di Canto Popolare (*****) festeggia mezzo secolo di attività con l’impeccabile 50 anni in buona compagnia (****), repertorio recente come Napulitane, e classici del gruppo reincisi come l’immancabile Tammurriata nera, Ricciulina, Tarantella del Gargano, Vurria ca fusse ciaola e molti altri. Stona soltanto la versione allstar di In galera li panettieri che vede ospiti la Pfm, Tullio De Piscopo, Corrado Sfogli e Lino Vairetti. Io continuo a preferire l’incisione classica, che trovate su YouTube. 17,09 €.
Valery Gergiev – Quadri a un’esposizione di Musorgskij
In tempi di ascolti digitali, i cd e soprattutto i cofanetti di musica classica hanno prezzi più che abbordabili. Questo Russian heart in 17 cd (****1/2), per esempio, che vede Valery Gergiev affrontare in un appassionato corpo a corpo i capolavori della musica russa, ve lo portate a casa con modica spesa. Direttore d’orchestra pieno di fuoco ma dal rigore non sempre ineccepibile, Gergiev (qui con l’Orchestra del Marinskij, con la London Symphony e con la Rotterdam Philharmonic) dà il meglio con la musica patria. I compositori russi ci sono tutti, con la curiosa eccezione di Rimskij-Korsakov. Dai minori (Ljadov, Khachaturian) ad autori importanti ma non troppo eseguiti in Occidente (Glinka, Borodin, Skrjabin). Fino ai grandissimi: Čajkovskij (una splendida Patetica, ma anche l’Overture 1812 e la Francesca da Rimini), Stravinskij (una barbarica, irresistibile Sagra della primavera, L’uccello di fuoco) e Rachmaninov (Seconda sinfonia). I vertici del cofanetto? Musorgskij nell’orchestrazione di Ravel (lo ascoltate qui sotto), un copioso Prokof’ev (l’aspra Suite Scita, la Prima, Terza e Quinta Sinfonia, una selezione del balletto Romeo e Giulietta e le due cantate per i film di Ejsenstein) e un’imponente scelta tra le sinfonie di Shostakovic (soprattutto la Quarta e l’Ottava invise al regime, ma anche la Quinta, la Settima e la Nona). Semplicemente splendido. 32,90 €
Eugenio Finardi – Se solo avessi/ Voglio/ Extraterrestre
Eugenio Finardi (****) celebra i quarant’anni di Musica ribelle con un cofanetto che rimette in circolo, rimasterizzati, i suoi primi cinque album (Non gettate alcun oggetto dai finestrini ***1/2, Sugo ****, Diesel ***1/2, Blitz ***, Roccando rollando **1/2). Li aveva pubblicati, fra il 1975 e il 1979, la Cramps del geniale Gianni Sassi (ricordate la rivista Alfabeta? Era un’idea sua). Musica diretta e frontale, quella del giovane Finardi, con una carica rock insolita per i cantautori di allora. E testi altrettanto diretti, spesso politicizzati, privi di fronzoli e mediazioni, come tanti fogli di diario. Scartando Musica ribelle e Radio libera (che era nata come un jingle per Radio Popolare) per eccesso di notorietà, ho scelto Se solo avessi per l’impatto dei musicisti, Voglio perché riassume in maniera esemplare il Finardi didascalico e “positivo”, ed Extraterrestre come metafora di un periodo: la crisi di molta militanza a sinistra, il cosiddetto “riflusso”, durante gli anni di piombo. Box cd, 57,66 €. Box lp, 89,90 €.
