Con la mostra Disclosures vengono presentati al pubblico per la prima volta a Firenze alcuni scatti di Grace Lambert-Phillips che mettono in rapporto diretto e inedito due tematiche distinte eppure intimamente connesse della produzione dell’artista, accomunate dalla volontà di raccogliere testimonianze e racconti da offrire all’avvenire per comprendere meglio il passato e gettare nuove basi per il futuro.
“The great square was in shadow; the sunshine had come too late to strike it. Neptune was already unsubstantial in the twilight, half god, half ghost, and his fountain plashed dreamily to the men and satyrs who idled together on its marge. The Loggia showed as the triple entrance of a cave, wherein dwelt many a deity, shadowy, but immortal, looking forth upon the arrivals and departures of mankind. It was the hour of unreality – the hour, that is, when unfamiliar things are real.”
Con queste parole di Camera con vista – celebre romanzo ambientato a Firenze dello scrittore britannico E.M. Forster – Thierry Morel, curatore della mostra, presenta Disclosures di Grace Lambert-Phillips. Parole particolarmente adatte a esprimere la volontà dell’artista, che invita lo spettatore a guardare i luoghi con occhi diversi, più consapevoli dei valori universali che l’arte può esprimere.
Gli scatti della mostra catturano le bellezze artistiche e architettoniche del luogo, dal Perseo di Cellini al Nettuno di Bartolomeo Ammannati alle stanze di Villa Geggiano, in un periodo che ha permesso all’artista di sviluppare una riflessione sulla fruizione stessa dell’opera d’arte al giorno d’oggi. Le fotografie vengono realizzate nel settembre 2020, quando Lambert-Phillips, per la prima volta, arriva nella città di Firenze durante il secondo lockdown. La città, svuotata di turisti e immersa in una lunga ora dell’irrealtà, rivela all’artista il proprio genius loci. Disclosures esprime al contempo una rivelazione epifanica e una riscoperta dei luoghi, invita lo spettatore ad abbandonare la veste da turista e a tornare viaggiatore. Se per il turista i monumenti sono attrazioni prive di identità, il viaggiatore è colui che si rifiuta di vedere le opere come oggetti di consumo, ma scorge in esse quei valori civici e culturali che un tempo incarnavano. L’artista-viaggiatrice attraverso la fotografia sospende la propria prospettiva per permettere alla città di raccontarsi, spogliata dalla presenza dell’uomo-turista.
Il tema del viaggiatore viene approfondito, successivamente, nella seconda serie di fotografie in mostra, Grand Tour, che rappresenta gli spazi di Villa Geggiano, una storica dimora in provincia di Siena. La villa era essa stessa un’importante tappa del Grand Tour – un lungo viaggio a scopo educativo che la gioventù dell’aristocrazia europea compiva nell’Europa continentale a partire dall’800. Gli scatti, intimi e malinconici, annullano la presenza dell’uomo a favore di una contemplazione del luogo; un luogo in cui le tracce della vita umana sono ancora visibili, ma senza l’ingombrante prospettiva del turista che annulla il valore culturale di questi stessi spazi. Disclosures, infine, è arricchita da alcune opere di Jack Vettriano, raffiguranti l’artista stessa in contesti intimi e familiari, esposte qui in anteprima mondiale.
La mostra invita a guardare diversamente i luoghi che si visitano, da prospettive nascoste, a riconoscere il loro valore culturale ed educativo, ma anche semplicemente a notare i dettagli che, nella vita frenetica di un turista, passano inosservati.
In copertina: Grace Lambert-Phillips, Abduction of a sabine woman. Stampa fine art, 163 x 110 cm