Un delitto disgustoso, un mostro per i media, un cinico ispettore

In Cinema

“La ragazza nella nebbia” è il complesso debutto nella regia del romanziere pugliese Donato Carisi, che ha messo in immagini un suo stesso romanzo, un nerissimo thriller di ambientazione montana in cui la sparizione di una ragazza sedicenne diventa lo spunto per la partita a tre fra un ispettore senza scrupoli, un professore con tanti segreti e uno psichiatra che viene da lontano. Con il contorno di una giornalista d’assalto, una setta di fanatici religiosi e una giustizia sempre più schiava della paure della pubblica opinione. Nel cast anche i bravi Alessio Boni, Michela Cescon, Galatea Ranzi e Jean Reno

La ragazza nella nebbia è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Donato Carrisi, pubblicato nel 2015. L’autore ha rivelato che inizialmente il libro era stato concepito come una sceneggiatura, adattata poi a romanzo, e questo spiega il ritmo incalzante che investe lo spettatore e lo intrattiene durante tutta la durata del film. Con un cast d’eccellenza, il 44enne Carrisi si riappropria così del suo stesso scritto e lo trasforma in immagini, in questa esperienza di debutto da regista.

La vicenda inizia in una gelida e nebbiosa serata, in un’immaginaria cittadina di montagna, Avechot, dove esiste un’unica strada che occorre percorrere per accedervi e per lasciarsela alle spalle, dove tutti conoscono il proprio vicino e le sue abitudini, e dove le principali attività ruotano intorno a una comunità religiosa chiamata la confraternita, una sorta di setta estremistaLe prime immagini si focalizzano su Augusto Flores (Jean Reno), psichiatra del paesino che nel cuore della notte deve precipitarsi a seguire il caso dell’ispettore Vogel (Toni Servillo), che a causa della fitta nebbia è uscito fuori strada guidando l’auto e ha avuto un piccolo incidente, da cui è uscito illeso ma portando tracce di sangue non suo sui vestiti. All’apparenza Vogel non ricorda nulla di quello che gli è accaduto nelle ultime ore, così il medico dovrà ripercorrere insieme a lui gli avvenimenti più recenti che hanno segnato la vita e la carriera del detective.

A questo punto la storia fa un salto a pochi mesi prima, e lungo tutto il film il gioco dell’avanti e indietro nel tempo sarà una costante. Nel villaggio di montanari, la cui vita che sembra immutabile e del tutto indifferente allo scorrere del tempo, una sera la sedicenne Anna Lou (Ekaterina Buscemi) è scomparsa nel nulla, gettando i suoi genitori nella disperazione, e senza lasciare tracce. Vogel e il suo secondo, l’agente Borghi (Lorenzo Richelmy), vengono chiamati dalla polizia di Vechot per indagare sulla sparizione della ragazza: devono arrivare all’individuazione del possibile colpevole, e “sbattono in prima pagina”, davanti all’occhio delle telecamere, un modesto professore di letteratura delle scuole superiori (Alessio Boni). La sua figura, però, più complessa di quanto sembra all’inizio, resterà fino alla conclusione della storia sospesa tra colpa e innocenza.

Toni Servillo (Il divo, Viva la libertà, La grande bellezza) veste perfettamente i panni del detective Vogel, un uomo freddo che pur di arrivare al proprio scopo farebbe qualsiasi cosa. Ma quale dovrebbe essere lo scopo ultimo di un agente qualificato come lui? Sicuramente non la verità: Vogel non è un poliziotto ma un burattinaio, un personaggio pubblico che gioca con i media usando la sofferenza altrui solo “per far felice il pubblico”. Attraverso i contatti coi giornalisti e la sua libertà nel manovrare indizi e materiale sospetto, dimostra in ogni atto ed esprime chiaramente la sua opinione, coerente con le sue azioni: “la giustizia non fa ascolti, non interessa a nessuno”. Quello che attira davvero è l’individuazione di un colpevole, perché in questo modo si tranquillizza la piccola comunità, e anche il più vasto pubblico televisivo, rasserenato solo dopo che il mostro è stato individuato e rimosso.

La ragazza nella nebbia

Accanto a Servillo non mancano buone interpretazioni, come quella di Michela Cescon (Tutte le donne della mia vita, Viva la libertà, Piuma) nei panni dell’agente Mayer, una poliziotta alla Fargo cui non viene lasciato lo spazio dovuto, e Alessio Boni (La meglio gioventù, La bestia nel cuore) che interpreta il capro espiatorio, il “mostro” verso cui puntare il dito, magari anche rinnegando qualsiasi rapporto d’amicizia precedente. Infine un italianissimo Jean Reno (Lèon, Vento di primavera, Abel – Il figlio del vento) nel ruolo dello psichiatra: trasferitosi nel paesino di Avechot quarant’anni prima e ormai prossimo alla pensione, in fondo, per mestiere, è l’unico ad avere il diritto di scavare nella mente delle persone per elaborare il delitto, l’opera del male. Perché, in ultima analisi, il vero protagonista di questa vicenda forse fin troppo gravata di particolari e depistaggi narrativi, è il Male: e l’identità dell’uomo che se ne fa strumento per diffonderlo resterà, per la gioia degli spettatori, fino alla fine in dubbio.

La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi, con Toni Servillo, Alessio Boni, Lorenzo Richelmy, Galatea Ranzi, Michela Cescon, Greta Scacchi, Jean Reno.

 

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