La mosca Orlando ronza a scuola

In Teatro

È un felice lazzo della commedia di Starnone che racconta comunicando la giusta nostalgia, un giorno di scrutini. Dal teatro al cinema la regìa di Luchetti

Lo si scopre sempre troppo tardi: è a Scuola che viviamo i nostri anni più passionali, più fecondi e felici. È a Scuola che ci fa tornare lo spettacolo di Daniele Luchetti ed è la figura del professore quella che riesce a farci invidiare la messa in scena del testo di Domenico Starnone.

Un perfetto cast di insegnanti di scuola superiore ha l’abilità di far immergere lo spettatore in quel mondo che molti di noi ricordano con nostalgia, lasciando traccia di un’immedesimazione tipicamente cinematografica, incredibilmente coinvolgente.

Ricreando quegli ambienti e quell’atmosfera liceale di cui la palestra dell’istituto è emblema e catalizzatore, La Scuola propone il punto di vista di professori che, dopo i numerosi anni di insegnamento, avendo respirato l’aria degli studenti, ne hanno assunto le caratteristiche e, alle prese con gli scrutini finali, ne riproducono gli atteggiamenti nel relazionarsi tra loro.

Il bravissimo Silvio Orlando (affiancato da Marina Massironi, Vittorio Ciorcalo, Roberto Citran, Roberto Nobile, Antonio Petrocelli, Maria Laura Rondanini) indossa le vesti del professore di lettere comprensivo, giusto, realmente attento allo studente.

È in lui che riscopriamo la vera giustizia della scuola, il ruolo effettivo che dovrebbe assumere nei confronti dei ragazzi, quello di educarli, di crescerli e di assecondarli nelle loro passioni, di aiutarli nel loro talento, non quello di giudicarli o di bocciarne uno perché diventa necessario che non tutti siano promossi.

La realtà della scuola, in questo caso di un consiglio di professori che ricorda il Carnage di Polanski, è resa da Luchetti la più invidiabile dimensione di vita, in cui tutti gli amori, tutti i contrasti e le incomprensioni hanno una forma tanto embrionale quanto pura, al punto da sembrarci l’unica a essere vera.

Forma embrionale ha anche quello spirito ribelle e “beduino” dell’ultimo della classe, che ha un’unica qualità: sa fare la mosca. Mosca che è imitata anche da Orlando durante lo scrutinio e che rappresenta tutti quegli ultimi che si sentono piccoli spettatori di una realtà cui non riescono a partecipare. Ricorda il “lazzo della mosca” dell’Arlecchino di Ferruccio Soleri questa interpretazione “a parte” del minuto insetto.

Ma c’è un’enorme differenza: Soleri finiva col mangiarsi la mosca per la fame, Orlando invece, diventato mosca, spicca il volo, libero come solo il diverso, capro espiatorio della Scuola, sa essere.

La Scuola, di Domenico Starnone, regia Daniele Luchetti, al Teatro Franco Parenti fino al 15 marzo 2015

Foto: © Teatro Franco Parenti

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