“Faith” è un interessante documentario della regista brindisina Valentina Pedicini (nel 2013 ha raccontato le miniere di carbone sarde in “Dal profondo”) che riprende una giornata tipo in una comunità shaolin italiana, dedita alla cura del corpo, alla meditazione e alla sintonia con la Terra
La parola che dà il titolo a questo docufilm, Faith, in inglese assume un significato molto profondo: avere completa fiducia in qualcuno. Ma anche nutrire una forte credenza in una confessione religiosa non basata su prove reali, ma su credenze puramente spirituali. E “Faith” risulta essere la parola giusta per dare il titolo a questa pellicola. A un primo impatto si può pensare che parli di che aderisce a una confessione ortodossa, e in parte è così, ma di fatto si tratta di tutt’altro, nonostante la religione sia un punto cardinale all’interno della storia.
In questo caso il termine viene associato al credo di alcune persone che, a partire dal 2009, hanno deciso di trasferirsi in un casolare marchigiano per seguire uno stile di vita monastico volto alla difesa dei suoi componenti contro il male, attraverso la preghiera e il combattimento (kung fu e tai chi). Sono guidati da Corrado Lazzarini, maestro di kung fu originario di Bolzano. Lui ha fondato la comunità shaolin. La regista brindisina Valentina Pedicini, di cui si è visto un altro documentario importante nel 2013, Dal profondo, sulla vita nelle miniere di carbone della Sardegna, ci accompagna in un viaggio intimo e singolare al suo interno, raccontato interamente in bianco e nero, senza filtri, per quello che è. Il film è il frutto di mesi lunghissimi di lavoro nei quali la troupe è stata a contatto coi monaci, seguendo le loro sregole (ad esempio, vestirsi sempre e solo di bianco), mangiando il medesimo cibo, dormendo negli stessi letti con loro.
Quel che ne viene fuori è una sequenza continua, che rappresenta una giornata tipo dei monaci. Si comincia la mattina con le preghiere e la colazione, seguite da un allenamento durissimo di kung fu e una sorta di ballo/meditazione (secondo la filosofia orientale unire musica e movimento rappresenta una forma di meditazione molto profonda, che va a modificare le vibrazioni corporee portando il corpo a uno stato di pura sintonia con la terra), per finire con la cena e un momento di condivisione ulteriore, il tutto sempre guidato dal Maestro Lazzarini. E la vita lì non è sempre semplice, soprattutto quando alcuni componenti abbandonano il gruppo o compiono atti che non rispettano le regole (nel film se ne vedono le conseguenze).
La regista ci mostra, rigorosamente in bianco e nero, una vita che sembra non avere colore quando invece ce l’ha, e anche tanto. Lo scopo del film non è tanto quello di spiegare o raccontare una storia, ma più indagare le ragioni profonde per cui un individuo decide di abbandonare tutto per dedicarsi a quel tipo di vita monastica. Tutti, all’interno della comunità, hanno una specializzazione che va dal reiki alla pranoterapia, e alcuni componenti sono anche laureati in discipline non olistiche. Faith è un film molto interessante, intimo, particolare. Rende partecipe lo spettatore di una vita sconosciuta, di un nuovo modo di vedere le cose, vivere la realtà. Una fonte di luce alla fine di un tunnel scuro e pieno di incomprensioni.
Fin dove l’essere umano si può spingere per raggiungere la libertà spirituale (e mentale)? Questa è una delle domande da porsi prima di iniziare a vedere il film, che può lasciare lo spettatore con alcuni dubbi su alcuni argomenti, comunque difficili da esaurire in poco meno di due ore. Faith lascia addosso un senso di irrequietezza e desiderio di giustizia nei confronti di una comunità di persone spesso pesantemente giudicata dai media, quando in realtà stanno solo cercando di raggiungere un obiettivo in cui credono profondamente, senza fare male a nessuno.
Faith, documentario di Valentina Pedicini