E’ candidato all’Oscar al miglior film straniero “The Quiet Girl”, esordio dell’irlandese Colm Bairéad. Taciturna, timidissima, tiranneggiata dalle sorelle più grandi, ignorata dai genitori, la protagonista ha 10 anni (straordinaria Catherine Clinch che la interpreta) e finisce un’estate nella casa dei cugini. Scopre un altro mondo, forse non perfetto ma capace di ascoltarla: potrà abbandonare la corazza di silenzio che s’è costruita per difendersi dalla famiglia. Un film intenso, classico, senza compiacimenti
Cáit, la protagonista di The Quiet Girl, esordio nel lungometraggio dell’irlandese Colm Bairéad (il film è nella cinquina dei candidati all’Oscar come miglior film internazionale), ha dieci anni e sembra incapace di trovare il proprio posto nel mondo. A scuola è disattenta, timidissima, solitaria; a casa è taciturna, selvatica, tiranneggiata dalle sorelle più grandi, ignorata dai genitori. Il padre è un contadino troppo occupato a scommettere sulle corse dei cavalli per occuparsi dei campi, che stanno infatti andando in malora. La madre è oppressa da una nidiata di figli e dalla fatica dell’ennesima gravidanza da portare a termine. Quando una cugina di mezza età, senza figli, si offre di tenere con sé Cáit per l’intera estate, la proposta viene accolta con sollievo e la bambina viene prontamente recapitata come fosse un pacco. Senza una spiegazione, senza un saluto, neanche la minima manifestazione di amore o dispiacere.
E Cáit è talmente assuefatta a questa modalità di relazione del tutto anaffettiva da non cercare neanche di ribellarsi. È abituata ad accettare le decisioni degli adulti senza discutere, rassegnata all’idea di non poterle capire, fin troppo abile a usare il silenzio come una corazza, un’arma di difesa, l’unica davvero efficace in un mondo ottuso, dove lo spazio dei sentimenti sembra radicalmente cancellato dalla insensatezza della fatica quotidiana. La bambina capace di farsi pietra, scomparire nella natura, rendersi invisibile per sopravvivere (lo vediamo nella prima scena, quando Cáit si nasconde in piena vista, in mezzo a un campo, e l’incanto della natura già da subito ci appare venato di inquietudine) entra nella nuova casa con passo esitante e sguardo circospetto, ma per la prima volta sembra trovare un mondo dove c’è spazio anche per lei. Un universo tutt’altro che perfetto, ma dove è possibile riscoprire il valore della parola – la capacità di dare forma compiuta ai pensieri comunicandoli agli altri – perché finalmente c’è qualcuno capace di mettersi in ascolto.
Da un romanzo breve della scrittrice Claire Keegan, un film suggestivo, dal ritmo pacato, costruito in modo molto tradizionale ma capace di tenersi alla larga da ogni stucchevole rappresentazione dell’Irlanda e del suo paesaggio. Ambientato tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, in originale recitato tutto in gaelico, un coming of age di sorprendente intensità che deve molto della sua riuscita alla giovane e bravissima protagonista, Catherine Clinch.
The Quiet Girl di Colm Bairéad, con Catherine Clinch, Carrie Crowley, Andrew Bennett, Michael Patrick Carmody