Ray Charles
Gli otto anni trascorsi alla Atlantic, dal 1954 al 1961, sono per il giovane Ray Charles Robinson in arte Ray Charles (*****) i migliori di una lunga e fortunata carriera, quelli che lo rivelano. Quando firma il contratto con la più importante etichetta di r&b, Ray ha 24 anni. Alla Atlantic, The Genius forgerà la sua personalissima miscela di gospel, che trasloca dal sacro al profano, e di rhythm & blues. Hallelujah! I love her so è il primo hit. Arriveranno poi I got a woman, Lonely Avenue, This little girl of mine, Drown in my own tears, What’d I say che Rolling Stone americano ha inserito al decimo posto nella sua classifica delle 500 migliori rock songs di tutti i tempi. Il cofanetto della Rhino (The Atlantic years – In mono) raccoglie in sette lp quasi tutta la sua produzione del periodo: mancano solo i due notevoli live At Newport e In person, e le due prove jazzistiche con Milt Jackson (Soul brothers e Soul meeting) in cui Ray si esibisce al sax. Charles stupisce ancora oggi per la sua poliedricità: esplosivo nel canto, personale come pianista, buon interprete di standard jazz (The Genius after hours) e intenso interprete blues (The Genius sings the blues): si ascolti, una su tutte, (Night time is) The right time, che era un vecchio blues composto nel 1937 dal pianista Roosevelt Sykes. Sette lp, 80,52 €
Lionel Bringuier
È un festival degli enfant prodige, il monumentale e scintillante Complete orchestral works di Maurice Ravel (****), con la Tonhalle Orchester di Zurigo diretta da Lionel Bringuier. Nizzardo, trentenne, Bringuier ha cominciato gli studi al conservatorio quando aveva cinque anni, per diplomarsi in violoncello e direzione d’orchestra e diventare assistente di Esa Pekka-Salonen alla Los Angeles Symphony Orchestra. Lo affianca nella sua cavalcata raveliana il violinista taiwanese-australiano Ray Chen, 27 anni, che il violino ha cominciato a studiarlo quando aveva quattro anni e ha vinto il prestigioso premio Menuhin: magnifica la sua interpretazione di Tzigane. La seconda solista scelta da Bringuier è la pechinese Yuja Wang, 30 anni, studi cominciati a sei anni, acclamata virtuosa (l’hanno diretta fra gli altri Abbado e Pappano, in concerto ha sostituito all’ultimo momento mostri sacri come Radu Lupu e Martha Argerich). Della direzione di Bringuier si ammirano la seduttività giovanile, pienamente rispettosa dell’incantatoria complessità timbrica di Ravel, e la carica di gioiosa esuberanza. Con appena un sospetto di colori troppo brillanti che smorzano, si ascolti l’impeccabile ma non entusiasmante Bolero, i tratti più perturbanti e scuri del maestro francese. 85,24 €.
DJ Shadow – Transmissions
L’opera aperta teorizzata a suo tempo da Umberto Eco trova la sua esemplificazione perfetta in Endtroducing (****1/2), l’album del 1996 con cui il geniale DJ Shadow al secolo Joshua Paul Davis riformulava l’hip-hop attraverso la sperimentazione estrema, in un lavoro fatto di soli campionamenti. Questo Endtroducing re-imagined che esce a vent’anni di distanza, tre cd oppure sei vinili, ne ribadisce il carattere di work in progress perpetuo con una doviziosa messe di versioni alternative, demo, registrazioni dal vivo e remix nuovi di zecca che si affiancano a quelli passati. 19,00 €.
Oasis – Stand by me/The girl in the dirty shirt
E alla fine ristampano l’album sbagliato dei “sex Beatles” da Manchester, gli Oasis dei fratelli coltelli Noel e Liam Gallagher: Be here now del 1997 (***1/2), gonfiato con gli ormoni a ben tre cd con tanto di demo e outtakes, mentre avrebbero dovuto espandere il loro capolavoro (What’s the story) Morning glory del 1995 (****), che li proietta nell’olimpo delle rockstar con songs più beatlesiane dei Beatles come la peraltro trascinante Don’t look back in anger, ma non sempre l’originalità è la dote più richiesta in questa musica. Per carità, non che Be here now fosse brutto, e gli episodi qui sotto lo dimostrano, ma il songwriting di Noel cominciava a girare su stesso, nascondendo la ripetitività dietro muri chitarristici. Fratelli coltelli, abbiamo detto: come i fratelli Davies dei Kinks negli anni ’60, ma qui è peggio. Abele e Cabele, come si definiscono, si inseguono con mazze da cricket, estintori, cassonetti, si sfasciano addosso le chitarre, le anfetamine fanno il resto, fino all’ultima rissa e all’abbandono di Noel che mette fine alla band. Alla loro soap-opera adesso Asif Kapadia, già autore del bel documentario su Amy Winehouse premiato con l’Oscar, dedica un film che passa nelle sale in novembre.
Marco Mengoni – Sai che/ Proteggiti da me
Marco Mengoni è un cantante che mi mette in difficoltà, lo confesso. Ha una voce splendida, tra le migliori ascoltate negli ultimi anni, con quel suo falsetto tra soul ed emo, e un perfetto controllo dei suoi mezzi espressivi. Ma ha anche un repertorio adolescenziale, da cuoricino in subbuglio e da frattaglie in mano, che mi fa venire l’orticaria. Così, per spirito di servizio, segnalo che è appena uscito il suo Live (***) che farà felici i fan. Prezzi democratici, 16,72 € l’edizione standard con due cd e un dvd, appena 23,92 € quella deluxe (oltre ai trenta brani livce ci sono anche i due album Parole in circolo e Le cose che non ho), più un libretto fotografico con le immagini che, attraverso la app ufficiale dell’artista, diventano videoclip.
