“M3gan”, la vera protagonista del film horror del neozelandese Johnstone, non è una nuova, pericolosa presenza giocattolo di origine sovrannaturale. Al contrario, è il frutto delle tecnologie “artificiali” più moderne, e deve proteggere la piccola Cady, che ha perso i genitori, dai pericoli del mondo. In una pellicola divertente e sorprendente, anche perché non si prende troppo sul serio.
Cady ha otto anni ed è rimasta orfana per l’improvvisa morte in un incidente di entrambi i suoi genitori. Viene affidata a una giovane zia, Gemma, che di mestiere fa la sviluppatrice in un’azienda di giocattoli ma non ha mai sviluppato alcuna capacità di giocare davvero con una bambina. E per la verità non ha neanche mai desiderato avere figli. Messa alle strette, totalmente impreparata al ruolo di madre putativa che il destino beffardo e crudele le ha assegnato, Gemma trova una soluzione che in un primo momento sembra geniale: decide di assegnare a Cady il prototipo di M3gan, la bambola-robot su cui sta lavorando.
Una bambola in realtà molto particolare, dotata di un’intelligenza artificiale, programmata per essere «un’affidabile compagnia per i bambini e una sicurezza per i genitori». M3gan e Cady sviluppano fin da subito un legame speciale e diventano ben presto inseparabili. Tutto sembra andare per il meglio, ma la bambola è stata programmata fin troppo bene: il suo obiettivo è infatti quello di prendersi cura di Cady proteggendola da qualunque pericolo. Inutile dire che M3gan si rivelerà fin troppo intelligente (e capace di imparare dai propri e dagli altrui errori) e finirà col prendere un po’ troppo alla lettera il suo compito, con esiti catastrofici. Dopo Chucky e Annabelle, ecco una nuova bambola horror. Questa volta non è un fenomeno soprannaturale a dare vita a una pericolosa creatura quasi invincibile, ma la pura e semplice tecnologia, fra robotica avanzata e intelligenza artificiale.
Vedendo M3gan, viene in mente anche la saga di Terminator, oltre a Christine la macchina infernale. Già solo dai titoli fin qui citati si evince che non siamo dalle parti di un film che cerca nell’originalità la sua ragion d’essere. M3gan è un prodotto derivativo, e non fa mistero delle proprie origini, ma riesce comunque a divertire e persino (ogni tanto) a sorprendere. Nasce dalla collaborazione tra Jason Blum di Blumhouse e James Wan di Atomic Monster, vale a dire due tra i più prolifici creatori di pellicole horror degli ultimi anni, capaci di spaziare da Saw a The Conjuring, da Paranormal Activity a Dark Skies – Oscure presenze. M3gan è la loro seconda collaborazione, dopo la saga di Insidious e dietro la macchina da presa hanno chiamato il neozelandese Gerard Johnstone, regista fra l’altro della commedia horror Housebound.
Il risultato non è certo un capolavoro, ma rimane un film divertente e ampiamente consigliabile per chi ama il genere. Un B-movie scatenato, gustosamente nero, non troppo splatter, che funziona soprattutto perché non si prende molto sul serio. Non per caso, una delle scene memorabili è quella in cui la bambola improvvisa uno straniante e agghiacciante balletto nel corridoio dell’azienda dove è stata creata, poco prima di precipitarsi dentro la cabina di un ascensore e fare letteralmente a pezzi la sua vittima. Inserita nel trailer, questa scena è diventata un video davvero virale, sulle note dolcemente ironiche di It’s Nice to Have a Friend di Taylor Swift.
M3gan di Gerard Johnstone, con Allison Williams, Ronny Chieng, Violet McGraw, Kimberley Crossman, Jenna Davis