Che cosa passa questa settimana al convento delle sette note? I Blue Moka con Fabrizio Bosso ma anche Jacky Terrasson al Blue Note. Il Maestro Chailly con il Don Pasquale alla Scala. Gianni Morandi (farà sold out?) ad Assago. E Maeba, il nuovo disco di Mina, è già oggetto di culto…
Gianni Morandi fa concorrenza a Springsteen
«La storia di Morandi ha risvolti diversi. E più convincenti rinascite, che lo fanno diventare nel corso degli anni il cantante più completo e amato dal pubblico della canzone. Verosimilmente è quello che ha raccolto nel tempo il maggior numero di canzoni scritte per lui dagli autori più diversi, il che la dice lunga sulle sue qualità di interprete». Così, sul Gianni nazionale, l’ottimo Gino Castaldo nel fresco di stampa Il romanzo della canzone italiana (Einaudi, assai godibile e più che consigliato). Settantatreenne in perfetta forma, voce senza un cedimento, interprete scaltrito, persona di rara amabilità e civiltà, di recente star dei social (lo hanno ritratto anche mentre faceva la pipì in un autogrill, e lui non ha fatto un plissé, come avrebbe detto Jannacci), Morandi ha tutte le carte in regola per continuare a fare breccia su un pubblico trasversale (più numerose le pantere grigie, ma dopo i duetti con Rovazzi anche qualche adolescente è andato a rimpolpare le fila dei fan). Dopo un album dello scorso anno assai bene accolto (D’amore d’autore) in cui hanno scritto per lui Ligabue e Fossati, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro e Levante, il tour conseguente sta facendo il sold out. Merito anche di una generosità, di uno stakanovismo canoro da fare invidia a Bruce Springsteen: tre ore e passa di concerto, 42 canzoni in scaletta. Un bel regalo di Pasqua. Mercoledì 28 marzo, ore 21, al Mediolanum Forum di Assago.
https://www.youtube.com/watch?v=Y9vfCSZxono
Blue Moka con Fabrizio Bosso special guest
Esistono dal 2009, hanno esordito su disco da appena un paio di mesi. Coronando un sogno: suonare con Fabrizio Bosso, tra i nostri maggiori trombettisti. Il quartetto si chiama Blue Moka (Alberto Gurrisi alle tastiere, Emiliano Vernizzi al sax, Michele Bianchi alla chitarra e Michele Morari alla batteria), suona un jazz che si apre al funk e al r&b, fa incursioni nel nu-jazz americano e mette in risalto un organo hammond che fa tanto sixties. Gli assoli corposi e la grande tromba di Bosso, al servizio di brani originali e riletture (Footprints di Wayne Shorter, Brazilian like di Michel Petrucciani, Futura di Lucio Dalla) assicurano un concerto denso e immersivo. Giovedì 29 marzo, ore 21 e 23, al Blue Note.
Divertimento Ensemble al Teatro Litta
Abbiamo già parlato di Divertimento Ensemble. Fondata nel 1977 da Sandro Gorli, la formazione di musica colta contemporanea vanta, nei suoi oltre quarant’anni di attività, oltre mille concerti e la pubblicazione di sedici cd. Nell’ambito della rassegna Rondò 2018, dedicata soprattutto al secondo Novecento italiano, giovedì 29 marzo doppio appuntamento al Teatro Litta: alle 18.45 prove aperte e alle 21 concerto. In programma musiche di Plé, Posadas e Bedrossian. In evidenza Beatrice Binda soprano e Jacopo Taddei al sax. Dirige Viktoriia Vitrenko.
Don Pasquale alla Scala diretto da Chailly
In scena alla Scala da martedì 3 aprile e fino al 4 maggio il Don Pasquale di Gaetano Donizetti. Opera buffa di intrighi sentimentali e matrimoni veri e falsi (il vecchio bisbetico Don Pasquale che vuole accasare il nipote Ernesto, innamorato di Norina, una vedovella giovane e bella, a una ricca e attempata pretendente, verrà indotto a cambiare idea da Sofronia, ovvero da Norina mascherata, che dopo un finto matrimonio con lui gli rende la vita impossibile), appartiene alla produzione matura del prolifico compositore bergamasco, e venne rappresentata per la prima volta a Parigi nel gennaio 1843, per replicare nell’aprile dello stesso anno proprio alla Scala. L’allestimento scaligero vede nel cast Ambrogio Maestri, Rosa Feola, René Barbera e Mattia Olivieri. Direzione d’orchestra di Riccardo Chailly, regia di Davide Livermore. Qui sotto, l’integrale di una versione del Don Pasquale, con Ruggero Raimondi e la direzione di Nello Santi.
Jacky Terrasson al Blue Note
Biografia complicata per il pianista jazz Jacky Terrasson, forse il più luminoso assieme a Brad Mehldau fra i talenti della tastiera emersi negli ultimi trent’anni. Tedesco per nascita (Berlino, 1965), figlio di un francese e di un’afroamericana, studi a Parigi e al Berklee College of Music, Terrasson è un eccellente solista dalle sonorità nitide e inconfondibili, anche se è noto soprattutto come accompagnatore di cantanti: Dee Dee Bridgewater, Betty Carter, io lo ricordo in uno splendido album, Rendezvous, con la grande Cassandra Wilson. Martedì 3 marzo si esibisce in trio (Thomas Bramerie al basso, Lukmil Perez alla batteria), ore 21, al Blue Note.
Il miracolo alieno di Mina
L’album si chiama Maeba e, dice il figlio Massimiliano Pani, evoca una bianca aliena piovuta da un’altra galassia. Ancora una volta lei, Mina, nell’ennesima maschera da copertina, piovuta dal cielo a miracol mostrare. Che abbia una voce sensazionale è cosa più che nota. Che questa voce, con il suo lungo ritiro dalle scene, non l’abbia maltrattata nel corso degli anni è altrettanto risaputo. Ma, anche a sapere tutto questo, la bravura la souplesse e la varietà di sfumature di una signora che ha appena compiuto 78 anni lasciano allo stesso tempo a bocca aperta e incantati. C’è di più: Mina, che spesso ha cantato la qualunque, qui cerca e trova un repertorio alla sua altezza e firma il suo disco più bello da vent’anni in qua. Nel ricco menù ci sono ballad classiche e “postume” dei suoi parolieri più cari (Paolo Limiti di Il mio amore disperato, Giorgio Calabrese di Al di là del fiume), pezzi di bravura vocale (Il tuo arredamento), esperimenti modernisti (Un soffio firmata da Boosta dei Subsonica) e due strepitose cover jazzate, Last Christmas del compianto George Michael e Heartbreak Hotel di Elvis Presley. Soprattutto, c’è l’incanto perfetto di ‘A minestrina, atto d’amore sornione e sensuale sulla soglia degli ottanta, mentre la radio suona e la minestrina cuoce sul fornello. L’autore è Paolo Conte, che già aveva evocato per Mina una serata “di magia e di golosità” (Miele su miele, 1981) e che qui duetta con lei. Applausi.