The Rolling Stones
Monumentale operazione di remastering per tutta la produzione degli Stones (*****, niente di meno) dal 1964, anno del primo album, fino al 1969. In edizione limitata, The Rolling Stones in mono è un box piuttosto caruccio di 16 Lp o, più abbordabile, di 15 cd (ci sono, pignoleria studiata ad hoc per i collezionisti, anche le edizioni e le antologie americane degli album inglesi, con alcune varianti di scaletta, e qualche manciata di canzoni di ardua reperibilità). Restano pietre miliari album come Aftermath, Beggar’s banquet e Let it bleed, e resta un’esperimento psichedelico velleitario e pasticcione Their Satanic Majesties Request. Al di là di questo, colpisce la potenza dinamitarda dei primissimi album, quelli del 1964 e 1965 tutti cover di blues e rhythm & blues e pochissimi brani originali. Chi dice che nella storia del rock i Rolling Stones sono un quartiere e i Beatles una città forse ha ragione, ma che quartiere straordinario quello degli Stones bluesy, rispetto alle cover educatine che nello stesso periodo sfornavano i Beatles. Box 15 cd, 105,86 €. Box 16 lp, 261,75 €.
Pooh – Pierre
Diceva un mio direttore, qualche anno fa, che se i Pooh fossero nati in Inghilterra sarebbero stati i Queen. C’è del vero nell’azzardata affermazione: per la comune enfasi, per il gusto del pieno melodico, per certi scivoloni kitsch, per l’indubbia bravura collettiva, anche se nel caso dei Pooh manca un Freddie Mercury a fare la differenza. Come per molti gruppi e solisti affini che non fanno parte della mia dieta musicale, sono come diviso in due anche nel loro caso. Da un lato, ne riconosco l’indubbia bravura (non si resta in sella per mezzo secolo senza merito), dall’altro ogni volta che li ascolto per più di dieci minuti mi sembra di avere fatto un bagno nella melassa. Ciò detto, e notato anche che il loro addio alle scene è il più lungo che io ricordi (sono in tour da un anno, l’ultimo concerto a Milano è il 22 dicembre, l’ultimo concerto tout court è il 30 dicembre a Bologna), per chi li ama il quadruplo Pooh 50- L’ultima notte insieme, tre cd live con inediti (la canzone in rotazione nelle radio è Pierre del 1976, contro l’omofobia) e un dvd, è l’antologia ideale. 20,93 €.
Led Zeppelin – Sunshine woman
I Led Zeppelin continuano ad aprire i loro scrigni di rarità: e così i due cd dell’originario The complete Bbc sessions, uscito nel 1997, in questa lussuosa riedizione (****1/2) diventano tre, recuperando vecchie registrazioni del marzo 1969 che si credevano perse (anche una Sunshine woman mai pubblicata prima) e confermando l’impeto live che asciuga alcuni classici (Stairway to heaven) e rende torrenziali altri brani, come lo spettacolare Dazed and confused. Fuochi d’artificio soprattutto nel secondo cd, composto per la maggior parte di materiale live registrato a Parigi. 3 cd, 19,69 €. 5 lp, 160,99 €.
Pink Floyd – Jugband blues
Archivisti sonori di tutto il mondo, unitevi. Anche i Pink Floyd, che lo scorso anno giurando il falso dicevano di non avere più inediti in cassaforte, hanno fatto parola torna indietro. Per licenziare un The early years sontuoso (****1/2) di 27 dischi raggruppati in sette volumi, dal 1965 al 1972. Cd, dvd, blu-ray, vinili e memorabilia per 12 ore di musica, 15 ore di filmati e 7 ore di esibizioni live finora inedite. Mai pubblicati prima neppure 20 demo con Syd Barrett, che colpito dalla follia abbandonò il gruppo dopo le prime prove per essere sostituito da David Gilmour e i brani scartati che i Pink Floyd composero per la colonna sonora di Zabriskie Point di Antonioni. Oltre all’opus magnum, c’è un’edizione economica in due cd. Insomma, non si butta via niente. 403,68 €. Cre/ation (2 cd), 34 €.
