A quattro anni del suo ultimo film il regista americano prende in mano un copione di un’amica, avvincente, ricco di humour e con un pizzico di critica sociale, e lo trasforma in “La truffa dei Logan”, un’avventura di auto e rapine che un cast stellare (Channing Tatum, Adam Driver, Daniel Craig, Hilary Swank, Katie Holmes e Riley Keough, nipote del mitico Elvis Presley) conduce in porto al meglio
Steven Soderbergh rompe la promessa di abbandono del grande schermo e torna, dopo quattro anni di assenza dagli schermi, con La truffa dei Logan, una pellicola esplosiva, divertente, irresistibile, scritta dall’esordiente Rebecca Blunt, amica della moglie del regista americano, al quale si era rivolta inizialmente solo per un parere professionale. Ma se il tuo vero amore è il Cinema, non puoi resistere: così Soderbergh ha deciso di prendere in mano il progetto, insieme al fedele interprete Channing Tatum (anch’egli amico della sceneggiatrice) che guida un cast stellare di cui fanno parte Adam Driver, Daniel Craig, Hilary Swank, Katie Holmes e Riley Keough, nipote del mitico Elvis Presley e protagonista della serie tv The Girlfriend Experience (di cui Soderbergh è produttore).
Siamo in West Virginia, ai giorni nostri: Jimmy Logan (Channing Tatum) lavora come operaio per una società edile dopo aver subito un infortunio al ginocchio che gli ha impedito di usufruire di una borsa di studio per giocare a football; ha un ex moglie, Bobbie (Katie Holmes) e una figlia, Sadie, che non riesce a vedere spesso come vorrebbe. Suo fratello Clyde è barman in un locale dopo aver perso il braccio sinistro in missione, mentre la sorella Mellie, parrucchiera, è una grande amante di motori. Quando Jimmy viene improvvisamente licenziato a causa di problemi con l’assicurazione sul lavoro e Bobbie minaccia di trasferirsi fuori dallo stato, lui decide di prendere in mano la situazione e organizza una rapina alla Charlotte Motor Speedway, durante la famosa gara di auto Coca-Cola 600; per attuare il piano gli servono però i contributi di Clyde, Mellie e soprattutto Joe Bang (Daniel Craig), esperto di esplosivi che si trova al momento incarcerato nel penitenziario del luogo.
Logan Lucky è uno di quei film in cui il destino gioca un ruolo chiave: la regia di Soderbergh è solo la ciliegina sulla torta per una storia che aveva già gli elementi giusti per essere raccontata con forte efficacia sul grande schermo. Il regista americano raccoglie tutte le esperienze passate, autocitandosi in diversi momenti (il riferimento all’acqua contaminata del paese ne è un esempio) e regala una pellicola inedita, una rinascita che non abbandona il passato ma rappresenta decisamente una creatura evoluta, nuova e irresistibile. Logan Lucky è una specie di cugino dei film della serie Ocean, ambientato però in un paese del sud, in un territorio devastato dalla crisi economica in cui la gente normale è costretta a trovare sempre soluzioni diverse per poter tirare avanti. Certo, le rapine sono uno degli argomenti preferiti dal regista, ma qui è importante anche il racconto di un’umanità in crisi, e il suo desiderio di giustizia: i protagonisti del film, pur in un clima di umorismo degno di un film per il grande pubblico, sono persone comuni che il territorio e il contesto socioeconomico (il West Virginia è uno degli stati in cui l’attuale presidente degli Usa ha stravinto le ultime elezioni) spingono a volte verso una scelta criminale.
Il cast stellare completa il lavoro di sceneggiatura e regia regalando una commedia tragicomica che non fa mancare momenti riusciti di azione: quello di Joe Bang è il personaggio forse più interessante e divertente, e grazie alla divisa a righe bianche e nere e alla capigliatura bionda ossigenata (Daniel Craig si è presentato sul set già così, convincendo subito lo staff tecnico) dona un tocco alla Wes Anderson, mentre il carattere di Adam Driver, Clyde, regala alla pellicola un’atmosfera coeniana che fa sorridere. La colonna sonora curata da David Holmes accompagna i protagonisti verso un finale a sorpresa, in cui il personaggio di Hilary Swank sembra voler suggerire una continuazione…Dopo questo grande ritorno, c’è ancor più da sperare che Soderbergh non dica addio al Cinema!