Fibre Parallele alle prese con una coppia che non può “generare”. Una beatitudine breve, un illuminato conversare action sulle difficoltà di conoscere o riconoscere il sempre più oscuro oggetto del desiderio…
Se il teatro è una truffa dichiarata, la vita lo è ancora di più e non lo ammette. Questa l’ottimistica conclusione di un bellissimo spettacolo del giovane ma già affermato gruppo made in Puglia Fibre Parallele. Cinque attori in scena, un uomo coro spettatore e due coppie variamente assortite e che si assortiranno ancora di più nel corso di 70’ di ironico pamphlet sulla Beatitudine: una vecchia madre che assiste ed occupa per intero il figlio disabile e un uomo e una donna che, non potendo avere un bambino, coccolano un bambolotto (il sesto personaggio muto) come in una post fazione dell’immaginario di “Chi ha paura di Virginia Woolf?”. Per tutti questi, che si scambieranno i ruoli in un gioco sessuale delle parti, non c’è promessa di felicità, speranze zero.
Dopo un inizio folgorante in cui si dichiara che a volte è difficile far differenza tra il reale e il fantastico (la sindrome di “8 e mezzo” da cui molti sono colpiti specie in epoca “virtuale”) il gruppo ci convince di questa tesi e ragiona sulla brevità della soddisfazione amorosa, quando c’è. Sotto le ceneri covano importanti menti disperate, da Foucault e Lacan, ma la tesi è che siamo destinati all’estrema e ripetuta frustrazione di ogni desiderio. Eppure lo spettacolo non è di macabro pessimismo, gli attori (Lanera e Spagnuolo che sono gli autori e poi Decataldo, Giuva e la Zotti straordinaria nei suoi 79 anni) lo rendono un illuminato conversare action sulle difficoltà di conoscere o riconoscere il sempre più oscuro oggetto del desiderio. La beatitudine è breve, non la riconosci, è un coito mentale o fisico che rende il resto della vita inferiore, qualcosa che resta in attesa. Gli attori, già premiati con molti Ubu, sul palco, pirandellianamente, sono anche personaggi e dichiarano nome cognome età segno zodiacale: insieme a loro l’ebbrezza di stare nascosti e plaudenti in platea coinvolti nel provare proprio quelle emozioni.
Per la foto e i video si ringrazia Fibre Parallele
La beatitudine fino al 18 dicembre al Teatro Franco Parenti sala 3