Van Morrison
Se potete compratevi anche l’eccellente doppio live del 1974 (****1/2), che tra blues, r&b torridi, soul fumanti e scalpitanti canzoni morrisoniane è una festa per le orecchie. Ma soprattutto comprate il recentissimo It’s too late to stop now II, III & IV (*****), che aggiunge tre episodi inediti ed è persino migliore dell’album originario, con tre concerti in California, Van in splendida forma, la Caledonia Soul Orchestra che fa scintille e molti dei suoi capolavori (These dreams of you, Moondance, la stupenda Snow in San Anselmo, Cyprus Avenue, Gloria e Caravan tra gli altri) resi con perentoria autorevolezza. 31,90 €
Ivano Fossati – Matto
Contemporaneo (*****) è l’antologia definitiva di Ivano Fossati, che copre in maniera uniforme ed equilibrata il suo lungo percorso cominciato nel 1971 con l’avventura giovanile e prog dei Delirium. La versione standard offre quattro cd con altrettanti inediti, quella deluxe dieci dischi, un libro con una lunga e accurata intervista, e otto inediti. Ho ascoltato gli unpublished e ci ho trovato la splendida Il suono della voce, canzone d’amore delle sue classiche, scritta nel 2014 per Tosca, e la più mossa Idealista regalata a Noemi. Mai fatta da lui ma incisa da Fiorella Mannoia è Quelli siamo noi, mentre mai apparse su disco sono il pianistico La lingua del santo e lo strumentale A cavallo della tigre, da due film di Carlo Mazzacurati per i quali Fossati scrisse la colonna sonora. Non inedite, semplici alternate take, quattro canzoni che Fossati ha già inciso: Dolce acqua che risale addirittura ai Delirium, la giovanile Vola che scrisse per Mia Martini. Conclude la sequenza degli inediti la bella cover di Fabrizio De Andrè Ho visto Nina volare. Non so se sia inedita, io non l’ho mai trovata su disco, la sigla di Ballarò, Jeux d’enfants. Box (10 cd + un libro), 81,84 €. Box (8 lp), 75,54 €. Box (4cd), 18,73 €.
Quicksilver Messenger Service – Walking blues
La maggiore band californiana nei gloriosi anni della psichedelia, i tardi ’60, erano loro, i Quicksilver Messenger Service dell’italo-americano John Cipollina, chitarrista superlativo (e in seguito anche del falso italo-americano Dino Valente, cantante e autore notevole, che in realtà si chiamava Chester William Powers). Loro è il più bell’album di quella stagione irripetibile, Happy trails del 1969, in parte live (*****), che destrutturava e ampliava a dismisura un evergreen come Who do you love di Bo Diddley e scioglieva nell’acido corrosivo del loro suono un altro classico diddleyano, Mona. Attivi fino al 1975, i Quicksilver hanno visto negli anni più recenti un’impennata delle quotazioni tra gli appassionati grazie al materiale live di buona qualità messo in circolazione. È il caso del quadruplo Live across America 1967-1977 (***1/2) che li ripropone on the road. Ho scelto un blues di Robert Johnson suonato a San Francisco nel 1967. 52,16 €.
David Gray – Babylon
Se vi piacciono i cantautori old school, che cominciano a scarseggiare anche dalle nostre parti, dovete scoprire (o riscoprire) David Gray, inglese, 46 anni, attivo dal 1993 e arrivato al successo nel 1998 con White ladder, primo in classifica con sei milioni di dischi venduti. Da allora ha fatto una carriera onorevole con le sue canzoni elettroacustiche ed intimistiche, sorrette da una voce suggestiva (in Italia la sua Freedom è stata tradotta alla lettera, Libertà, da Ron nell’album Way out del 2013). Questo doppio Best of (***1/2) offre 31 brani antichi e recenti, noti e meno noti. 24,77 € il doppio cd, 45,99 € il doppio lp.
Roberto Cacciapaglia – Sonanze/Starman
Milanese, classe 1953, Roberto Cacciapaglia è un pianista e compositore italiano che affianca la ricerca elettronica a una matrice colta contemporanea. Noto fin dagli anni ’70 per le collaborazioni con il Battiato sperimentale (Pollution) e con gli alfieri tedeschi della “musica cosmica” (Sonanze è il suo primo album del 1974, da allora ne ha realizzati quindici), oggi preferisce parlare di “suoni biologici”, in cui i suoi software modernissimi “lavorano sull’essenza e la natura del suono”. Il doppio Atlas (****), che offre anche una versione orchestrale di Starman di David Bowie, è una testimonianza fedele della sua musica fascinosa. 17,55 €.