Chiacchierata di fine estate con il chitarrista e cantautore americano che si è trasferito ad Atene: il nuovo disco, il progetto Ducktails, i rapporti con i Real Estate e molto altro
Direttamente dalla Grecia, dove si è trasferito da alcuni anni, Mattew Mondanile ci parla del nuovo album Impressions inciso con i Ducktails. Il musicista, originario del New Jersey, pioniere dell’hypnagogic pop, ex chitarrista dei Real Estate, è il fondatore nonché factotum di Ducktails, band con la quale ha inciso il nuovo album.
Buonasera Matt, come stai?
Bene, grazie
Raccontami la storia del tuo ultimo lavoro Impressions firmato Ducktails
Contiene canzoni che ho scritto principalmente in Grecia, ad Atene, dove mi sono stabilito in pianta stabile dopo anni negli Stati Uniti. Avevo idea di un disco principalmente costruito su riff di chitarra. Ho lavorato rapidamente, le canzoni dovevano essere undici ma un brano non era molto definito, e alla fine ho optato per dieci canzoni. È essenzialmente il sequel del disco Watercolors.
A cosa ti riferisci col brano Windows of Opportunity? Quali “finestre di opportunità” si possono trovare in questo periodo?
Molto spesso quando scrivo un brano intendo una cosa specifica ma poi col passare del tempo la canzone stessa può comunicare un messaggio diverso. In questo caso mi riferivo alle opportunità del mercato finanziario, ma il messaggio col tempo può assumere significati diversi, riferiti ad altri campi dell’esistenza.
In una canzone di qualche anno fa scrivevi “Working nine to five i won’t play that game”. Adesso a quale gioco stai giocando?
Sono molto contento di quello che faccio, sto facendo il mio gioco, ovviamente non sei sempre nel posto in cui vorresti essere e naturalmente spesso lottiamo per raggiungerlo. Il gioco è proprio questo.
In una tua intervista del 2019 dicevi che una persona può ottenere tutto quello che vuole nella vita, ma senza disturbare o interferire con altri esseri umani. Sei ancora dello stesso parere?
Sì, a volte non sappiamo come certe nostre azioni possano influenzare le vite altrui e innescare reazioni a catena, ma puoi e devi cercare di controllarne più che puoi, e ci vuole un po’ per imparare questo. A certe persone serve anche più tempo. Molti hanno paura di abbracciare i propri desideri. Un’altro aspetto da considerare è perché le persone hanno certi desideri rispetto ad altri. Capire queste cose implica andare in profondità. Questo si apprende prevalentemente con l’età, quando si invecchia.
Perché ti sei trasferito in Grecia?
E’ stata una decisione direi impulsiva e abbastanza casuale. Nel 2009 sono venuto qui una prima volta, e ho avuto una bella esperienza. Poi sono tornato anni dopo con un amico musicista finlandese della Domino Records. Ho passato due settimane con lui e ho pensato che Atene meritasse una visita più approfondita. Diciamo che volevo venire a vivere in Europa, conosco un po’ di tedesco ma non volevo vivere a Berlino che in qualche modo mi ricordava Los Angeles o New York. Qui In Grecia unendo qualche puntino sono riuscito a stabilirmi. Con la lingua inglese si riesce a interagire, inoltre mi piacciono le persone e poi, il che non guasta, la vita non è cara. Il disco Impressions rappresenta in un certo senso questo mia decisione di venire a vivere in Grecia.
Negli ultimi anni hai fatto uscire molti dischi. Dipende da una tua esigenza artistica, oppure lavorando molto hai molto materiale che vuoi valorizzare?
Interessante domanda. Riflettendoci, lavoro molto sulla musica anche perché ho molto tempo a disposizione. Molte persone sono super puntigliose quando realizzano la musica, cercano la perfezione e vogliono sentirsi bene con se stessi quando fanno uscire del “materiale”. Io la vedo in maniera diversa. Quando a me piace un lavoro, lo faccio “uscire” senza pensarci troppo. Io a volte sono per le cose non finite, non perfette. Se cerchi di farle troppo bene a volte vengono male. Ti faccio un esempio; Watercolors e Impressions sono dischi di studio in cui ho messo tempo e sicuramente impegno, mentre i dischi che ho fatto prima come Ramapo River Anthology e Hard Rock Cafè Chernobyl sono più casalinghi, più genuini e per certi versi li preferisco. Mi piacciono i pezzi crudi, non perfetti e non finiti, a volte.
Negli ultimi anni hai vissuto momenti complicati, legati anche alle accuse che sono state sporte contro di te. Ripensando a quella fase, cosa pensi di aver imparato e cosa hai capito su te stesso oggi più di ieri?
Guarda, è molto personale. In generale, tutte le cose vengono filtrate da un individuo che è unico. Nessuno conosce le cose come le conosci tu che le vivi. Ma le persone tendono a giudicare. Potrei parlarti di quello che è accaduto a me per anni, ma penso che a volte succedono delle cose in maniera per così dire rocambolesca per farti comprendere chi sei e che direzione devi prendere. Devi in qualche modo passare da qualcosa di duro per comprendere meglio chi sei e innescare un serio processo di autoriflessione. Mi sento in qualche modo fortunato se ho avuto queste prove perché non avrei compreso certe cose. Anche se non è stato facile.
Voglio ritornare al discorso del giudizio sugli altri. Walt Whitman diceva sii curioso ma non giudicare.
Si certo parliamone, non sono una persona che giudica e non lo sono mai stato. Ma in un certo senso tutti giudichiamo anche in piccolissime dosi, dipende dalla società in cui ti trovi. Diciamo che sono una persona che giudica veramente il minimo indispensabile.
Sono quello che sono e penso che gli esseri umani dovrebbero vivere come più gli piace senza urtare e mancare di rispetto agli altri. Il troppo giudizio può rovinare le persone ed ha a che fare con la paura. Ogni tanto bisogna mettersi un po’ nei panni degli altri. Quasi tutti hanno i loro dilemmi o problemi, c’è chi li maschera meglio.
Hai rapporti con i membri dei Real Estate e col cantante Martin?
No e credo che siano dispiaciuti anche loro a riguardo, ma è un processo che in qualche modo fa parte della vita e della crescita. Certe amicizie continuano, altre vengono declassate e altre vengono interrotte.
Ritornando al titolo del tuo ultimo disco, ti chiedo quali sono le tue impressioni riguardo a questo periodo storico?
Una domanda impegnativa. Non lo so. Spero che le persone tornino a essere unite e collegate, e diventino più intelligenti nel senso di più empatiche e direi anche mistiche. Credo che questo stia succedendo in qualche modo ed è sempre successo. Ma la mia impressione è che in questo momento vi sia una certa separazione tra le persone, e questo non va bene, anche per la stabilità mentale di qualcuno. Abbiamo bisogno di altre persone nelle nostre vite, di connetterci con loro a vari livelli.
Immagine di copertina: Salvija Vaicikonyte